Lo scorso 15 aprile Agenzia per lo Sviluppo Economico – Camera di Commercio di San Marino ha organizzato un seminario per parlare di turnaround aziendale assieme a professionisti del settore, imprenditori e commercialisti italiani e sammarinesi. L’evento è stata un’occasione unica per approfondire una tematica estremamente attuale e dai diversi risvolti in ambito economico e sociale, al fine di accrescere e sviluppare la cultura e competitività aziendale di imprese e professionisti.
Ma cosa significa esattamente turnaround e perché è doveroso ed essenziale parlarne anche a San Marino?
A questa domanda hanno risposto sia i rappresentanti del mondo delle imprese, a loro volta imprenditori loro stessi (Emanuel Colombini, Presidente ASE-CC, Emanuele Rossini, Presidente ANIS e Alessandro Pesaresi, Vice Presidente Confindustria Romagna), sia gli esperti della materia. Di fatto, il sistema economico sammarinese, così come quello italiano, europeo e mondiale, è sempre più soggetto a situazioni di instabilità economica e politica – si pensi alla recentissima questione dei dazi imposti dal governo Trump – che possono portare una azienda a una crisi, prima finanziaria poi strutturale.
La normativa italiana – illustrata da Giuseppe Savioli, Professore Ordinario di Crisi d’Impresa dell’Università di Bologna – proprio per cercare di dotare l’imprenditore di strumenti che lo aiutino a prevenire la crisi ha recentemente approvato il “Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza” proprio perché il legislatore si è reso conto che la crisi ha perso il suo carattere di eccezionalità ed è diventata un fenomeno quotidiano: qualsiasi impresa affronta una crisi più volte nel suo percorso. Ma oltre alla prevenzione, emerge sempre più forte l’obiettivo della continuità aziendale, la quale rappresenta oggi più che mai un valore sociale in quanto coinvolge lavoratori e partner commerciali, ripercuotendosi su tutto il sistema economico sociale. Tanto è vero che spesso si sono verificati interventi ad hoc (si pensi al decreto c.d. Alitalia) che per certi versi vanno anche oltre le stesse normative.
San Marino, pur non avendo ancora una normativa specifica, è ben conscia dell’importanza di dotarsi di adeguati assetti organizzativi che fungano da strumenti operativi per guidare l’imprenditore in un corretto monitoraggio dello stato di salute della propria impresa, motivo per cui è stato creato un Gruppo di Lavoro incaricato di procedere alla redazione di proposte legislative per riformare il quadro normativo sammarinese relativo alla gestione della crisi d’impresa e del sovraindebitamento, analogamente a quanto avvenuto in Italia.
Lo scenario è ormai chiaro: i recenti studi sull’insolvenza aziendale evidenziano che gli imprenditori frequentemente non riescono a percepire la crisi per tempo e si trovano impreparati al verificarsi dell’insolvenza aziendale; tutte le aziende fallite presentano sintomi della crisi da almeno 3/4 anni prima a causa principalmente di assetti amministrativi inadeguati e comportamento passivo del management, spesso per motivi di carattere culturale.
E di cosa ha bisogno una azienda in crisi? Essenzialmente di due fattori: management competente e nuova liquidità tramite l’apporto di terzi. Motivo per cui rivolgersi a professionisti che operano in fondi di gestione specializzati in turnaround può essere la scelta vincente.
Di questo e molto altro hanno parlato i relatori presenti al seminario organizzato da ASE-CC, che hanno altresì evidenziato l’importanza di programmare e monitorare lo stato di salute aziendale attraverso l’utilizzo di adeguati indicatori economico patrimoniali nonché una accurata gestione della tesoreria: non esistono crisi imprevedibili.
Michele Peduzzi – PwC Italy, Luca Mattei Gentili – illimity SGR, Alessandro Lo Savio e Fabio Santori – IBLA CAPITAL hanno portato la loro esperienza e analizzato casi di successo in cui il contributo di fondi di private capital è stato fondamentale per ristrutturare e rilanciare attività in profonda crisi prossime alla chiusura. Detti fondi apportano nuovo capitale e contemporaneamente forniscono competenze e personale altamente qualificato necessario ad affrontare tempestivamente lo stato di crisi e dotare l’impresa di nuovi strumenti atti non solo a superare il momento di difficoltà ma a rimodulare a volte completamente il business, aumentando spesso anche gli investimenti in ambito tecnologico.
Spesso le aziende che sono state oggetto di turnaround non solo ritornano al fatturato precrisi ma riescono anche ad aumentare il proprio margine: quella che avviene è di fatto una “rinascita” proprio come farebbe una fenice.
I fondi di private capital grazie all’alto grado di flessibilità che li caratterizza possono rappresentare una valida alternativa al ricorso alla finanza bancaria, spesso fin troppo esosa quando non addirittura inattuabile.
Non solo: sempre più sono proprio gli istituti bancari che decidono di cedere il proprio credito in cambio di una quota nei fondi di private capital specializzati in ristrutturazioni aziendali, in quanto riescono al contempo a rispettare i parametri imposti dalla normativa europea e a diversificare il rischio, oltre ad avere una alta probabilità di recupero dell’investimento iniziale.
Per chi fosse interessato ad approfondire la questione e richiedere assistenza, ASE-CC è a disposizione. Per contattare gli uffici preposti è sufficiente inviare una email all’indirizzo academy@camcom.sm.