Il primo passo è stato fatto nei programmi elettorali, dove tutti i partiti e movimenti politici che si sono presentati al vaglio degli elettori hanno messo nero su bianco l’esigenza di un piano energetico che potesse portare il sistema sammarinese dalla totale dipendenza dall’esterno a una crescente autonomia, almeno per quello che riguarda acqua ed energia elettrica. I programmi elettorali, però, si sa, si scrivono con tanta dedizione in quel momento ma una volta mandati in stampa non si rileggono più. Nemmeno chi li ha scritti a quanto pare. Passi quindi quella fase di annunci e promesse, ma il fatto resta e non serve che ANIS lo ribadisca in ogni occasione: i costi energetici, se non calmierati da politiche di sostegno e da investimenti che ne garantiscano la stabilità, rischiano di creare danni enormi al tessuto imprenditoriale sammarinese. Anche per questo è interessante notare che alla “politica dei programmi elettorali” sia seguita in questi mesi quella delle “mozioni congressuali” di partiti, movimenti anche sindacati. Tutti, bene o male, hanno ribadito la necessità di un piano energetico che potesse portare il sistema sammarinese dalla totale dipendenza dall’esterno a una crescente autonomia.
No, non è un errore di ripetizione, ma è voluto.
Le parole continuano ad essere le stesse, gli annunci gli stessi, ma il fatto resta: San Marino continua a dipendere totalmente dall’esterno per quanto riguarda l’approvvigionamento di energia elettrica, gas, acqua e smaltimento dei rifiuti. Una mancanza gravissima, che costa anche tantissimo. Non solo alle imprese, penalizzate, ma anche allo Stato.