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I dazi di Trump colpiscono San Marino, ma al 10%

da Daniele Bartolucci

L’elenco dei nuovi dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti alle importazioni dall’estero, dopo mesi di annunci e contro annunci, è finalmente arrivato e l’effetto generato sui mercati, come era prevedibile, è stato disastroso. In Europa e Asia, principali obiettivi di Donald Trump, ma anche per la finanza americana. E mentre tutti i Paesi si stanno organizzando, anche con contro-dazi specifici per “ribattere” a quelli americani, gli operatori economici iniziano a fare i conti con le nuove regole del commercio globale. Regole che, di fatto, penalizzano anche le imprese di San Marino, ma meno di altre, in particolare di quelle dell’area euro.

Come annunciato, con l’Executive Order 14257 “Regulating Imports with a Reciprocal Tariff to Rectify Trade Practices that Contribute to Large and Persistent Annual United States Goods Trade Deficits”, il Presidente Trump ha imposto dazi reciproci su merci in importazione negli Stati Uniti da Paesi terzi, le cui aliquote si applicano in aggiunta a quelle preesistenti. Subito, ovvero dal 5 aprile, è entrato in vigore un dazio aggiuntivo “ad valorem” del 10% applicabile a tutti i Paesi terzi che esportano negli USA, mentre dal 9 aprile sono entrati in vigore i dazi reciproci verso i Paesi Terzi inclusi nell’Allegato I. La Repubblica di San Marino non rientra in questo elenco, pertanto per tutte le operazioni effettuate anche dopo tale data il dazio aggiuntivo da considerare resta pari al 10%, in quanto tariffa base applicabile a tutti i Paesi Terzi.

VANTAGGIO COMPETITIVO MA “ANCORATI ALL’EUROPA”

“Abbiamo ricevuto conferma, anche tramite il Consolato USA di Firenze, che l’aliquota tariffaria indicativa applicata dagli Stati Uniti alla Repubblica di San Marino si attesta al momento al 10%”, ha annunciato il Segretario di Stato agli Affari Esteri, Luca Beccari, poco dopo la presentazione di Donald Trump. “Siamo in una fase ancora preliminare e monitoriamo l’evolversi della situazione, consapevoli che si tratta di decisioni unilaterali che potrebbero subire modifiche. È importante contestualizzare: il nostro export verso gli Stati Uniti, circa 54 milioni di euro nel 2024 comprensivi anche di servizi (quindi con una componente non soggetta a dazi), rappresenta una quota molto contenuta del nostro export totale di 3,6 miliardi. Questa aliquota, che appare come un tasso base applicato a diversi Paesi, riflette verosimilmente i volumi e la tipologia delle nostre esportazioni, che non incidono sui settori industriali (come automotive, food o tessile) più dibattuti a livello internazionale e oggetto di aliquote differenziate per altri Paesi. Per questo, un paragone diretto con le aliquote applicate all’UE o ad altri partner non sarebbe appropriato, data la differente struttura industriale e composizione dell’export; inoltre, l’incidenza reale andrà valutata attentamente considerando le lunghe liste di beni e semilavorati spesso esenti da tali misure. Il nostro mercato di riferimento primario resta saldamente quello europeo e, in quest’ottica, osserviamo con maggiore attenzione le potenziali ripercussioni indirette sul nostro sistema economico derivanti da un possibile impatto dei dazi più elevati sul nostro principale mercato di sbocco, l’Europa, piuttosto che l’impatto diretto del 10% sulle nostre esportazioni verso gli USA. Continuiamo a monitorare attentamente la situazione in stretto raccordo con le Segreterie di Stato competenti per le Finanze e per l’Industria”.

A monitorare la situazione, come detto, anche gli operatori economici, che ora guardano a San Marino come potenziale nuova sede per le proprie produzioni (anche perché i dazi USA mirano a colpire il prodotto esportato e quindi evidenziano dove viene prodotto e non semplicemente da quale Paese viene commercializzato). “L’attrattività del sistema economico sammarinese è un valore su cui lavoriamo costantemente, basato su stabilità, trasparenza e competitività. Prendiamo atto delle analisi relative alle dinamiche commerciali globali e di un potenziale interesse verso la nostra giurisdizione alla luce di eventuali nuove condizioni tariffarie internazionali”, spiega il Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio, Marco Gatti. “Ogni scenario viene comunque valutato con estremo pragmatismo e con un’attenzione prioritaria alla sostenibilità e all’impatto complessivo sulla nostra economia, che resta solidamente interconnessa con quella europea e italiana. Il nostro impegno è volto a consolidare la crescita economica della Repubblica e a creare un ambiente sempre più favorevole per le imprese residenti e per attrarre investimenti di qualità, in piena coerenza con il percorso strategico di associazione all’Unione Europea, nella consapevolezza delle dimensioni del Paese e della conseguente attenzione alla sostenibilità della crescita economica”. Sulla stessa linea il collega Rossano Fabbri, Segretario di Stato per l’Industria, l’Artigianato e il Commercio: “Il contesto commerciale globale presenta sfide e dinamiche in continua evoluzione, che monitoriamo attentamente con un focus specifico sull’impatto potenziale per il nostro tessuto produttivo. Le imprese sammarinesi hanno dimostrato resilienza e capacità di competere sui mercati internazionali, principalmente quello europeo e italiano, che restano i nostri interlocutori privilegiati. Valutiamo con pragmatismo ogni possibile scenario derivante dalle politiche tariffarie internazionali, inclusi quelli che potrebbero aprire nuove, seppur specifiche, finestre di opportunità. Tuttavia, la nostra strategia industriale è saldamente ancorata al percorso di Associazione con l’Unione Europea, volto a garantire un accesso stabile e strutturato al mercato unico, fondamentale per la crescita e l’innovazione delle nostre aziende. Il nostro impegno è volto a supportare le imprese nel navigare questa complessità, promuovendo la competitività e l’attrattività del sistema industriale sammarinese in un’ottica di sviluppo sostenibile e di lungo periodo”.

NELL’ALLEGATO II LE CATEGORIE ESCLUSE

Vi sono categorie merceologiche che non sono colpite dalle nuove aliquote, ricomprese all’interno dell’ Allegato II dell’Executive Order come ad esempio: settore automotive con riferimento alle voci doganali VD 8701, 8702, 8703, 8704, 8705, e relativa componentistica classificata con voci doganali VD 8407, 8408, 8511, 8706, 8708 e 9401; prodotti farmaceutici con riferimento alle voci doganali VD 3001, 3002, 3003, 3004 e 3005; rame e semiconduttori con riferimento alle voci doganali VD 7401, 7402, 7403, 74004, 7407, 7408, 7409, 7411, 7413, 7419, 8541 e 8542; settore aerospaziale con riferimento alle voci doganali: VD 8802, 8803, 8805; prodotti ottenuti dal legno con riferimento alle voci doganali: VD 4403, 4404, 4406, 4407, 4409, 4410, 4411, 4412 e 4415. Pertanto, sottolineano da ANIS, “raccomandiamo infine di monitorare possibili eccezioni o esclusioni dei codici doganali riferiti alle merci da esportare verso gli USA nonché possibili evoluzioni dei provvedimenti statunitensi”.

LA AMERICAN CHAMBER OF COMMERCE A DISPOSIZIONE

“L’imposizione da parte dell’Amministrazione degli Stati Uniti d’America di una tariffa del 10% sulle importazioni provenienti dalla Repubblica di San Marino potrà determinare per le merci sammarinesi un aggravio di costo sul mercato interno USA”, spiega una nota della American Chamber of Commerce in Italy, rappresentata nella Repubblica di San Marino dal Dott. John Mazza, “ma in termini relativamente modesti per effetto del posizionamento di San Marino nella fascia tariffaria minima, grazie al riconoscimento da parte delle Autorità degli Stati Uniti d’America di un sostanziale equilibrio nella bilancia commerciale in rapporto alle rispettive dimensioni economiche, anche a seguito delle nostre informative in tal senso fornite all’Amministrazione Statunitense in collaborazione con la Rappresentanza Consolare USA”.

Detto ciò, “esprime la piena convinzione e fiducia che l’avvio immediato di un dialogo costruttivo tra le parti, improntato alla realizzazione di condizioni di interscambio più eque e più libere da barriere, tariffarie e non tariffarie, possa contribuire a sviluppare sempre di più le relazioni economiche transatlantiche e, per quanto riguarda in particolare la Repubblica di  San Marino, continuare a garantire anche per il futuro la solidità dello storico ed esemplare rapporto di collaborazione ed amicizia”.

Lo staff di AmCham è a disposizione delle imprese per eventuali chiarimenti scrivendo a mazza@sanmarino.amcham.it”

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