“Le questioni tecniche che sono state avanzate dai Paesi sono in fase di completa risoluzione”, parola di Marco Gatti, Segretario alle Finanze, chiamato a fare da parafulmine suo malgrado alle ormai quotidiane richieste di spiegazioni sulla firma dell’Accordo di Associazione con l’UE. Dopo un anno e mezzo ormai dalla chiusura delle trattative (era il dicembre 2023), infatti, quella che era considerata “imminente” è diventata una lunga e sempre più tediosa attesa. Di mezzo c’è stata la parentesi elettorale delle europee, certamente, ma il problema non può essere stato il cambio di governance, anche perché di fatto non c’è stato un vero cambio di bandiera. Qualche dubbio, è noto, l’ha avanzato l’Italia – che però dovrebbe discuterne con la Commissione europea, non con San Marino – ma nelle ultime settimane sembra ci siano state altre piccole richieste di chiarimento. Niente di ostativo, ma di certo i tempi si stanno allungando. nel frattempo, però, non si sta con le mani in mano e la prossima seduta della Commissione Mista sarà fondamentale per capire anche molte delle traiettorie su cui si svilupperanno i cambiamenti interni per San Marino e, soprattutto, quali saranno le novità per quanto riguarda l’operatività delle imprese nel mercato unico. In attesa sempre della firma, che è dirimente, certo, si possono infatti aprire ragionamenti di prospettiva non banali su diversi temi pratici. Il tutto per farsi trovare davvero pronti una volta che l’Accordo entrerà in vigore: pronti per non venirne ostacolati, pronti per coglierne appieno tutte le opportunità che metterà a disposizione di San Marino e delle sue imprese.
Editoriale: Accordo UE, qualche spina c’è
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