Nonostante l’età – è stata rappresentata per la prima volta nel 472 a. C. ad Atene ed è, ad oggi, la più antica opera teatrale che si sia pervenuta in maniera integrale -, come tutti i grandi classici, sa parlare (anche) dell’attuale quotidianità. Dopo il debutto a Cattolica, a marzo 2023, Silvio Castiglioni e I Sacchi di Sabbia hanno ripreso in mano “I Persiani” di Eschilo per una nuova vita (e un nuovo allestimento). Il monologo, andato in scena nello spazio Cast Oro di Rimini il 5 e 6 aprile, presenta più di una novità rispetto alla versione di due anni fa: l’introduzione di otto giovanissimi coreuti ad esempio, otto studenti di una scuola superiore di Rimini, che danno ampiezza al respiro di Silvio Castiglioni, ma anche la presenza in scena di un secondo tavolo e altri piccoli ma significativi particolari nella parola detta e nei movimenti.
Lo spettacolo visto a Cast Oro, 45 minuti di atto unico, è un lavoro preciso, fruibile, decisamente “più dentro” rispetto a 24 mesi fa: attraverso tre metodi di narrazione, sapientemente alternati – il racconto del “debutto” del 472, ricordato con una dicitura esatta (“quella mattina”), la narrazione “riassunta” di alcuni passaggi del testo e le battute “dirette” di alcuni momenti topici -, Silvio Castiglioni “prende per mano” il pubblico e lo porta a “quella guerra” e a quella rappresentazione, un unicum (dopo la mise en scene de “I Persiani”, dramma a carattere storico, la produzione teatrale greca del tempo abbandonò il genere per affrontare tematiche più mitologiche) anche per l’ambientazione: non Atene ma Susa.
Con pochi oggetti scenici – due tavoli su cui Silvio, muovendo alcuni parallelepipedi, rievoca la battaglia tra gli ateniesi e l’esercito di Serse – la storia si compie e si sviluppa nella sua interezza: il dramma dei reduci dello scontro – tutti presenti, “quella mattina” a teatro -, le tracce lasciate e riprese dai grandi drammaturghi duemila anni più tardi (il dramma della madre che piange la scomparsa del figlio è stato raccolto e utilizzato anche da Shakespeare), l’attualità della guerra, ieri come oggi e come domani. Tutto è già stato scritto: l’importante è recuperare il passato, rileggerlo: solo così si può capire il presente.
