Approvato, nella seduta pomeridiana di martedì 22 aprile, con 34 voti a favore e 12 contrari, il Progetto di legge “Interventi straordinari per emergenza casa”, presentato dalla Segreteria di Stato per il Territorio.
Di seguito un estratto dei lavori.
Comma 18 – Progetto di legge “Interventi straordinari per emergenza casa” (presentato dalla Segreteria di Stato per il Territorio) (II Lettura)
Articolo 13 – Monitoraggio immobili non concessi in locazione e immobili allo stato rustico
Emanuele Santi (Rete): Questo articolo è stato molto discusso in Commissione. Su questo si è avuta una unità di intenti unanime. I dubbi derivano dalla non conoscenza dello stato dell’arte. Il collega Selva ci dice che a San Marino abbiamo 17mila unità immobiliari e 15mila famiglie. Il saldo è di 2mila unità abitative. Sono unità abitative vere? Sono abbastanza grandi da poter contenere una famiglia? Com’è possibile che nonostante le residenze atipiche abbiamo ancora sulla carta 2mila appartamenti teoricamente a disposizione? Fare un censimento è la base di partenza per cercare di portare all’attenzione di quest’aula lo stato di fatto del patrimonio immobiliare della Repubblica. Se ci sono veramente 2mila appartamenti, significa che qualcosa bisogna fare, sulle grandi concentrazioni di immobili in capo a società immobiliari o banche. Vedremo i risultati.
Guerrino Zanotti (Libera): Credo che l’articolo 13 sia uno degli articoli qualificanti del Pdl. Un censimento di tutti gli immobili, non immessi sul mercato immobiliare, può essere utile a tarare tutti gli interventi futuri. Faccio un invito al Segretario Ciacci di intervenire tempestivamente. Per andare a misurare interventi di ulteriore aiuto affinché all’interno del mercato immobiliare ci possa essere una maggiore offerta di immobili. E’ un intervento che va visto positivamente. Invito il Segretario a velocizzare i tempi affinché si parta immediatamente con la raccolta dei dati e gli interventi necessari a regolare le fasi successive.
Michela Pelliccioni (D-ML): E’ dall’analisi dei dati che la politica può trarre delle soluzioni. In Commissione avevamo la possibilità di fare un lavoro completo, abbiamo perso un’occasione. Avevamo presentato un emendamento legato agli immobili abbandonati nei centri storici. Io credo che avremmo potuto integrare l’articolo allargando la maglia su quegli immobili, spesso abbandonati a loro stessi da decenni. Sono immobili che decadono. Mi viene in mente il Castello di Montegiardino. Quindi credo che abbiamo perso un’occasione di fare un lavoro di monitoraggio e ricostruzione documentale completo. La nostra proposta chiedeva che lo Stato, non potendo ricostruire la proprietà di questi immobili, potesse acquisire gli immobili.
Giovanni Zonzini (Rete): Ricordo ai colleghi di Libera che, nella scorsa legislatura, facemmo insieme un emendamento sulla istituzione dell’osservatorio sul mercato immobiliare. Vorrei sapere se in questo anno e mezzo l’osservatorio ha prodotto dei risultati, se ha fatto delle relazioni e se sono visibili. Benissimo costruire una banca dati, ma è essenziale far lavorare quegli organismi che sono stati creati. Vorrei sapere se l’Osservatorio ha cominciato a riunirsi, quali sono le risultanze e le difficoltà incontrate dagli uffici nell’analisi, se non è stato attivato, quando il Governo intende farlo lavorare.
Matteo Casali (RF): Io sul tema dati evidenzio questa contraddizione. Noi diciamo che non abbiamo elementi e non abbiamo dati, poi in realtà la legge è stata prodotta e su qualche dato si dovrà essere basata. Ad esempio, rispetto alla formulazione del canone calmierato. O i dati ci sono o i dati non ci sono. Mi chiedo se fosse necessaria una legge. Perché sono convinto che i nostri uffici i dati li abbiano. Probabilmente è sufficiente chiederli. Non credo che San Marino, per estensione territoriale, per numeri in gioco, sia un caso di assoluta complessità. Non vorrei come linea generale che la politica quando ricorre a mezzi così altisonanti, magari è proprio il momento in cui non vuole conoscere i numeri. Magari sguinzagliando qualche cantoniere, in sei mesi i numeri si sarebbero potuti mettere da parte.
Fabio Righi (D-ML): La mia forza politica è d’accordo nell’avere una banca dati. Sono anni che ripetiamo che troppe decisioni vengono prese sulla base del sentimento o di dinamiche prettamente politiche. Invece ci si dovrebbe agganciare alla realtà dei dati. La verità è che questo Paese non ha una strategia sui dati, su come diventare un Governo digitale. Questa è la preoccupazione. Inserire in una legge questa necessità evidenzia la mancanza di una visione, di una strategia. Benissimo lo spunto, malissimo se non c’è intenzione di affiancare questa iniziativa ad un approccio sistemico. Oggi la parola d’ordine è: essere integrati. Integrazione dei sistemi, un quadro preciso della situazione. Abbiamo banche dati divise per stringhe di dati. Questo è ciò che non si dovrebbe fare. Cosa faremo con questi dati? Bene il monitoraggio, mi auguro che quei dati non vengano utilizzati per tassare e vessare i patrimoni. Noi su questo siamo completamente contrari.
Segretario di Stato Matteo Ciacci: E’ stato detto che è un articolo che qualifica la legge. Non credo che faremo chissà quali rivoluzioni. Però io penso che una buona legge, soprattutto in questo ambito, ha la necessità di essere monitorata e aggiornata. Cosa si è fatto finora? La Segreteria, appena insediata, ha dato mandato all’Ufficio del Catasto per avviare immediatamente, anche sulla base di alcuni disposti normativi recepiti nella passata legislatura, un ragionamento sul dato immobiliare del territorio. E’ emersa la prima statistica catastale catasto-fabbricati, che ho inviato a tutti i consiglieri. Possiamo fare dei ragionamenti. Capisco la contrarietà di D-ML, la loro linea è storica, è un atto di chiarezza: non interveniamo con tassazione e rendite catastali. Nella statistica vi è scritto che le rendite non si sono rinnovate per tanti anni, l’ultima è stata nel 2019. C’è sicuramente un ragionamento da compiere. Fase a: introduzione dei dati. Fase b: monitoraggio, che dovrà accompagnare la norma. Siamo a buon punto, ringrazio chi ha centrato l’attenzione su questo articolo, che ritengo importante.
L’articolo è approvato all’unanimità con 43 voti a favore.
Articolo 14 – Bonus ristrutturazioni
Segretario di Stato Matteo Ciacci: Introduciamo il bonus ristrutturazioni. Intervento che ritengo importante. Credo si vada ad integrare una disciplina già presente nel nostro ordinamento e che merita attenzione. Andiamo ad introdurre il bonus per la manutenzione ordinaria. La seconda fattispecie la definiamo nell’ambito della riqualificazione energetica dell’edificio. Gli interventi che abbiamo nel nostro ordinamento non raggiungono tutte le fasce, perché il meccanismo è quello del credito di imposta. Questo era secondo noi un limite, quindi introduciamo il contributo in conto interessi. Questo ragionamento ha un minimo comune denominatore. Chi chiede questi benefici, l’immobile o lo usa o lo affitta, non può essere mantenuto sfitto. L’obiettivo è rimettere i grezzi, gli immobili sfitti sul mercato. Per di più il contributo si riduce più aumenta il reddito pro capite del richiedente.
Matteo Casali (RF): Ancora una volta siamo di fronte ad un articolo che non centra i destinatari e i tempi dell’emergenza casa. E’ del tutto evidente che questo bonus non andrà a mitigare la situazione dell’emergenza affitti. Emergenza che è molto sul lato delle locazioni. Qui si parla di tempi che vengono dilazionati per mesi se non addirittura anni. Se si tratta di un aiuto all’industria edilizia, va benissimo. Però non è questa la sede, non sono questi i modi. Bisognava fare un Pdl che prendesse in considerazione la volontà di adottare questi provvedimenti per l’industria edilizia e non connotarlo sull’emergenza casa.
Michela Pelliccioni (D-ML): Non ho mai nascosto le perplessità su questo articolo. Perplessità che sono state molte e in svariate direzioni. Non mi è stato chiarito perché non si è detto chiaro e tondo che potevano essere questi interventi fatti esclusivamente presso la Repubblica di San Marino. Mi è stato detto tutto e il contrario di tutto. Non ho capito perché non si poteva mettere la specifica chiara e tonda. Quello che manca in questa norma è il tema dell’emergenza. Andiamo ad impiegare risorse dello Stato verso ristrutturazioni che non hanno l’obiettivo di agevolare gli affitti. Mancano anche dei limiti di reddito. Accedono a queste ristrutturazioni anche i redditi alti. Io credo che l’aiuto dello Stato debba intervenire in situazioni di sostegno sociale che qui non mi sembra di vedere.
Dalibor Riccardi (Libera): L’idea è quella di cercare di riqualificare il più possibile l’esistente, senza consumare il territorio. Questo articolo ha una calibrazione corretta. L’idea dev’essere quella di incentivare persone che hanno un immobile grezzo. Ci auguriamo che queste persone abbiano la capacità di riqualificare quegli immobili e rimetterli sul mercato. Si va incontro a due principi: riqualificare l’esistente e consentire a chi se lo può permettere di fare un investimento. Non si parla del sesso degli angeli. L’idea è che la persona che non ha queste possibilità, possa usufruire di un affitto ad un prezzo calmierato in un immobile riqualificato su una base energetica più alta. Sono concorde con l’intervento e mi auguro che possa dare risposte utili.
Giovanni Zonzini (Rete): Su questo articolo siamo in linea con il Governo rispetto allo spirito politico. Ci sono alcuni però. Anzitutto, una questione di giustizia sociale. Parliamo di immobili fino a 200 mq. Secondo me andava qualificato meglio il tipo di unità immobiliare. Si possono riqualificare anche ville con piscina. Rischiamo di andare a contribuire con soldi pubblici alla riqualificazione della villa rustica un po’ decaduta di qualche famiglia molto benestante. Questo secondo me non è proprio giusto. Si sarebbero dovuti inserire dei criteri reddituali. Nel caso della locazione a terzi, si sarebbe dovuto inserire un vincolo ulteriore: il fatto di locarlo a canone calmierato. Siamo d’accordo sugli intendimenti generali, però rileviamo una serie di lacune che rischiano di creare situazioni distorsive.
Enrico Carattoni (RF): Sono favorevole al tema della riqualificazione, dobbiamo puntare a valorizzare quello che già c’è di costruito. Però abbiamo sempre ritenuto che non fosse questo lo strumento in cui inserire tale norma. Il fatto di incentivare la riqualificazione di immobili, farà sì che i prezzi tenderanno ad aumentare. Il Pdl doveva dare risposte all’emergenza casa. Intervenire in maniera chirurgica sulle riqualificazioni, crediamo che sia assolutamente fuorviante. E che non vada a dare risposte organiche al tema del riordino degli incentivi. Va messo mano al mare magnum di incentivi che già ci sono, mettendo ordine. Più che esseri temi di un Pdl emergenziale, sono temi di un piano regolatore generale. Questo ha l’aspetto di un intervento a pioggia. Un intervento di pianificazione territoriale ad oggi non è più rinviabile.
Segretario di Stato Matteo Ciacci: Diamo i soldi ai ricchi? Se andate a leggervi l’articolo, in realtà prevediamo che il contributo venga abbattuto di più del 50% nel caso in cui il soggetto abbia un reddito pro capite superiore a 35mila euro. Abbiamo messo gli scaglioni, qui nessuno regala niente a nessuno. Quanto alla ricognizione degli incentivi, era stata fatta la guida per gli incentivi, in cui si riassumeva la parte dei bonus di contributi a fondo perduto, etc. Sarà mia premura aggiornarla e semplificarla, ritengo importante questo aspetto.
L’articolo è approvato all’unanimità con 30 voti a favore.
Articolo 15 – Procedure per l’accesso al bonus ristrutturazioni
Emanuele Santi: Qui c’è un problema politico. Rispetto alla possibilità di concedere il bonus ristrutturazioni, che sia la CPT – una commissione politica – a destinare gli incentivi, per noi non è accettabile. Noi avevamo proposto di togliere le nomine politiche all’interno della Commissione. Dev’essere un ufficio pubblico a dare le autorizzazioni, non una Commissione politica. Sappiamo negli anni cos’è successo nelle Commissioni specialmente in quelle degli anni Novanta. Per noi quella Commissione è inutile e abbiamo chiesto di abolirla. Le commissioni politiche hanno altre logiche, lo sapete bene. Questi non sono parametri per agevolare una ristrutturazione da parte di chi ne ha bisogno.
Michela Pelliccioni (D-ML): Lo abbiamo detto più volte. Non può essere la Commissione Politiche Territoriali, composta da consiglieri, ad entrare nel merito non di incentivi ma di finanziamenti. Addirittura è lasciata alla competenza esclusiva della CPT la durata e il valore del finanziamento. Voi ditemi una Commissione politica che si occupa di territorio quale competenza può avere in materia di merito creditizio. Nel merito creditizio, una commissione politica non può e non deve entrare. Prima di tutto perché c’è un grosso conflitto di interessi. Abbiamo una Commissione, quella per l’edilizia residenziale, che ha già una serie di competenze. Ci sono situazioni da analizzare, e dovranno essere analizzate da chi ha le competenze per farlo.
Matteo Casali (RF): Un altro grande assente da questa legge è il tema dei controlli. Noi sappiamo che all’atto della domanda di concessione i progetti non sono a livello esecutivo, ma accompagnati da preventivi che hanno una grande alea di incertezza. Questa non è una buona prassi, ma un vulnus che ereditiamo dai contributi UNESCO. Noi avevamo proposto che l’UPAV o tutti gli uffici preposti potessero intervenire nella verifica dei lavori in ogni fase. Questa legge latita dal punto di vista dei controlli. Invito Governo e maggioranza a fare questa riflessione. E’ indispensabile che vengano potenziati i controlli, altrimenti lo Stato eroga alla cieca dei denari senza avere la controprova che ci siano una coerenza tra gli intendimenti iniziali e il risultato finale. Si è preferito omologarsi ad una prassi già in uso ma carente.
Vladimiro Selva (Libera): Sono state dette delle esagerazioni. Diciamo le cose come stanno. I denari li eroga la banca che fa la valutazione del merito creditizio. Io credo che la procedura sia fatta bene. Va bene che ci sia un preventivo di massimo sul quale richiedere se ho i titoli per il contributo. Secondo me bisogna essere graduali. Non diamo i soldi in mano. Quel preventivo è legato a quanto può essere chiesto in banca come prestito e lo Stato copre una parte degli interessi. Sul merito creditizio, consigliere Pelliccioni, siamo passati di là. La Commissione non ha alcun merito per valutarlo. Sulla Commissione possiamo essere d’accordo, nella procedura – meglio di così – non sono arrivate proposte migliorative.
Giovanni Zonzini (Rete): Il tema che contestiamo è che gli incentivi rivolti ai cittadini sono sottoposti all’arbitrio di una Commissione politica. Questo è un problema specialmente in un Paese dove i conflitti di interesse sono all’ordine del giorno. Potremmo trovarci nella condizione in cui, a parità di requisiti, chi ha la tessera di partito giusto, vede esaudite le sue richieste. Noi riteniamo che tali agevolazioni dovrebbero essere concesse o negate dagli uffici dell’amministrazione. I cittadini, dal nostro punto di vista, dovrebbero essere soggetti solo ai dettami della legge e non di questo o quel politico. Invitiamo la maggioranza a valutare una formulazione che sottragga il diritto del cittadino al capriccio del politico di turno.
Enrico Carattoni (RF): Mi sembra di tornare alla Commissione urbanistica. Abbiamo fatto negli ultimi 15 anni una cessione del potere discrezionale in taluni ambiti da commissioni politiche ad uffici pubblici che operano sulla base di dati oggettivi. Tutto questo, per quanto riguarda le ristrutturazioni, salta. Si lascia all’arbitrio della Commissione, che valuta i parametri in ordine cronologico. Questo vuol dire che se ci sono 5 persone che presentano 5 domande, e la Commissione decide di dare un rimborso, poi per gli altri non c’è più niente. Non mettere un tetto a questa possibilità è un controsenso che ci fa fare un passo indietro di anni. Si dice che il Governo e la CPT possono fare quello che vogliono sulla base di domande fatte dai cittadini. E’ una cosa inaccettabile.
Michela Pelliccioni (D-ML): Rispondo al collega Selva. Dice che non abbiamo presentato proposte. Noi abbiamo presentato due emendamenti. Il meglio sarebbe cancellare il comma 4 e 5. Nel caso, partendo dal presupposto che si è in buona fede, di specificare a verbale che in nessun caso viene inteso questo comma come una domanda entro i limiti della richiesta. Io credo che sia impossibile che la CPT possa decidere entità e durata del finanziamento in totale libertà. Almeno che venga fatta una specifica a verbale.
Antonella Mularoni (RF): Ci preme sottolineare che RF un emendamento l’ha fatto su questo articolo. Chiedendo che tutti gli interventi in cantiere fossero oggetto di controlli da parte dell’UPAV. Ovviamente bocciato. Questo articolo è devastante, ci fa tornare indietro di decenni. Quando la normativa è chiara, non c’è bisogno di far intervenire le Commissioni di nomina politica. Perché chi fa politica esercita discrezionalità. Nel 2025, se vogliamo dare contributi, devono essere chiari e prevedibili ed erogabili dagli uffici, in modo da escludere la discrezionalità. Abbiamo già visto in passato cosa succedeva e che purtroppo continua a succedere in tutte le Commissioni costituite da politici. E’ una scelta che non condividiamo e che cercheremo di spiegare come la più sbagliata possibile.
Dalibor Riccardi (Libera): Per trasparenza, non si possono sostenere certe posizioni se non si hanno documenti a sostegno. I parametri per l’accesso a questo bonus sono dati dall’articolo precedente. Le opposizioni hanno richiamato i commi 4 e 5. Ma il comma 3 non è mai stato letto. In concreto cosa può accedere? Ci sono percentuali che vanno a scalare a seconda del reddito. Le pratiche vengono portate in Commissione con la pratica edilizia approvata, i parametri che abbiamo detto, un istituto di credito che deve erogare il finanziamento. In più c’è un altro parere vincolante di un altro ufficio. Non nascondo che possano esserci perplessità sulla discrezionalità della Commissione. Io dico solo questo: indipendentemente da quello che si potrà decidere, non è vero che non ci sono indicazioni degli uffici o limiti entro i quali si può accedere. Per correttezza, dovete leggere anche il comma 3. Bisogna essere corretti e meno strumentali.
Nicola Renzi (RF): Apprezzo il suo tentativo, consigliere Riccardi, di uscire da questo empasse. Ma la problematica è molto semplice. Se voi aveste voluto prendere una decisione che andasse ad estromettere la CPT, che è una commissione esclusivamente politica, vi sareste limitati al comma 3. Invece no. Riccardi ha detto: se è previsto che l’ammontare sia dai 30 ai 100mila euro, tutti noi capiamo che c’è una certe differenza tra avere 31mila o 99mila euro. Noi siamo convinti di alcune cose. Con Libera, con SSD nelle sue articolazioni, abbiamo fatto battaglie per limitare la discrezionalità della politica, per passare da un regime concessorio ad un altro, quello della parità dei diritti. Le abbiamo fatte sulla CPT, nella commissione Esteri. Qui stiamo parlando di ristrutturazioni. Con che attitudine un parlamentare della CPT decide che una pratica è più meritevole di un’altra? Dobbiamo studiare altri meccanismi, che siano automatici e stabiliscano che al raggiungimento di determinati parametri, si può dare un’aliquota precisa. Questo è tornare indietro di 30 anni.
Matteo Zeppa (Rete): Ho un brutto ricordo di quella che si chiamava Commissione Urbanistica. Che poi è stata riformata come CPT. Anche lì si videro su alcuni lotti quello che la politica poteva fare tramite le Commissioni. Sono d’accordo sulla responsabilità che dev’essere data in capo agli uffici. Nessuno del PDCS si espone. Bisognerà un po’ capire. Non si può sempre far fare il lavoro sporco agli altri membri della maggioranza. Quello che i colleghi hanno rimarcato, è che evidentemente il potere discrezionale di una commissione a nomina consigliare può davvero generare delle storture oscene. Mi ricorda un po’ il decreto Alberghi questa cosa. Sto considerando il fatto che dei politici, quali competenze potrebbero avere su questa cosa se non una discrezionalità nel guardare nome e cognome? Chi ha la priorità? E’ semplicemente l’ordine cronologico. Il grande assente è la DC che ha sempre avuto un ruolo di maggioranza relativa nella Commissione. Ogni volta che leggo certe diciture, è sconvolgente. Si delegittimano gli uffici e chi trasmette la pratica. Se sei simpatico ad un consigliere, la tua domanda andrà in fondo. Chi fa domanda, a chi fa ricorso eventualmente?
Mirko Dolcini (D-ML): Più leggo, più capisco che alla CPT viene dato un potere enorme. E va sottolineato che la CPT è composta da consiglieri che non hanno la capacità di entrare nel merito del bonus. Non c’è la possibilità di entrare nel merito in maniera equanime. Si torna a dare alla CPT un enorme potere discrezionale, come accadeva negli anni Novanta. Chiedo al Segretario di Stato di ragionare bene sulla logica di questo articolo perché si rischia di arrivare a situazioni veramente poco eque.
Segretario di Stato Matteo Ciacci: Tutta questa bagarre politica lascia il tempo che trova. C’è una istruttoria molto precisa e puntuale degli uffici, a cui affidiamo un compito strategico. Il gran finale lo fa la CPT, perché vi è un intervento in ambito finanziario. Abbiamo ricalcato il decreto 86-87/2010, governo DC/AP, quando fecero quel decreto, che prevede la stessa procedura. E’ un decreto che funziona in maniera corretta, perché la CPT esamina l’istruttoria e successivamente svolge la deliberazione, fermo restando che vi è poi la delibera del Congresso di Stato per l’avvallo. Oggi la CPT ha una serie di compiti e funzioni che hanno maggiore risalto in termini economici e finanziari. Questo è il vero potere della CPT. Lo vogliamo rivedere? Sono disponibilissimo a fare un ragionamento sulla Commissione Politiche Territoriali, ma come sempre arriviamo un po’ tardi. Adesso va tutto male. Quando governava DC/AP andava tutto bene, quando governava Rete la CPT andava benissimo. Mi prendo l’impegno di modificare le funzioni della Commissione Politiche Territoriali. Il sottoscritto, su politiche legate a permute ed alienazioni, invece che venire in Consiglio, adotterà nelle prossime settimane un regolamento tramite cui in maniera trasparente gli uffici svolgeranno l’istruttoria. Sarà mio impegno di rivedere le funzioni della CPT.
L’articolo è approvato con 30 voti a favore e 12 contrari
Articolo 16 – Disposizioni finali
A seguito di un accordo tra maggioranza e opposizione, viene proposto e approvato un emendamento che abroga il comma 4 dell’articolo 16, il quale affermava “che l’esercizio del diritto di prelazione non si applica qualora nella titolarità dell’immobile siano subentrati gli eredi del socio”.
L’articolo è approvato all’unanimità con 32 voti a favore
Articolo 17 – Entrata in vigore
L’articolo è approvato con 25 voti a favore e 2 non votanti.
Allegato A: approvato all’unanimità con 34 voti a favore.
Dichiarazioni di voto
Vladimiro Selva (Libera): Parlo a nome della maggioranza. Inizio con l’esprimere un ringraziamento alla Segreteria di Stato e al Segretario al Territorio che hanno operato celermente sull’ambito dell’emergenza casa fin dai primissimi mesi di questa legislatura. Questo testo di legge dal nostro punto di vista ha i connotati dell’emergenza. In Commissione e qui in Aula abbiamo ascoltato critiche e dubbi sull’efficacia del Pdl. Noi abbiamo espresso le nostre ragioni portando una serie di modifiche alle norme vigenti, attraverso la reintroduzione per determinate casistiche della garanzia dello Stato. Garanzia che oggi non c’è, e questo determina una impossibilità per molti di giovani di accedere al mutuo. Beneficio che viene rivisto sotto alcuni aspetti, ad esempio le dimensioni degli immobili, la proprietà degli immobili. Con questa iniziativa è stata data una mano ulteriore ai giovani, a chi decide di comprare casa e mettere su famiglia. Certamente non risolve un problema, quello delle politiche salariali. Alla base questi sono contributi in conto interessi, dunque ci vuole la capacità reddituale. La nostra azione non finisce qui, andrà più avanti. Abbiamo introdotto un bonus ristrutturazione che dà la possibilità di intervenire a chi quella casa poi la dà in affitto aumentando l’offerta. Abbiamo introdotto un canone calmierato. I nostri cittadini andando a vedere i vani utili, potranno vedere qual è l’orientamento. E’ un punto di riferimento che può fare da bussola in un momento in cui girano cifre fuori da ogni logica. Potrà essere la base per futuri interventi. Una novità è la raccolta di dati sugli immobili inutilizzati. Quella del co-housing può essere un’iniziativa che va in una direzione che noi tutti condividiamo. Abbiamo la locazione con riscatto, proposta avanzata da Rete che abbiamo cercato di cogliere. Uno strumento per smobilitare parte del patrimonio edilizio. Immaginiamo che questa formula possa essere utilizzata da qui a breve con una certa frequenza. Abbiamo preso spunti da D-ML per quanto riguarda gli incentivi per persone con handicap. Tante iniziative, nessuna delle quali risolutiva. Tutte insieme, un pezzo alla volta, possono determinare un cambiamento. Gli effetti non siamo in grado di definirli, ma siamo certi che è un primo passo molto importante. Poi qualche aggiustamento verrà fatto. Siamo orgogliosi del lavoro fatto, la volontà di coinvolgerà tutta l’Aula abbiamo cercato di metterla in campo, ci auguriamo che i risultati arrivino.
Michela Pelliccioni (D-ML): Siamo giunti al termine di un lungo iter legislativo. Abbiamo apprezzato l’impegno preso dal Segretario Ciacci, ma crediamo però che, visto l’arco temporale durante il quale si è svolto il dibattito, non si sia raggiunto l’obiettivo di dire sì ad un lavoro che avrebbe dovuto comportare soluzioni immediate ed efficaci alle molte problematiche che riguardano la casa. Gli indirizzi erano quelli del problema affitti, del mutuo prima casa, e quello di tutelare le fasce più deboli reperendo alloggi adeguati per persone che non possono permettersi un alloggio. La scelta di ricondurre ad un unico Pdl, non intervenendo in maniera sistemica, non porterà ai risultati sperati. Per movimentare il mercato, riteniamo che le proposte spot non possano raggiungere l’esito sperato. Abbiamo detto che alcune delle proposte a nostro avviso potevano essere interessanti. Il come fa però la differenza. A nostro parere, per come è stato impostato il canone calmierato non è sufficiente a determinare una incentivazione del mercato. Avevamo messo molte proposte sul tavolo, nessuna è stata accolta. Un’evidenza positiva è quella di partire dai dati con un sistema di monitoraggio efficace degli immobili sfitti. Sul tema della locazione, tutto questo non basta. Ribadiamo la necessità di tutelare o comunque incentivare i proprietari riguardo al loro timore maggiore, quello di poter riavere indietro l’immobile in caso di morosità dell’inquilino, in dei tempi ragionevoli, senza dover sostenere spese legali ingenti. La legge è carente sotto l’aspetto della tutela dei più deboli, quando non vi è una certezza nel garantire il canone di locazione. In un Pdl di 17 articoli, che dovevano toccare tutto lo scibile riguardo le problematiche immobiliare, diventa complesso ragionare a 360 gradi. Sul mutuo di edilizia residenziale, avevamo proposto un Pdl completo toccando tutte le problematiche emerse. E’ stata reintrodotta la garanzia di Stato per i redditi bassi, con una soglia di 18mila euro, ma le famiglie monogenitoriali possono fare fatica. Nel giro di breve delle risposte le dovremo avere. I dati ci permetteranno di fare valutazioni in più. Sicuramente non abbiamo condiviso l’introduzione di norme non afferenti l’emergenza casa, come il bonus ristrutturazione. Le motivazioni del Governo non ci hanno convinto. Così come il rimando alla CPT, con libertà totale di decidere in che misura dare i finanziamenti bancari. Il nostro voto non potrà essere positivo.
Matteo Casali (RF): Siamo arrivati alla tornata conclusiva. Io ho esordito in sede di dibattito dicendo: teniamo a mente due aspetti. Stiamo parlando di un’emergenza: quella dell’abitare. Il motivo conduttore è stato: quando si parla di un’emergenza, bisogna tenere a mente due temi; i destinatari del provvedimento e i tempi di attuazione. Purtroppo tenendo a mente questi due punti, il Pdl non ha colto nel segno. Si è detto che un motivo di turbativa del mercato è dato dalla presenza dei pensionati atipici. Noi chiediamo al Segretario perché non si sia ratificato il decreto 23/2025: si sarebbe potuto affrontare questo tema un mese fa. Se è vero che questo è un dato che incideva sull’emergenza, avremmo potuto anticipare i tempi di un mese. Perché non si è proceduto un mese fa alla discussione e ratifica di quel decreto? C’è una generica scarsa conoscenza dei dati. Da parte nostra, si sarebbero potuti accorciare i tempi dando un mandato amministrativo e chiedendoli quei dati per meglio calibrare in sede di Commissione il provvedimento. La legge si muove su tre linee. La prima è quella dell’edilizia sovvenzionata. C’è il ramo del bonus ristrutturazioni, che abbiamo ritenuto più utile ad un potenziamento dell’industria edilizia piuttosto che all’emergenza casa. Edilizia sovvenzionata e bonus ristrutturazioni non rispondono alle condizioni relative ai destinatari. Queste due linee non rispondono per destinatari alla situazione di emergenza. Il bonus ristrutturazioni non risponde neppure per tempi. Attuando ora un provvedimento del genere, gli effetti si avranno nel giro di molti mesi, forse un anno. La terza linea è quella del mercato delle locazioni, punto nodale della situazione di emergenza. Il Pdl introduce il canone calmierato che, così come introdotto, siccome tenta di incidere sulla leva dell’imponibile, purtroppo non cambierà nulla. Ho fatto esempi numeri dimostrando come una proprietà non rinuncia a 6mila euro annui garantiti per un ipotetico sconto di poco più di mille euro. Chi vietava una delibera del Congresso di Stato che avesse richiesto ad un ufficio di produrre la famosa tabella? Penso si sia sfatato il mito dell’opposizione brutta e cattiva. Abbiamo lavorato responsabilmente, abbiamo fatto proposte volte ad incidere in diversi modi sulla legge della domanda e dell’offerta. Il mercato delle locazioni si sarebbe sbloccato nel momento in cui avessimo aumentato l’offerta e ridotto la pressione sulla domanda. I nostri emendamenti sono stati per lo più bocciati, è rimasto qualcosa, siamo contenti di quel qualcosa che è la parte qualificante della legge. La legge sulla casa è una aspettativa disattesa. E penso in particolare a quelle persone che la vivono l’emergenza abitativa e si aspettavano da quest’Aula perlomeno un intervento immediatamente applicabile. Alla luce di questa aspettativa tradita, Rf voterà contro.
Giovanni Zonzini (Rete): Io avrei chiamato questo Pdl ‘Interventi straordinari per la tutela dei proprietari immobiliari’. Gli stipendi sono quelli di San Marino, i prezzi degli affitti si stanno avvicinando a quelli di Monaco. Questa sproporzione tra reddito disponibile e valori immobiliari, determina che i nostri cittadini si vedono negato il diritto all’abitare. Con molti giovani costretti ad emigrare per trovare un affitto sostenibile. E stiamo parlando di persone che lavorano. Persone normali che hanno uno stipendio medio, non più sufficiente a pagarsi un immobile. Cosa fa questa legge? Quello che avrebbe dovuto fare sarebbe stato intervenire sul lato dell’offerta, con interventi idonei ad abbassare i prezzi di quegli immobili. Il Governo ha inteso agire aumentando l’importo del mutuo del credito agevolato. C’è una bolla speculativa, il Governo ha deciso di assicurarsi che tale bolla non si sgonfi. Il bonus ristrutturazioni, il cui accesso è determinato da una Commissione politica e slegato da qualsiasi aspetto reddituale, lo potremmo chiamare Bonus Ville. Vi è poi il canone calmierato. In un contesto di aumento esponenziale dei prezzi di locazione, non è conveniente. L’inserimento della fattispecie del mutuo/riscatto, in maniera scollegata da qualsiasi Pdl, rischia di essere inefficace. Questa legge non abbasserà il costo di immobili e affitti, ma garantirà il valore delle rendite di quegli immobili. A non trarne beneficio sono i giovani, le famiglie, i lavoratori, che non ricevono uno stipendio idoneo. Per costoro questa legge non ha tutele e risposte. Noi contestiamo anche la profonda ratio politica della legge. E non si può ignorare che la DC, partito di maggioranza relativa, non ha aperto bocca durante tutto il dibattito, mandando avanti Libera. Noi contestiamo il fatto che in questo provvedimento la casa e l’abitare non sono visti come diritti, ma come beni da vendere sul mercato. La casa per il nostro gruppo non è un vizio, è un diritto. Avere un luogo dignitoso dove costruire una famiglia è un diritto sociale. Che in quanto tale non può essere lasciato alla pura determinazione Questo liberismo di Provincia è sciocco e non porterà ai risultati che sperate. Pur nel massimo rispetto della proprietà privata, noi riteniamo che lo Stato abbia il diritto di fare interventi radicali. Sarebbe stato sufficiente applicare una legge già in vigore, che prevede la tassazione degli immobili sfitti di proprietà di banche e società immobiliari. Grandi patrimoni immobiliari che vengono tenuti artificialmente fuori dal mercato, determinando un’esplosione dei costi. Avendo l’interesse di tutelare queste concentrazioni di capitali, il Governo non applica una legge dello Stato. L’amministrazione è palesemente negligente nel non riscuotere una imposta prevista dal nostro ordinamento. Voi avete deciso di ignorare quella legge. Questi non sono interventi che riusciranno a raggiungere l’obiettivo. Il nostro gruppo esprime voto contrario ad un Pdl che non tutela le fasce più deboli e garantisce i patrimoni delle grandi concentrazioni immobiliari, non assicurando il diritto ad un’abitazione dignitosa a giovani e famiglie.
Il Pdl è approvato con 34 voti a favore e 14 contrari.
Comma 19
In programma la ratifica, accettazione e adesione di alcuni accordi. Vengono approvati l’Accordo tra il Governo della Repubblica di San Marino e il Governo dello Stato del Kuwait per l’eliminazione della doppia imposizione in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire l’evasione e l’elusione fiscale, firmato a New York il 27 settembre 2024 b) Accordo tra il Governo della Repubblica di San Marino e il Governo dello Stato del Kuwait sulla promozione e protezione reciproca degli investimenti, firmato a New York il 27 settembre 2024 c) Emendamento all’articolo 20, paragrafo 1, della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, adottato a New York il 22 dicembre 1995; d) Accordo tra la Repubblica di San Marino e il Regno di Tonga sullo stabilimento delle relazioni diplomatiche, firmato a New York il 25 febbraio 2025 e) Protocollo addizionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale contro la fabbricazione e il traffico illecito di armi da fuoco, di loro parti, elementi e munizioni, fatto a New York il 31 maggio 2001 f) Convenzione del Consiglio d’Europa sulla manipolazione delle competizioni sportive, fatta a Magglingen/Macolin il 18 settembre 2024.
I lavori del Consiglio Grande e Generale terminano alle 19.30. La seduta serale non si svolgerà.
Askanews