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Consiglio Grande e Generale, mercoledì 19 marzo pomeriggio

da Redazione

Nella seduta pomeridiana si conclude la ratifica di tutti i decreti all’ordine del giorno. Vengono ratificati il Decreto n. 12 “Discipline oggetto della seconda prova scritta degli esami conclusivi degli indirizzi di studio quinquennali nella Scuola Superiore nell’anno scolastico 2024-2025”, il numero 19 “Variazione del costo della vita e relativi coefficienti di cui all’articolo 32, nono comma della Legge 11 febbraio 1983 n.15”, il numero 20 “Adeguamento del tetto limite pensionistico di cui all’articolo 14 della Legge 29 novembre 2022 n.157”, il numero 21 “Modalità per l’assegnazione di guardie giurate in supporto al servizio di custodia e sorveglianza in carcere”, il numero 22 “Modifiche agli Allegati B e D alla Legge 1 febbraio 2023 n.14 “Regolamentazione del servizio diplomatico e consolare della Repubblica di San Marino” e successive modifiche” ed il numero 34 “Misure straordinarie per il contenimento dei costi del gas naturale e dell’energia elettrica”.

Si passa quindi ad affrontare in seconda lettura il progetto di Legge Costituzionale “Modifiche all’art. 14 della Legge Costituzionale 7 dicembre 2021 n.1 – La Magistratura. Ordinamento Giudiziario e Consiglio Giudiziario” presentato dalla Segreteria di Stato per la Giustizia.

“Con questo progetto di legge – spiega il Segretario di Stato Stefano Canti – il magistrato interno che il magistrato esterno avranno la possibilità di essere nominati dirigenti per 5 anni rinnovabili una sola volta per ulteriori 5 anni. Io credo che questo faccia fare un passo in avanti alla norma precedente e dà la possibilità di mettere nelle mani del Consiglio Giudiziario il rinnovo del dirigente attuale Canzio.”

“Le riflessioni fatte in quest’aula – dichiara il capogruppo Psd Matteo Rossi – vanno nella direzione di dire che il lavoro in tribunale è stato fatto in maniera eccellente e i risultati soddisfano la politica. Per questo, vogliamo mettere il Consiglio Giudiziario nelle condizioni di valutare il rinnovo del presidente Canzio”.

Critico il capogruppo di Repubblica Futura, Nicola Renzi: “Questa è una legge ad personam. Se dopo cinque anni di un dirigente esterno che ha fatto meraviglie, il tribunale non è in grado di esprimere una sua personalità interna, mi preoccupo.” “Oggi non nominiamo il dirigente – replica da Alleanza Riformista Maria Luisa Berti – ma diamo la possibilità al Consiglio Giudiziario di valutare la conferma dell’attuale dirigente. Non mi stupirebbe se il Consiglio Giudiziario rinnovasse il mandato all’attuale dirigente, che ha lavorato significativamente bene per l’ammodernamento della giustizia.”

Anche dal Pdcs plauso al lavoro del dirigente Canzio: “Il tribunale – dice Manuel Ciavatta – oggi è dotato di più risorse e la giustizia è un aspetto che qualifica fortemente l’attrattività del nostro paese.” Appoggio alla norma anche da Libera: “Sosteniamo – dichiara Giuseppe Maria Morganti – che questo progetto di legge debba limitarsi ad aprire all’opportunità di avere un magistrato dirigente non interno al nostro tribunale, che abbia maturato esperienza in realtà diverse. Non siamo d’accordo che si trovino formule per avanzamenti di carriera in questo frangente.” Anche da Rete arriva una posizione di supporto: “Non voglio permettere un passo indietro – dice Gian Matteo Zeppa – con il rischio di un referendum su questa questione. Il presidente Canzio non lo meriterebbe, ha portato regolamentazione dopo un periodo difficile. Rischiare di riaprire un fronte politico sulla giustizia è inaccettabile.” Da Domani Motus Liberi invece dichiarata l’astensione: “Nessuno – spiega Carlotta Andruccioli – mette in discussione la figura del dirigente che si intende rinnovare, una figura autorevole che ha migliorato il tribunale. Tuttavia, nutrivamo perplessità sul rinnovo di 5 più 5 anni, pensando che le leggi debbano essere generali e astratte.”

Al termine della discussione la legge è approvata con 44 voti favorevoli, 4 contrari e 5 astenuti.

Di seguito un estratto dei lavori.

– Decreto Delegato 30/01/2025 n.12 Discipline oggetto della seconda prova scritta degli esami conclusivi degli indirizzi di studio quinquennali nella Scuola Superiore nell’anno scolastico 2024-2025

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: “In ottemperanza ai disposti dell’articolo 4, comma 3 della Legge 28 gennaio 2019 n. 20, il presente Decreto Delegato stabilisce le discipline oggetto della seconda prova scritta negli esami conclusivi degli indirizzi di studio quinquennali della Scuola Superiore, per l’anno scolastico 2024-2025. La seconda prova scritta ha per oggetto una o più discipline caratterizzanti l’indirizzo di studio ed è intesa ad accertare le conoscenze, le abilità e le competenze attese dal profilo educativo, culturale e professionale che emerge dai rispettivi testi programmatici in adozione.

Nell’anno scolastico 2024-2025 la seconda prova in forma scritta verterà sulle seguenti discipline:

– Latino per l’indirizzo Classico;

– due lingue a scelta del candidato tra Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo per l’indirizzo Linguistico;

– Matematica per l’indirizzo Scientifico;

– Economia Aziendale per l’indirizzo Economico-Aziendale.”

Il Consiglio Grande e Generale ratifica il Decreto all’unanimità con 34 voti favorevoli e 1 non votante.

– Decreto Delegato 11/02/2025 n.19 Variazione del costo della vita e relativi coefficienti di cui all’articolo 32, nono comma della Legge 11 febbraio 1983 n.15

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: “Il presente Decreto Delegato è stato presentato ai sensi dell’articolo 32 della Legge n.15/1983 e della Legge n.157/2022 al fine di determinare la misura delle prestazioni pensionistiche da erogare. La variazione dell’indice del costo della vita per l’anno 2024 ed i relativi coefficienti per gli anni pregressi vengono definiti sulla base di calcoli matematico/statistici effettuati dall’ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica. Tali coefficienti sono inoltre necessari per calcolare la quota di esenzione e l’adeguamento di cui agli articoli 17 e 32 della Legge n.157/2022 fungendo pertanto da applicazione e coordinamento della medesima Legge. In base ad essi, il Consiglio per la Previdenza dell’Istituto per la Sicurezza Sociale ha emesso la delibera n. 1 del 27 gennaio 2025 con la quale ha proposto al Congresso di Stato per il tramite della Segreteria di Stato per la Giustizia, la Previdenza e la Famiglia, la variazione dell’indice del costo della vita per il 2024 ed i relativi coefficienti da applicare per il computo delle prestazioni pensionistiche.”

Gaetano Troina (DML): “Ritengo fondamentale intervenire su questo decreto per riportare all’attenzione dell’aula sulla sempre maggiore insostenibilità per le famiglie sammarinesi, che faticano ad arrivare a fine mese. La situazione è complicata, anche a causa degli impatti dello scenario internazionale sui costi che gravano sulle famiglie. È necessario fare una valutazione più precisa delle difficoltà delle famiglie, che continuano a segnalare problematiche importanti tramite le associazioni di consumatori per rendere più sostenibile il costo della vita. Pur comprendendo le esigenze burocratiche che richiedono la revisione periodica dei parametri, questi ultimi hanno un impatto diretto sulla vita dei nostri concittadini. Ritengo quindi importante e doveroso che la classe politica si fermi a valutare come intervenire a supporto delle famiglie in difficoltà.”

Il Consiglio Grande e Generale ratifica il Decreto all’unanimità con 31 voti favorevoli e 1 non votante.

– Decreto Delegato 11/02/2025 n.20 Adeguamento del tetto limite pensionistico di cui all’articolo 14 della Legge 29 novembre 2022 n.157

Segretario di Stato Stefano Canti: “L’adeguamento di cui al presente Decreto Delegato in base alla normativa vigente deve essere effettuato annualmente ed è necessario al fine di determinare la misura massima della prestazione pensionistica da erogare. La Legge n.157/2022 “Riforma del Sistema Previdenziale” prevede che l’importo del tetto limite pensionistico sia adeguato in base alla variazione dell’indice medio dei prezzi al consumo registrato nell’anno precedente per le famiglie, dato reso noto dall’Ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica; per tale adeguamento per gli anni dal 2023 al 2027 la sopra richiamata normativa prevede la limitazione di 2,2 punti percentuali. Come previsto dalle disposizioni vigenti, il Consiglio per la Previdenza dell’Istituto per la Sicurezza Sociale ha emesso la delibera n. 4 del 27 gennaio 2025 con la quale ha proposto tale adeguamento al Congresso di Stato per il tramite della Segreteria di Stato per la Giustizia, la Previdenza e la Famiglia, sulla base del combinato disposto di cui all’articolo 14 della Legge n.157/2022 e dell’articolo 32 della Legge n.15/1983.”

Il Consiglio Grande e Generale ratifica il Decreto all’unanimità con 29 voti favorevoli.

– Decreto Delegato 13/02/2025 n.21 Modalità per l’assegnazione di guardie giurate in supporto al servizio di custodia e sorveglianza in carcere

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: “Le disposizioni del presente decreto delegato hanno l’obiettivo di fornire un supporto al servizio di custodia e di sorveglianza in carcere al fine di integrare il personale appartenente al Corpo della Gendarmeria in considerazione del numero dei detenuti e dei turni di servizio da coprire. Nello specifico si dispone che le guardie giurate vengono selezionate dal Registro delle Guardie Giurate tra coloro che hanno ottenuto l’idoneità a seguito di apposito corso di formazione e aggiornamento professionale tenuto dal Direttore del carcere sentito il Comandante della Gendarmeria. Il presente decreto stabilisce inoltre le modalità di reperimento delle guardie giurate, i loro doveri e le dipendenze funzionali una volta preso servizio in carcere e introduce, altresì, le norme generali di condotta, l’obbligo di segnalazione da parte della guardia giurata al Direttore del carcere di eventuali incompatibilità o conflitti di interesse e le eventuali sanzioni disciplinari. Le disposizioni applicative e attuative del presente decreto delegato saranno poi disciplinate in apposito atto di concessione del servizio pubblico sottoscritto con gli Istituti di vigilanza. Rimane ferma, come sempre avvenuto, la possibilità di chiamare i Militi dei Corpi Militari Volontari a svolgere servizio presso il carcere. La facoltà di avvalersi di entrambe le figure oppure solamente di una di esse spetta sempre al Direttore del carcere che provvede, in entrambi i casi, ad inviare una richiesta motivata.”

Mirko Dolcini (DML): “Dal nostro punto di vista i corpi volontari, con una tradizione secolare di oltre 200 anni, antecedente ad altre forze dell’ordine, stanno subendo un depauperamento delle loro funzioni e servizi. Nonostante abbiano sempre operato con onore, efficacia ed efficienza, oggi assistiamo a una crisi di arruolamento e ad un abbandono da parte dei giovani, in parte dovuto al mancato riconoscimento e alla sottrazione di funzioni storiche. Credo che il governo debba considerare questo declino, poiché questi corpi potrebbero essere utili per la sicurezza del paese. Abbiamo presentato un emendamento per prevedere la loro attività anche nelle carceri, auspicando che vengano impiegati in via prioritaria rispetto alle guardie giurate, in linea con la tradizione sanmarinese. Questo è un aspetto di un problema più ampio: la relegazione in secondo piano di queste preziose risorse volontarie, rischiando di perdere anche la loro partecipazione nelle cerimonie. Non voglio essere responsabile della fine di questi corpi dopo oltre 500 anni di servizio.”

Nicola Renzi (Rf): “Prima di tutto, dobbiamo salvaguardare la tenuta del carcere, assicurando sicurezza, professionalità e il pieno rispetto per chi vi è ristretto, evitando evasioni. Abbiamo ricevuto raccomandazioni affinché la sorveglianza non sia affidata direttamente a forze militari. Sposo quanto detto dal consigliere Dolcini sul sempre minore afflato nei confronti del servizio nei corpi volontari. Credo fermamente nei nostri militi volontari, che considero, al pari dello stemma e della bandiera, una rappresentazione della nostra identità statuale. È fondamentale riconoscerne il ruolo e valorizzarli concretamente, rendendo appetibile l’adesione e non lesinando sui loro gettoni o limitando i loro servizi. Se hanno dimostrato professionalità nel servizio carcerario, perché il governo vuole cambiare strada? Non credo sia giusto mettere in concorrenza realtà pubblica (militi volontari) e privata (guardie giurate) che già operano nelle carceri.”

Massimo Andrea Ugolini (Pdcs): “Questo decreto è stato riproposto dopo una discussione avvenuta qualche tempo fa in Consiglio. Non si era riusciti ad arrivare alla ratifica per questioni di tempistica, e ora il decreto è stato riemesso. Voglio sottolineare che l’articolo 50 dell’ordinamento penitenziario stabilisce chiaramente che la priorità per i compiti di polizia penitenziaria spetta al corpo della gendarmeria. Tuttavia, la normativa prevede anche la possibilità di chiamare in servizio, in ausilio, i militi appartenenti ai corpi volontari. È doveroso ringraziare questi militi per il supporto fornito negli anni, soprattutto nei momenti di carenza di personale della gendarmeria. Sebbene ultimamente il governo stia investendo in risorse per i vari corpi, inclusa la gendarmeria, l’ordinamento penitenziario prevede, in caso di difficoltà di risorse umane, la possibilità di avvalersi anche degli istituti di vigilanza privata, come indicato nell’ultimo comma dell’articolo 50. È chiaro che, in via ordinaria, il direttore del carcere continuerà ad attingere alla gendarmeria e ai corpi volontari. L’opzione della vigilanza privata è pensata per situazioni di necessità e urgenza, come l’affollamento. Questo decreto, quindi, è semplicemente un adeguamento a una delega già prevista nel 2023.”

Marco Mularoni (Pdcs): “Nessuno intende distogliere alcuno dai propri servizi, anche perché i militi volontari sono una risorsa preziosa, come dimostrato durante il Covid. Il comma 7 lascia al direttore del carcere la libera determinazione basata sulle esigenze e, forse, su richieste di organismi internazionali, essendo corpi militari volontari. Credo che il governo voglia lasciare al direttore e al comandante la valutazione caso per caso, considerando anche la pericolosità dei soggetti detenuti. È fondamentale un ragionamento più ampio sul valore dei corpi e sui servizi che svolgono con passione e dedizione per la patria. Riconosco la problematica segnalata dal consigliere Dolcini sulla mancanza di giovani, ma il mondo è cambiato.”

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: “Non è la politica che deve decidere chi deve presidiare il nostro carcere, che seppur piccolo e è sempre e comunque ritenuto un carcere, quindi deve avere di fatto un presidio di tipo professionale. Nessuno vuole limitare l’azione di una nostra rappresentanza anche in termini di corpi volontari. Dobbiamo però fare in modo che la politica, attraverso norme corrette, non entri nel merito nella gestione di un’attività ritenuta assolutamente importante come quella di un presidio carcerario. È scelta del direttore del carcere, sentito il comandante della Gendarmeria, rivolgersi al registro delle guardie giurate o ai nostri bravissimi ed eccezionali militi volontari. Però stiamo parlando di un’attività carceraria che prevede molte volte anche una professionalità. Ricordiamoci che spesso i militi sono giovanissimi, spesso sono anzianissimi, la prontezza in un caso o nell’altro può diventare un problema in quelle circostanze e quindi fare una valutazione del tipo di intervento risulta essere con questo atto normativo assolutamente adeguato.”

Emendamento modificativo DML e Rf comma 2 dell’articolo 1

Mirko Dolcini (DML): “Noi chiediamo che prima di arrivare alle guardie giurate si verifichi la presenza, e quindi la volontà, dei corpi militari volontari di poter presiedere il carcere. Non metto in dubbio che la maggior parte, se non tutti i consiglieri, siano legati alla tradizione e al rispetto delle guardie delle dei corpi militari volontari. Dobbiamo dimostrare ai corpi militari volontari la nostra vicinanza anche nel concreto. Io non credo che le guardie giurate arriveranno in carcere senza una formazione. La stessa formazione che viene data alle guardie giurate può essere benissimo data ai corpi militari volontari perché sono abituati a questo.”

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: “È un desiderio del governo di riuscire a trovare quella forma di attaccamento, interesse e attrazione da parte delle giovani generazioni nei confronti di quello che è molto rappresentativo del nostro paese. Ma non confonderei questo con l’esigenza di dover gestire a livello professionale una struttura carceraria, un luogo dove, in base anche alla pericolosità, dobbiamo individuare chi è più pronto nel gestirlo. E saranno il direttore del carcere e il comandante della gendarmeria a farlo.”

Nicola Renzi (Rf): “Io credo che laddove si appalti a società private un servizio che dovrebbe essere garantito totalmente dallo Stato, lo Stato è manchevole in qualche cosa, perché la sicurezza del carcere, a mio avviso, è una funzione che deve essere tutta pubblica. Non possiamo permetterci in uno stato come il nostro di farla diventare privata. Penso la stessa cosa sulla sanità e su altri servizi che sono servizi fondamentali. Poi certo, negli altri se c’è la libertà di impresa, ma in questo proprio si parla di cose delicate perché c’è la vita delle persone che sono costrette in carcere.”

L’emendamento è respinto con 9 voti favorevoli e 32 contrari.

Il Consiglio Grande e Generale ratifica il Decreto all’unanimità con 33 voti favorevoli.

– Decreto Delegato 13/02/2025 n.22 Modifiche agli Allegati B e D alla Legge 1 febbraio 2023 n.14 “Regolamentazione del servizio diplomatico e consolare della Repubblica di San Marino” e successive modifiche

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: “Per quanto riguarda l’allegato B, le modifiche prevedono l’inserimento di un limite di incarico per gli Agenti Diplomatici accreditati presso Paesi stranieri, al fine di uniformare i cicli di mandato dei funzionari diplomatici e degli agenti diplomatici e facilitare l’organizzazione del personale diplomatico. Si è ritenuto inoltre necessario aggiornare le disposizioni relative alle sedi diplomatiche, tramite la ridefinizione dei coefficienti delle persone a carico per il calcolo dell’indennità di sede e delle condizioni di rimborso per i traslochi del personale diplomatico in partenza o di ritorno in Repubblica. Infine è prevista l’abrogazione dell’articolo 11 dell’allegato, dal momento che il personale diplomatico delle sedi strategiche è ora costituito interamente da funzionari appartenenti alla carriera diplomatica. In merito all’allegato D invece è stata modificata la denominazione della Rappresentanza Permanente a Roma, per uniformarsi alla prassi seguita in Italia.”

Il Consiglio Grande e Generale ratifica il Decreto all’unanimità con 30 voti favorevoli.

– Decreto Delegato 06/03/2025 n.34 Misure straordinarie per il contenimento dei costi del gas naturale e dell’energia elettrica

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: “Il presente decreto delegato prevede misure straordinarie per il contenimento dei costi del gas naturale e dell’energia elettrica. In particolare, all’articolo 1, è stata introdotta una scontistica a favore degli utenti del servizio gas naturale ad uso civile. Tale misura si è resa necessaria ed auspicabile per il contenimento degli incrementi di spesa che l’utenza domestica deve sostenere a causa dell’attuale congiuntura derivante dall’incremento dei costi energetici e dal contestuale crollo delle temperature atmosferiche, rilevato durante il primo bimestre dell’anno corrente. Lo sconto viene applicato alla componente di costo della materia prima gas naturale. All’articolo 2 sono stati previsti degli interventi di calmierazione della spesa energetica a favore delle imprese energivore, al fine di consentire alle imprese sammarinesi il mantenimento di adeguati livelli di competitività nei confronti delle controparti concorrenti.”

Fabio Righi (DML): “La critica che rivolgo al governo è che arrivi con una proposta che va a pescare dal bilancio dello Stato, quindi dalla tasca dei contribuenti, senza una pianificazione e un progetto rispetto alle problematiche legate all’energia. Sul tavolo c’erano più di un investimento, più di un progetto, che avrebbero determinato l’avvio di un percorso che non si limitava unicamente a dire intervengo a pagare la bolletta, che mi sembra sempre la logica di una politica che punta elargire risorse ai fini del consenso facile, ma c’era un percorso strutturato che portava San Marino potenzialmente ad essere produttore di energia, molto di più rispetto a quanto lo può essere oggi. Contesto questo tipo di approccio che onestamente non solo riteniamo fortemente sbagliato, ma anche fortemente anacronistico.”

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: “La motivazione che ha mosso il collega Bevitori a portare in Congresso di Stato questo tipo di provvedimento è soltanto uno: i prezzi dell’approvvigionamento delle risorse energetiche sono sempre in movimento. Condivido che potevamo essere decisamente molto più determinati, anche in anni indietro, con le opportunità che sono venute avanti. Non le abbiamo del tutto perdute, alcune sono ancora sul tavolo del Congresso di Stato. Ci sono delle valutazioni in corso per un maggior efficientamento energetico e una maggiore capacità di approvvigionamento energetico. Gli interventi come questo sono ordinari e di grande calmierazione o di grande beneficio nei confronti della nostra comunità, sia per quanto riguarda le utenze private sia per quanto riguarda quelle industriali.”

Il Consiglio Grande e Generale ratifica il Decreto all’unanimità con 33 voti favorevoli.

Progetto di Legge Costituzionale “Modifiche all’art. 14 della Legge Costituzionale 7 dicembre 2021 n.1 – La Magistratura. Ordinamento Giudiziario e Consiglio Giudiziario” (presentato dalla Segreteria di Stato per la Giustizia)

Segretario di Stato Stefano Canti: “Abbiamo presentato una modifica all’articolo 14 della legge costituzionale sulla durata del magistrato dirigente che viene parificata rispetto a quello che era la formulazione degli articoli precedenti fra magistrato dirigente interno e magistrato dirigente esterno. Prima si prevedeva una durata del magistrato interno di 4 anni più 4 anni rinnovabile una sola volta. Mentre per quanto riguarda la nomina esterna del dirigente veniva indicata una durata di 3 anni più 2. Con questo progetto di legge sia il magistrato interno che il magistrato esterno avranno la possibilità di essere nominati per 5 anni rinnovabili una sola volta per ulteriori 5 anni. Io credo che questo faccia fare un passo in avanti alla norma precedente e dà la possibilità di mettere nelle mani del Consiglio Giudiziario il rinnovo del dirigente attuale Canzio. Ci tengo a precisare che non è una norma ad personam, ma è una norma che dà la possibilità al Consiglio Giudiziario di poter riconfermare il dirigente Canzio alla luce di quella che è l’attività lavorativa che lui ha portato all’interno del Tribunale. Credo che vada riconosciuto il buon lavoro che il dirigente Canzio ha svolto all’interno del Tribunale, lavoro che di certo non è completato e che occorre portare avanti. Cosa resta da fare ancora? Resta dover completare l’ammodernamento del sistema giudiziario anche in allineamento a quelli che sono gli standard internazionali. Resta da completare il processo di informatizzazione dell’attività che viene svolta all’interno del tribunale. Credo che il nostro dirigente Canzio abbia tutte le carte in regole per poter completare questo percorso. Di qui è nata all’interno della maggioranza la volontà di modificare l’articolo 14 della legge costituzionale per poter garantire la continuità a questo percorso riformatore del nostro tribunale.”

Massimo Andrea Ugolini (Pdcs): “Con il dirigente Canzio sono stati fatti numerosi interventi dal punto di vista dell’ordinamento giudiziario, norme che sono state vagliate anche degli organismi internazionali nell’ambito del quarto ciclo di valutazione con riscontri molto positivi. Ci sono tantissime attività in corso come quello dell’informatizzazione dell’autorità giudiziaria. Sappiamo molto bene come dal punto di vista amministrativo è già in essere tutto il processo telematico, anche per quello che riguarda il civile siamo a buon punto. Rimane il penale ma credo che il cambio di passo fatto negli ultimi anni sia veramente evidente. C’è la grandissima sfida dell’Europa a cui anche chiaramente il nostro tribunale, la nostra struttura giudiziaria avrà necessità di dare il proprio contributo. Crediamo che l’intervento proposto dal governo e dal segretario Canti sia importante e speriamo che si possa arrivare quanto prima all’approvazione di questo progetto di legge.”

Iro Belluzzi (Libera): “Oggi andiamo a rimuovere quegli ostacoli che non permettevano al Consiglio Giudiziario di andare a nominare una figura esterna al tribunale per più anni, se non in una situazione eccezionale di particolare gravità. La figura del dirigente Canzio, persona riconosciuta a livello internazionale, quantomeno per la sua autorrevolezza, per la sua capacità, per il ruolo che ha svolto al di fuori del territorio sammarinese e che sta svolgendo all’interno della Repubblica. Sarà il Consiglio Giudiziario che potrà e dovrà valutare se la figura di Canzio è ancora utile al nostro al nostro paese. Credo, come presidente della Commissione Affari di Giustizia, che ci possa essere un confronto proficuo con la Commissione speciale per le riforme istituzionali, per poter arrivare più velocemente possibile ad aggiustare quegli elementi che magari non funzionano perfettamente. Questo sarà sicuramente un passaggio che darà ulteriore forza alla democrazia della Repubblica di San Marino”.

Matteo Rossi (Psd): “Abbiamo esaminato e valutato con attenzione l’operato del dirigente Canzio alla luce dei dati oggettivi del tribunale. Le riflessioni fatte in quest’aula vanno nella direzione di dire che il lavoro è stato fatto in maniera eccellente e i risultati soddisfano la politica. Per questo, vogliamo mettere il Consiglio Giudiziario nelle condizioni di valutare il rinnovo del presidente Canzio. La modifica di cui parliamo, di portare a 4 anni più 4 più la possibilità di un dirigente esterno per il tribunale, rientra nella filosofia di “working progress” che abbiamo interpretato. Ora riteniamo che la prudenza avuta in passato riguardo ai dirigenti esterni vada parificata. Il lavoro svolto, come l’accreditamento internazionale del nostro tribunale e il calo drastico dei pregressi, è estremamente rilevante.”

Nicola Renzi (Rf): “In altri momenti si sarebbe gridato al colpo di Stato, ma oggi usiamo toni pacati pur credendo che sia un errore. Le nostre valutazioni sull’operato dell’attuale dirigente sono diverse. Cito per inciso la questione della querela nullitatis, caduta nel silenzio. Questa norma, che la maggioranza può adottare, è una legge costituzionale, necessitando dei 2/3. Noi non sosterremo questo cambiamento fatto perché c’è una persona con il mandato in scadenza. È una legge ad personam. Nonostante il rispetto per il presidente Belluzzi, demandare tutto alla Commissione per le riforme istituzionali, mentre si ha fretta per questa legge, non convince. La fretta è motivata solo dalla volontà di riconfermare una persona. Questa è una sgrammaticatura istituzionale. Si cambiano leggi costituzionali come se fossero inezie. Nella passata legislatura la si è voluta costituzionale e ora la si modifica. Il messaggio è pessimo. Abbiamo tentato un confronto in Commissione Giustizia, ma la maggioranza ha tirato dritto. Se dopo cinque anni di un dirigente esterno che ha fatto meraviglie, il tribunale non è in grado di esprimere una sua personalità interna, mi preoccupo.”

Gaetano Troina (DML): “Ribadiamo le nostre osservazioni su questo tema che ci sta particolarmente a cuore: il corretto utilizzo delle fonti, specialmente quando si tratta di una norma di rango costituzionale. Non riteniamo che questo debba essere fatto con leggerezza, ogni volta che se ne presenta una ipotetica necessità. Ricordo che la normativa costituzionale fonda l’intero ordinamento giuridico, e intervenire costantemente implica effetti a cascata. Rivolgo un appello alla commissione speciale per le riforme istituzionali affinché faccia un ragionamento sulla struttura del nostro ordinamento e detti delle proposte per evitare questi corto circuiti, senza focalizzarsi solo su singoli interventi. Non contesto il singolo intervento in sé, ma l’uso leggero dello strumento costituzionale che può creare confusione e difficoltà nel risolvere reali problemi.”

Maria Luisa Berti (Ar): “Ciò che è in discussione oggi è frutto di un confronto nella commissione Affari di Giustizia, con tutte le forze politiche. Rispondo al consigliere Renzi che ha fatto affermazioni piuttosto gravi, definendo quello che facciamo un errore e dicendo che questa è una legge ad personam. Noi diamo gli strumenti normativi al Consiglio Giudiziario per valutare e nominare un dirigente, seguendo standard internazionali come il GRECO. Oggi non nominiamo il dirigente, ma diamo la possibilità al Consiglio Giudiziario di valutare la conferma dell’attuale dirigente. Non mi stupirebbe se il Consiglio Giudiziario rinnovasse il mandato all’attuale dirigente, che ha lavorato significativamente bene per l’ammodernamento della giustizia.”

Giovanni Maria Zonzini (Rete): “Considero questo intervento e la rinomina di Canzio il male minore per il nostro tribunale. Non nascondiamoci, è evidente che questa è una legge fatta per una persona specifica. Anche se forse è Canzio che fa un favore a noi. Nel 2020-21 le riforme hanno dato l’autogoverno alla magistratura, ma la necessità di questa legge dimostra l’incapacità della magistratura di autogovernarsi compiutamente. Di fatto, c’è una richiesta di aiuto alla classe politica. Questo è il tema problematico, non la legge in sé, ma l’incapacità del tribunale di gestire serenamente una transizione. Mi appello ai giudici per un maggiore senso di responsabilità. Il fatto che discutiamo questa legge oggi rappresenta il fallimento di chi ha voluto l’autogoverno. Sono deluso, non da Canzio, ma perché alcune frizioni evidentemente non sono state superate.”

William Casali (Pdcs): “Ritengo che questo atto normativo di modifica costituzionale abbia senso e per comprenderlo è necessario considerare la storia recente. Spesso giudichiamo la magistratura, ma la politica deve fare un esame di coscienza, ricordando magistrati rimossi o nominati in modo forzato. Politica e magistratura, poteri dello Stato, devono collaborare per i cittadini. Abbiamo superato un momento difficile nella gestione del tribunale, che ha richiesto un intervento politico. La modifica del 2020-2021 portava ancora delle difficoltà, con una preferenza per il magistrato di carriera. Con questo intervento, riportiamo la situazione allo stato naturale, dando al governo della magistratura la possibilità di scegliere serenamente tra un magistrato dirigente esterno di chiara fama e uno di carriera. Non facciamo una forzatura, ma mettiamo sullo stesso piano due opzioni che storicamente avevano una differenza. Sono state fatte tutte le valutazioni, rispettando il confronto in aula e tra i poteri.”

Marco Mularoni (Pdcs): “Questa modifica arriva in un periodo in cui scade il mandato del dirigente Canzio. Ci siamo interrogati su questa modifica in Commissione Giustizia. Credo che non sia una forzatura, ma si siano seguiti i passaggi dovuti per una legge costituzionale. Concordo che non si possono modificare le leggi costituzionali ogni 3-4 anni, ma la modifica del 2021 prevedeva una disparità che oggi equipariamo. Non siamo noi l’organo competente a rinnovare il magistrato dirigente, ma è il Consiglio Giudiziario che potrà valutare un ulteriore mandato.”

Paolo Crescentini (Psd): “Questo provvedimento va a dare continuità all’ottimo lavoro iniziato nella scorsa legislatura, in totale discontinuità con quanto fatto prima. Rafforza il lavoro precedente e pone basi ancora ancor più forti, riconoscendo l’ottimo lavoro fatto dal dirigente Canzio. La relazione riporta i numeri dell’attività del tribunale con un cambio di passo notevole, accelerazione dei tempi, snellimento del pregresso e diminuzione delle prescrizioni, grazie al dirigente Canzio. Non ritengo che un voto favorevole dell’opposizione sia un soccorso alla maggioranza, ma un segno di serietà nel riconoscere l’ottimo lavoro fatto. Questo non è un provvedimento ad personam. Mentre si critica questo, si presentano provvedimenti contro le persone, come quello sulle incompatibilità che sembra avere un nome e cognome.”

Giuseppe Maria Morganti (Libera): “Libera si è sempre dichiarata disponibile affinché il nostro tribunale potesse essere gestito da un magistrato dirigente non sammarinese. Questa figura, proveniente da una realtà diversa, potrebbe dare un senso significato profondo alle manifestazioni implicite del nostro importantissimo istituto. Purtroppo, abbiamo notato come all’interno di una realtà così delicata come la giustizia, possano manifestarsi tensioni legate a parti politiche o caratteriali. Chi gestisce la giustizia dovrebbe farlo in maniera asettica, scientifica e con un occhio ai più deboli, attenendosi alle leggi. Sosteniamo che questo progetto di legge debba limitarsi ad aprire all’opportunità di avere un magistrato dirigente non interno al nostro tribunale, che abbia maturato esperienza in realtà diverse. Non siamo d’accordo che si trovino formule per avanzamenti di carriera in questo frangente.”

Emanuele Santi (Rete): “Discutiamo di una legge che permetterebbe la permanenza del dirigente Canzio per ulteriori 5 anni dopo i 5 già fatti. Non c’è nulla di male nel dirlo, così come nel dire che nel tribunale molte questioni non sono risolte. La verità è che se Canzio se ne va, c’è il rischio di ripiombare nel caos. Questo è il vero motivo di questa legge. Bisogna ringraziare il presidente Canzio per il suo lavoro e la sua disponibilità a rimanere. L’importante è essere chiari: oggi abbiamo bisogno del presidente Canzio per mantenere l’equilibrio creato. Però, non va tutto bene; permangono conflitti e bisogna migliorare, come dimostrano le recenti prescrizioni di reati, cosa inaccettabile nonostante i progressi fatti dal 2020.”

Carlotta Andruccioli (DML): “Quando si interviene su una legge, soprattutto costituzionale, bisognerebbe farlo in maniera completa e con cognizione, evitando interventi spot per la credibilità dell’aula. La celerità con cui è stata portata in discussione questa proposta e l’aver evitato una riflessione approfondita in Commissione Giustizia mi fa capire che la maggioranza non intende fare le cose in maniera completa, con l’obiettivo principale del rinnovo del dirigente Canzio. Poco importa come ci si arriva, modificando una legge costituzionale come un decreto delegato. In commissione ci siamo confrontati su altre modifiche importanti per l’ordinamento giudiziario, come evidenziato anche dal dirigente Canzio. Abbiamo discusso del ruolo della Commissione Giustizia, del Consiglio Giudiziario e degli uditori, ma non c’è stata la volontà di approfondire. Nessuno mette in discussione la figura del dirigente che si intende rinnovare, una figura autorevole che ha migliorato il tribunale. Tuttavia, nutrivamo perplessità sul rinnovo di 5+5 anni, pensando che le leggi debbano essere generali e astratte.”

Enrico Carattoni (Rf): “Ricordo la riforma dell’ordinamento giudiziario del 2003, modificata raramente fino al 2021, quando una nuova riforma viene già cambiata sul criterio di straordinarietà per i dirigenti esterni. I problemi di straordinarietà di 5 anni fa evidentemente persistono. Questa legge serve perché il dirigente del tribunale rimanga in carica per governare questa straordinarietà non terminata. Mi chiedo se non ci fossero altri elementi da valutare invece di agire in emergenza. Forse serviva un confronto più approfondito, ad esempio sul tema degli avvocati nel Consiglio Giudiziario e sul conflitto di interessi. Temo che dovremo riaffrontare questi temi in futuro, perché questa straordinarietà purtroppo non è finita.”

Gian Matteo Zeppa (Rete): “Credo che questa legge costituzionale abbia il suo perché. Non possiamo dimenticare gli anni bui della giustizia e della politica. Cerco di guardare avanti: una legge costituzionale necessita di 39 voti, altrimenti andrebbe a referendum confermativo entro 90 giorni. Temo che andare a referendum, con le attuali leggi senza quorum, potrebbe riaprire appetiti biechi legati alla legge costituzionale 1 del 2021, nonostante i meriti riconosciuti anche dal GRECO. Non voglio permettere un passo indietro con il rischio di un referendum su questa questione. Il presidente Canzio non lo meriterebbe, ha portato regolamentazione dopo un periodo difficile. Rischiare di riaprire un fronte politico sulla giustizia è inaccettabile. Il mio consiglio al governo è di coinvolgere maggiormente la politica e responsabilizzare i magistrati. Dall’alto del mio voto, dico no a questo rischio.”

Gian Nicola Berti (Ar): “Questo progetto di legge è un ulteriore passaggio in avanti verso una situazione della quale soprattutto i cittadini potranno beneficiare. Uno degli elementi che ci aveva fatto più dubitare nelle scorse legislature, due legislature fa in particolare, era su certe figure di persone molto competenti, brave e illustri esperti del diritto costituzionale di altri paesi, però che nel ruolo dei magistrati dirigenti sono venuti decisamente meno ai loro doveri, e mi riferisco chiaramente ai non magistrati che hanno ricoperto questo ruolo. Da questo punto di vista si è creata una disparità tra il magistrato dirigente eletto tra i magistrati e il dirigente del tribunale non magistrato. Credo che l’esperienza del presidente Canzio sia stata utile, che questa situazione vada consolidata e questo progetto di legge sia un ulteriore passaggio in avanti.”

Vladimiro Selva (Libera): “Il progetto di legge depositato a gennaio affronta la possibilità per un professionista di chiarissima fama ed esperienza nella direzione degli uffici giudiziari, pur non essendo magistrato, di dirigere il tribunale a San Marino. Già nel 2021 ci sembrava che questa fosse un’opzione in più per il Consiglio Giudiziario nella scelta del dirigente. Oggi verifichiamo se l’aula condivide questa opzione, legata in parte alla possibilità dell’attuale dirigente di continuare il suo lavoro. A nostro avviso, poteva essere l’occasione per altri aggiustamenti all’ordinamento giudiziario, come la rappresentatività del Consiglio Giudiziario, il ruolo dell’avvocatura e della Commissione Affari di Giustizia. Purtroppo, i tempi non hanno permesso modifiche più condivise, ma la questione è stata inserita nella Commissione per le riforme istituzionali.”

Manuel Ciavatta (Pdcs): “Non possiamo non esprimere la gratitudine e riconoscere il merito che il presidente Canzio ha avuto nel percorso del tribunale. L’auspicio è che questa presenza possa continuare ad esserci, e questa norma potrà sicuramente consentirlo. Questa è una legge costituzionale, e in Commissione Giustizia si era valutata la possibilità di aggiungere altri provvedimenti, ma la questione verrà rimandata alla Commissione speciale per le riforme istituzionali. Riteniamo importantissimo che la riflessione su questi aspetti possa continuare per migliorare ulteriormente la struttura giudiziaria. Il tribunale oggi è dotato di più risorse e la giustizia è un aspetto che qualifica fortemente l’attrattività del nostro paese.”

Segretario di Stato Stefano Canti: “Tengo a chiarire che questa legge non è una legge ad personam, come già detto, ma un provvedimento che vale per sempre. Precisiamo che modifichiamo solo un articolo di una legge costituzionale più ampia. Ricordo che il comma successivo riguarda un progetto di legge sulla ragionevole durata del processo. Credo che ci siano tutti i requisiti per approvare questo progetto di legge con ampia maggioranza, evitando così un referendum. Ringrazio nuovamente il dirigente Canzio per la sua attività e tutto il personale della giustizia.”

Votazione dell’articolato

Articolo 1 – Modifiche dei commi 1 e 4 dell’articolo 14 della Legge Costituzionale 7 dicembre 2021 n.1

Approvato con 42 voti favorevoli, 4 contrari e 5 astenuti

Articolo 2 – Norma transitoria

Approvato con 41 voti favorevoli, 4 contrari e 5 astenuti

Articolo 3 – Entrata in vigore

Approvato con 40 voti favorevoli, 4 contrari e 5 astenuti

Dichiarazioni di voto

Giovanni Maria Zonzini (Rete): “La nostra posizione, come detto, è distinta dalla maggioranza, ma voteremo a favore solo per un senso di responsabilità istituzionale che ci costa molto, anche personalmente. Spiace constatare che, senza i nostri voti, la maggioranza non avrebbe avuto i 39 voti per approvare gli ultimi due articoli. Forse la maggioranza dovrebbe essere più organizzata, altrimenti si rischia un referendum su una legge di questo tipo. In ogni caso, per senso di responsabilità e senza pretendere niente in cambio, perché noi non vendiamo i voti, voteremo questa legge pur con le riserve espresse.”

Iro Belluzzi (Libera): “A nome della maggioranza, mi esprimo a sostegno di questa modifica all’ordinamento giudiziario. Ringrazio il segretario di Stato Canti per la celerità con cui ha portato avanti questa riforma necessaria. Come presidente della Commissione, riporto la volontà di lavorare per aggiustare le norme, seguendo anche le indicazioni del dirigente Canzio. Ringrazio il partito Rete per il sostegno. Questo è un passaggio importante, condiviso da più parti. Chi si è astenuto oggi, spero possa sostenerci in futuro.”

Fabio Righi (DML): “La mia forza politica si è astenuta e si asterrà, ma non possiamo accettare che questo voto sia visto come un giudizio negativo sul lavoro svolto finora. Qualcuno sembra voler far dipendere da questo voto l’essere amici o nemici del tribunale, ma non è così. Segnalo che solo grazie al voto positivo dei colleghi di Rete il provvedimento è passato. Ribadisco che la nostra astensione non è un demerito verso il lavoro del tribunale o del dirigente Canzio.”

Il Progetto di Legge è approvato in seconda lettura con 44 voti favorevoli, 4 contrari e 5 astenuti

I lavori del Consiglio si interrompono attorno alle 19:30, in leggero anticipo rispetto al termine previsto, e ripartiranno il 20 marzo pomeriggio alle 14:00 con il riferimento del Governo e successivo dibattito a seguito dell’ordine del giorno approvato dalla Commissione Consiliare Permanente Affari Esteri nella seduta del 12 febbraio 2025 in merito all’Accordo di Associazione con l’Unione Europea.

Askanews

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