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Consiglio Grande e Generale, venerdì 14 febbraio pomeriggio

da Redazione

Nel pomeriggio, in Consiglio Grande e Generale, prosegue il dibattito sul Progetto di legge “Misure per il consolidamento, lo sviluppo economico, il contenimento dei costi e disposizioni in materia fiscale”, a seguito dell’esame nell’ambito della III Commissione Consiliare Permanente.

Osserva Matteo Casali (RF): “E’ stata fatta una cura ingrassante della legge che esce triplicata dalla Commissione. Cose che rimangono: il carrozzone della società informatica. Cose che spariscono: l’articolo 12, qualcuno voleva mettere le mani sull’amministrazione, qualcuno forse glielo ha impedito”.

Secondo Giovanni Francesco Ugolini (PDCS) “l’aspetto politico che emerge è la ritrovata fiducia nel Paese da parte degli organismi internazionali e delle agenzie specializzate. Confermo la mia fiducia nel Segretario alle Finanze. Quello che emerge è che siamo in mani sicure, che non siamo più gravati da incertezze: continuiamo a lavorare a questa necessaria seconda fase”.

Mirko Dolcini (D-ML) lancia l’allarme legato alla denatalità. “Tra 15 e 20 anni, quando la lacuna di nascite diventerà una lacuna di persone in età lavorativa, non avremo più la possibilità di sostenerci. Non voglio fare la Cassandra, ma bisogna aprire gli occhi. Si è persa un’occasione, due settimane fa, per mettere in atto almeno i primi provvedimenti che comunque non sono niente rispetto a quello che dovremo comunque fare”.

Michela Pelliccioni (D-ML) punta il dito sul tema dei costi. “La Commissione, solo in gettoni, è costata 37mila e 500 euro. Questo è già il primo plus valore che i sammarinesi hanno pagato per una legge di sviluppo che di sviluppo sicuramente non è. La maggioranza ha portato avanti un’idea, sbagliata fin dal principio, con una volontà contraria a quanto era stato dichiarato”.

Andrea Menicucci (RF) si sofferma sulla situazione delle aziende. “Abbiamo i dati del 2020 e 2021: annus horribilis per l’economia. Nel 2022/2023 il comparto industriale ha avuto una crescita dovuta ad un mercato prima sopito e ora esploso. Nel 2024 però la crescita si è arrestata. Anche nel 2025, il 34,9% delle aziende interpellate ha deciso di non investire”.

“Il Paese – rimarca Francesco Mussoni (PDCS) – va in una direzione che richiede cambiamenti: l’ipertrofia delle Commissioni, della burocrazia, meccanismi che sono rimasti fermi agli anni Ottanta. Maggioranza e Governo saranno intelligenti se porranno al centro del dibattito politico temi veramente forti: pianificazione del territorio, riforma IGR, efficientamento amministrazione, etc”.

Secondo Matteo Zeppa (Rete), “l’approccio sulla legge sviluppo è stato sbagliato. Sapevate benissimo che l’opposizione non aveva i numeri per poter ripresentare gli emendamenti. I colleghi di opposizione, pur con idee diverse, hanno portato quello che voi avevate chiesto, trasportando una visione di insieme. Il Segretario alle Finanze non ha avuto la volontà di mettersi al tavolo un po’ prima per valutare cosa serve per davvero: non solo le questioni bancarie”.

Dura la critica di Fabio Righi (D-ML): “Noi non abbiamo bisogno di ordinaria manutenzione. Non abbiamo bisogno di assessori che stringono le viti dove si sono allentate. Qual è la visione di insieme? Dove volete portare il Paese? Cosa faremo nei prossimi anni? Di questo dovremmo parlare: della pianificazione in funzione dei dati”. In sede di replica, dà lettura di un ordine del giorno in materia di sviluppo, sottoscritto da tutti i gruppi consigliare di opposizione, tramite il quale si impegna il Congresso di Stato a creare entro il mese di marzo un tavolo di lavoro con due rappresentanti di ciascuna forza politica di maggioranza e opposizione e le Segreterie di Stato per sviluppare un piano di sviluppo economico pluriennale di almeno 10 anni, con interventi a breve, medio e lungo termine; a predisporre il piano entro il mese di giugno 2025.

Interviene Luca Boschi (Libera): “Sono stati bocciati tanti emendamenti, ma è perché le opposizioni non ci ascoltano. Sono mesi che diciamo che vogliamo affrontare gli argomenti e le emergenze in maniera organica con progetti di legge ad hoc. Questa legge che voi definite vuota qualche provvedimento importante, e immediatamente esecutivo, ce l’ha. Mi riferisco all’unità operativa sull’Ue, al data center certificato nel nostro territorio, misura propedeutica allo sviluppo, agli sgravi contributivi. Altro provvedimento importante è l’implementazione dell’Ufficio di Statistica: questo ci consentirà di avere dei dati che ci consentirà di fare delle scelte”.

Concluso il dibattito, si passa all’esame del testo del Pdl: sono complessivamente 49 gli articoli da analizzare e votare.

All’articolo 1 è presente un emendamento aggiuntivo di un comma 7-bis, sottoscritto dalla maggioranza, il quale “al fine di promuovere e sostenere le attività economiche, con lo scopo di semplificare o potenziare le attuali norme di riferimento anche per quanto attiene ai controlli, il monitoraggio, ed il contrasto ai fenomeni distorsivi dell’economia, dà mandato al Congresso di Stato di adottare appositi decreti delegati al fine di coordinare, abrogare e modificare le leggi e i decreti delegati vigenti in materia”. “E’ una delega talmente ampia ed evanescente che si può fare praticamente di tutto: non c’è limite” attacca Enrico Carattoni (RF). “Inutile fare le leggi sviluppo e poi presentare un emendamento del genere dove si può fare e disfare di tutto”. Per Gaetano Troina (D-ML) “sono state oltretutto depositati emendamenti nuovi che vanno ad introdurre ulteriori nuove deleghe, tra l’altro non di poco peso, che consentono di fare un po’ di tutto in ambito di attività economiche: senza confronto, senza parlarne”. “Non è che sottoscriviamo gli emendamenti come ci vengono presentati: questo emendamento è stato inserito specificando che è riferito al mondo dei controlli, per attività che possono creare nocumento all’economia sana, al fine di contrastare quei fenomeni distorsivi” chiarisce Iro Belluzzi (Libera). “Alla fine di questa sonnacchiosa seduta arriva la sorpresa: questa è una delega in bianco per fare quanti decreti si vuole” incalza Matteo Casali (RF). Aggiunge Giovanni Zonzini (Rete): “Vi rendete conto di quello che c’è scritto qua dentro? Mi preoccupa che abbiate firmato in quaranta una cosa del genere: mi auguro che ci sia un ravvedimento. Indicate chiaramente gli ambiti, perlomeno”. Spiega il Segretario di Stato Marcato Gatti: “Per quanto riguarda la parola ‘anche’, si tratta di un refuso. Lo togliamo così non crea complicanze. Le finalità sono quelle di intervenire con speditezza in settori che cambiano rapidamente”. Michela Pelliccioni (D-ML): “Siate seri. Tutto il percorso fatto con il tavolo tecnico legato alla Commissione anticrimine viene totalmente disconosciuto da un emendamento sottoscritto da 39 consiglieri: questa è una barzelletta. Qui c’è qualcosa che non va”. Massimo Andrea Ugolini (PDCS): “Non disconosciamo nessuna attività. C’è la necessità di intervenire in maniera repentina rispetto a situazioni che si possono verificare. Questo emendamento è molto specifico: si parla in maniera chiara dell’ambito dei controlli. La delega è molto specifica rispetto a situazioni che vanno monitorate”. Guerrino Zanotti (Libera): “Va fatta un po’ di chiarezza quantomeno sulla sostanza dell’emendamento. Non vogliamo un allargamento delle maglie: lo spirito va nella direzione che da tempo la Commissione anticrimine richiede”. Denise Bronzetti (AR): “Nessuna volontà di cancellare con un colpo di spugna il percorso verso la trasparenza. L’incipit dell’emendamento parla chiaro: molto probabilmente ci sono attività che possono essersi trovate ad affrontare problemi operativi. E’ nostro dovere cercare di salvaguardarle”. Matteo Zeppa (Rete): “Ne ho viste veramente di tutti i colori, una roba così non l’avevo mai vista. La maggioranza intera è stata colpita dalla sindrome di Tafazzi. Se volete davvero portare a casa questo progetto, i presupposti sono sbagliati. Un emendamento del genere è scritto malissimo. Anche chi scrive gli emendamenti non sa scrivere in italiano”. Fabio Righi (D-ML): “Da parte vostra c’è un qualunquismo disarmante. Tutti gli organi di controllo, a cui la legge attribuisce il potere, di quali altri strumenti ha bisogno? L’Ufficio tributario non può intervenire se c’è un’evasione IVA?” Segretario di Stato Marco Gatti: “Proporrei un testo alternativo, al fine di recepire quanto ci siamo detti nel dibattito”. Viene posto in votazione l’emendamento del Governo, approvato con 30 voti a favore e 13 contrari.

Askanews

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