Tra le celebri orazioni per i Reggenti, ce n’è una che è tornata in auge nei giorni scorsi a causa della bagarre alla Camera. Giorgia Meloni ha parlato anche del manifesto di Ventotene: “Non se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia…”.
Il Manifesto di Ventotene – che aveva come titolo originale “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto” – è un documento per la promozione dell’unità politica europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi (con il contributo di Eugenio Colorni) nel 1941 durante il periodo di confino presso l’isola di Ventotene, nel mar Tirreno, per poi essere pubblicato da Eugenio Colorni, che ne scrisse personalmente la prefazione e oggi considerato uno dei testi fondanti dell’Ue.
Altiero Spinelli che il 1° aprile del 1979 fu chiamato sul Titano come oratore ufficiale. Recuperiamo parte del suo intervento. “Venendo qui, avevo pensato di non fare riferimento, in questo mio intervento, a Giosuè Carducci, temendo che ciò sarebbe stato ormai quasi un luogo comune. Tuttavia, quando ieri mi è stata mostrata questa sala e questo podio, e mi stato detto che esattamente da questo posto aveva parlato Giosuè Carducci, confesso che ho avuto un moto di umiltà e mi sono chiesto per quali mai ragioni voi abbiate pensato di invitare oggi qui proprio me. Ho riflettuto che questo non era un omaggio alla mia persona, ma che, significando io qualche cosa in Italia e in Europa solo per il mio ormai quasi quarantennale, ininterrotto impegno per l’unità dei popoli liberi d’Europa – avendolo assunto nel 1941, quasi come visionario, proseguito poi a tappe successive come agitatore, come animatore di studi, come partecipe direttamente alla gestione delle cose europee, ed infine come membro del Parlamento Europeo – voi avete voluto invitare me quest’anno, in questa occasione che per voi è l’insediamento dei nuovi Capitani Reggenti e per la Comunità Europea è la vigilia delle prime elezioni generali dirette del Parlamento Europeo, allo scopo di meditare insieme sul significato di questa difficile costruzione europea, di cui paradossalmente la Repubblica di San Marino fa e non fa parte”.
Il politico e scrittore, considerato tra i Padri fondatori dell’Ue, ha poi proseguito: “C’è l’impegno a mettere progressivamente in comune i destini dei popoli della Comunità, come è detto nel preambolo del trattato di Roma, cioè a mettere fine, grazie a una nuova organizzazione delle loro reciproche relazioni, a una lunga storia di conflitti fra le nazioni che fan parte della Comunità. Ed è questa una cosa cui San Marino non può restare indifferente poiché, quantunque posta non ad un crocevia tra diversi Stati, ma nel cuore di uno, ha visto più di una volta, e ancora nei recenti decenni, la furia della guerra passarle accanto e quasi travolgerla”.
Per Spinelli “la Comunità Europea comincia veramente a diventare anch’essa la ‘res publica’ del grande nascente popolo europeo, dalle molteplici nazioni, che comincia con queste elezioni ad acquistare coscienza di sé! Ebbene, la Repubblica di San Marino, unica antenata sopravvissuta della famiglia delle rinate democrazie d’Europa, può oggi salutare questo ultimo, più grande, più ambizioso, ma ancora debole e fragile rampollo. San Marino ha anche un altro legame con la Comunità Europea. Di fatto ne fa parte, poiché l’economia italiana, con cui quella di San Marino è pienamente integrata, è immersa nel processo di integrazione economica europea. Per non citare che un caso pensiamo che San Marino è in unione doganale con l’Italia. Tuttavia le dogane italiane non esistono più! C’è una tariffa doganale esterna comune della Comunità, e non ce n’è più nessuna tra gli Stati membri della Comunità. I diritti doganali percepiti affluiscono non alle casse dei singoli Stati, ma alle casse della Comunità. San Marino quindi fa parte in realtà dell’unione doganale europea. E se si fa una politica agricola comune, se si fa un sistema monetario europeo, San Marino è tutta intera coinvolta. Al di là delle misure economiche c’è l’impegno a mettere progressivamente in comune i destini dei popoli della Comunità, cioè a mettere fine a una lunga storia di conflitti fra le nazioni che fan parte della Comunità”.