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ANIS: focus sulle misure restrittive unionali

da Daniele Bartolucci

Il convegno su “Le misure restrittive unionali”, organizzato da ANIS per le aziende associate, ha delineato il quadro generale delle misure adottate dall’UE, che si pongono come strumenti per tutelare la sicurezza internazionale, promuovere la pace, e sanzionare atti che minano l’ordine globale, come l’aggressione militare o la violazione dei diritti umani.

Il seminario è stato condotto dall’avv. Massimo Fabio e dall’avv. Nassim Abboud dello Studio Associato KPMG – Consulenza Legale e Tributaria.

I professionisti hanno illustrato alcuni esempi concreti di misure restrittive imposte dall’UE a paesi come la Russia e l’Iran, con l’obiettivo di limitare il loro accesso a tecnologie sensibili e beni strategici, indebolendo le loro capacità economiche e militari.  In particolare, gli esempi hanno dimostrato che anche i beni non strettamente collegati ad attività militari possono essere oggetto di misure restrittive, come ad esempio i beni di lusso nonché un’ampia varietà di prodotti come, i bulbi, il legno, la plastica, le sostanze chimiche e molto altro. Sotto il profilo soggettivo, è stato approfondito come l’UE imponga restrizioni anche a entità, individui e gruppi ritenuti responsabili di attività illecite, come nel caso delle sanzioni contro oligarchi e alti funzionari governativi. L’attenzione si è concentrata sulla necessità di evitare che paesi terzi aggirino le sanzioni, illustrando le pratiche di due diligence e gli obblighi di “best efforts” per gli operatori unionali, oltre alla clausola “no-Russia”, che vieta alle controparti commerciali site in Paesi terzi di riesportare beni listati in Russia.

Alla luce della recente adozione del c.d. “sedicesimo pacchetto” di misure restrittive verso la Russia, i professionisti hanno analizzato le principali novità introdotte con l’ultimo intervento dell’UE in materia di importazioni ed esportazioni. Il nuovo pacchetto sanzionatorio, adottato il 24 febbraio u.s., non solo ha introdotto ulteriori restrizioni commerciali, come il divieto di importazione di alluminio primario dalla Russia, ma ha altresì rafforzato le misure restrittive già esistenti, con un significativo impatto sulle imprese unionali operanti in diversi settori economici. In conclusione, è stata sottolineata l’importanza dei programmi interni di conformità (PIC), vere e proprie procedure interne che le aziende potranno adottare per garantire che le loro operazioni siano in linea con le normative europee e per prevenire violazioni delle sanzioni. Infatti, il regime sanzionatorio italiano previsto al Decreto Legislativo 221/2017 impone pesanti sanzioni amministrative e penali a carico degli operatori economici che violino le normative europee. Da ultimo, i professionisti hanno evidenziato l’importanza della Direttiva UE 2024/1226, che stabilisce norme minime comuni per perseguire la violazione o l’elusione delle sanzioni unionali negli Stati membri. Quest’ultimi dovranno infatti adeguarsi al nuovo provvedimento entro e non oltre il 20 maggio 2025, prevedendo sanzioni penali e amministrative in caso di violazioni delle misure restrittive unionali.

 

    

                     

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