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Consiglio Grande e Generale, venerdì 16 maggio 2025

da Redazione

In apertura dei lavori, si svolge il dibattito sul Progetto di legge “Recepimento e attuazione del Regolamento (CE) n.1082/2006, come modificato dal Regolamento (UE) n.1302/2013, relativo a un Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT), poi messo in votazione e approvato all’unanimità con 40 voti a favore.

Si torna quindi al Comma 13, con l’Aula consiliare che riprende il dibattito sulla ratifica del Decreto Delegato 26 del 20 febbraio 2025, che modifica la “Legge sull’ingresso e la permanenza degli stranieri in Repubblica”. Il confronto si è polarizzato sul percorso legislativo adottato: da una parte la maggioranza ha difeso l’intervento normativo come coerente e rispondente a un’urgenza abitativa; dall’altra, le opposizioni hanno denunciato confusione normativa e finalità propagandistiche.

Massimo Andrea Ugolini (PDCS) ha spiegato: “E’ un tema che riguarda le residenze atipiche per i pensionati. Tema affrontato varie volte, perché questa tipologia di residenza aveva una incidenza sugli affitti in territorio. […] Si arriva ad una normativa che va a raccogliere l’indirizzo politico espresso da tutta l’Aula sui criteri più alti per le residenze atipiche”. Molto critico Enrico Carattoni (RF), che ha parlato di incoerenza politica: “Vorrei rendere plastica l’incoerenza di questo pastrocchio fatto dalla maggioranza e dal Governo. […] Qui si tratta di fare gli influencer, questa è politica di plastica, degli slogan. […] Vi rendete conto della follia di questo percorso normativo e dell’immagine che viene data fuori?” Sul fronte di Libera, Guerrino Zanotti ha difeso il provvedimento: “Mi sembra un percorso abbastanza lineare e senza problemi”, mentre Dalibor Riccardi ha replicato alle accuse di confusione: “Non si può parlare di incoerenza. Quando il Governo porta a casa un provvedimento, un pochino rode. Poi mi dispiace anche perché mi risulta che il lavoro in Commissione preposta sia stato un lavoro a più mani. Perché si emette un Decreto che alzava leggermente gli indici? Perché andava posto un freno immediatamente, prima di trovare una soluzione costruita in un Pdl condiviso”.

Matteo Casali (RF) ha puntato il dito sulla gestione: “Il Decreto di febbraio era all’ordine del giorno di marzo e non è stato discusso. Se l’urgenza era tale, non si poteva ratificare il Decreto in quella sede a marzo? No, perché bisognava piantare la bandierina politica”. Toni duri anche da Emanuele Santi (Rete): “Questa è una figuraccia abissale. Io lo vedo che siete in difficoltà. Ma non potete andare in difficoltà quando l’opposizione vi da l’indicazione per non sbagliare”.

Il Segretario di Stato Matteo Ciacci ha difeso il metodo seguito: “Siamo passati dalla pagina di ieri con l’Odg sulla Palestina ad una pagina veramente pietosa. Abbiamo sempre detto e sostenuto tutti che c’era la necessità di intervenire sulle politiche abitative e che uno dei motivi per cui i canoni sono schizzati in alto è quello legato alle residenze atipiche pensionati. Ho sempre sostenuto una cosa semplice. Che in termini di merito e metodo, nella Legge sull’emergenza casa bisognava intervenire sulle residenze atipiche. Questa è una questione politica di merito. Sul timing: non c’è nessuna confusione normativa. Fino al 3 di maggio vigono i parametri dei precedenti Decreti, dal 3 di maggio vige la Legge sull’emergenza Casa. Cosa c’è di così tanto complicato? Qual è il pastrocchio? L’unico elemento è che, su richiesta dell’opposizione, vi è stata la concessione da parte della maggioranza di discutere oggi un Decreto che nella sostanza è già superato. L’iter più lineare era quello di prevedere un ritiro del Decreto e far salvi gli effetti. Discutiamo di qualcosa che è già stato superato”.

Ma per Sara Conti (RF) la confusione è concreta: “Si è creato un cortocircuito. A tutti i costi bisognava fare la pubblicità, il selfie e il post su Facebook con cui dire che era stata fatta una meravigliosa legge sull’emergenza casa”. Fabio Righi (D-ML) ha criticato l’incoerenza politica: “Il problema è che la stessa maggioranza va contro se stessa. […] State intervenendo su una quisquilia che nulla dice su un tema più ampio che è quello del programma di residenze”. Anche Maria Katia Savoretti (RF) ha attaccato duramente: “Ad oggi ci troviamo un Decreto delegato e una legge. Abbiamo tanta confusione e due norme. […] Se volete gestire il paese non è questo il modo migliore. C’è da mettersi le mani nei capelli”. “Mi sembra di poter dire che il topolino ha partorito la montagna. Ha partorito questo Comma propaganda. Propaganda dell’opposizione che cerca di mettere una macchiolina di fango sull’ottimo risultato conseguito dal Governo” ha detto Luca Boschi (Libera).

Toni diversi da Marco Mularoni (PDCS): “Non c’è confusione normativa. C’è una questione di sovrapproduzione normativa. […] Gli istanti hanno presentato la pratica con i requisiti in vigore in quel determinato momento”. Luca Lazzari (PSD) ha sottolineato: “C’è una assoluta linearità. Non ci sono vulnus. […] Si è seguita una logica per non appesantire troppo il mercato degli affitti”. Il dibattito ha coinvolto anche altri esponenti, da Giulia Muratori (Libera) che ha detto “Continuare a tediare chi ci ascolta da casa con tecnicismi legislativi mi sembra inutile”, a Giovanni Zonzini (Rete) secondo cui “questi problemi derivano semplicemente dal fatto che il Governo, lungi dall’agire in maniera ragionevole, agisce in funzione dei tempi e delle necessità delle sue pagine Facebook, a fini puramente propagandistici.”. Infine, spazio alle parole di Gian Nicola Berti (AR): “Questo Decreto non andava assolutamente portato qui. Noi riteniamo sia più garantista per i cittadini il contenuto della legge. Siamo qui a discutere solo per un capriccio delle opposizioni”.

Dopo le repliche, si passa all’esame degli emendamenti presentati da Governo, Rete ed RF. Sono accolti due emendamenti modificativi di RF e uno di Rete. Infine il Decreto Delegato 26 del 20 febbraio 2025 è ratificato all’unanimità con 27 voti favorevoli.

Askanews

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