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Rosso Gilera oppure Rosso Guzzi?

da Alessandro Carli

Esattamente 30 anni fa nel 1995, la Repubblica di San Marino ospitò due straordinarie mostre collettive: “Le mille e una volta” dal 23 giugno al 30 luglio e “Titanica. Simbologie del contemporaneo” dal 24 giugno al 10 settembre. Straordinarie entrambe sia per i nomi dei critici d’arte contemporanea che le curarono, che per le opere esposte, che ovviamente per i nomi degli artisti.

Ma entriamo nel dettaglio. In “Le Mille e una volta” le opere sono introdotte dai testi di Laura Cherubini e Giacinto Di Pietrantonio, l’editore è Giancarlo Politi mentre “Titanica. Simbologie del contemporaneo” è a cura di Vittoria Coen, con i suoi testi e quelli di Giorgio Bonomi.

Tra i partecipanti anche Alighiero Boetti: celebre soprattutto per i suoi arazzi. Il Maestro torinese prese parte ad entrambe le mostre con tre lavori innovativi.

All’interno di “La mille e una volta Boetti” portò “Bugs Bunny, né testa né croce” del 1991, tecnica mista su carta intelata, 100 x 70 cm e “Tutto” un arazzo del 1988, 100 cm x 100 cm mentre a “Titanica. Simbologie del contemporaneo” Boetti propose “Rosso Guzzi – Rosso Gilera” (1967, metallo verniciato, cm 100 x100).

Sull’importanza dell’opera con cui Boetti ha preso parte ad entrambe le collettive ci vengono incontro le parole che Ann Temkin che ha scritto sul sito del Museo Moma di New York: “‘Rosso Gilera e Rosso Guzzi’ si riferiscono ai due rossi delle aziende motociclistiche, Guzzi e Gilera. Queste erano due aziende rivali, e le persone in Italia a metà del secolo sarebbero state molto appassionate se eri una persona Gilera o una persona Guzzi. E Boetti prende in giro quella rivalità, e in realtà celebra, in un certo senso, l’abbraccio appassionato di entrambe le motociclette dipingendo una dipingendo il rosso che è stato fatto per Gilera, e l’altra dipingendo il rosso che è stato fatto per Guzzi, due rossi leggermente diversi. E così questo dittico descrive l’intera gamma di passioni e storia tra queste due aziende motociclistiche in quadrati di colore acquistato”.

L’opera, dieci anni fa, è stata messa all’asta anche sul sito “Christie’s” ed è stata accompagnata da un prezioso “Saggio”.

“Le Vernici industriali corrispondono a un’opera concettuale realizzata da Boetti tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70. Boetti ha prodotto diversi esemplari di questo tipo di opere, ognuno diverso dall’altro, caratterizzati da un’ampia gamma cromatica. Tutti, tuttavia, condividevano lo stesso rigoroso formato quadrato e avevano il nome e il codice del colore inscritto al centro dell’opera. I colori scelti da Boetti corrispondevano tipicamente alle gradazioni cromatiche applicate in quel periodo a specifiche tipologie di auto o (come nel caso di quest’opera) di moto. ‘Rosso Gilera 60 1232 – Rosso Guzzi 60 1305’ è una testimonianza importante e significativa di queste opere appartenenti alla serie ‘Vernici industriali’. L’esemplare presente nella nostra collezione è un pezzo davvero raro, uno dei più preziosi che possediamo. Infatti il primo ‘Rosso Gilera – Rosso Guzzi’ fu realizzato nel 1967, in metallo, e misurava cm 100 x 100. Il secondo e unico esemplare di questa categoria è il nostro, realizzato sempre su metallo nel 1971, ma di dimensioni leggermente inferiori: cm 70 x 70. Inoltre, l’artista eseguì due edizioni limitate di Rosso Gilera – Rosso Guzzi: la prima nel 1971 (cm 25 x 25) e la seconda nel 1984, identica al nostro esemplare del 1971 (cm 70 x 70, ma in edizione limitata). Ci è piaciuta subito quest’opera: abbiamo subito percepito che le lettere e i numeri, posti al centro dei due pannelli metallici, costituivano l’immagine e il titolo dell’opera. Non eravamo a conoscenza della sua rarità, finché l’Archivio Boetti non ci ha fornito tutte le informazioni a riguardo, cui ho fatto riferimento sopra. Un’opera che, oltre al suo valore concettuale, fa sentire la sua autorevolezza su qualsiasi parete, in qualsiasi spazio. Le due tonalità di rosso attraggono l’attenzione, poi segue la “lettura” che ne suggerisce il significato; infine, se il visitatore è un amante dell’arte, il commento è sempre lo stesso: ‘Brillante Boetti!’”.

Sempre sul sito della celebre casa d’asta è stato pubblicato un ulteriore approfondimento.

“’Rosso Gilera 60 1232 – Rosso Guzzi 60 1305’ è l’unico dittico di un’importante serie di dipinti monocromi quadrati che Boetti realizzò nel 1967. È anche uno dei migliori esempi dell’opera di Boetti all’apice del suo coinvolgimento con l’Arte Povera. Realizzati a Torino, sede della casa automobilistica Fiat, i due pannelli quadrati in ferro che compongono quest’opera sono stati verniciati a spruzzo in due tonalità di rosso leggermente diverse. Boetti ha selezionato i suoi colori da una gamma creata per la verniciatura di auto e moto e ha scelto tra questi in base al romanticismo o all’eccitazione suscitati dai nomi spesso poetici che erano stati loro dati. In questo modo ‘Bianco Saratoga’, ‘Oro Longchamps’ o ‘Argento Auteuil’, tutti titoli che si riferiscono a circuiti e un tema appropriato nella scelta di un colore per auto, sono diventati tutti dipinti di Boetti. In un atto di semplice mimesi che riflette l’umore aperto e minimalista del periodo, i dipinti monocromi di Boetti erano pannelli quadrati in ferro che comprendevano solo il colore, il suo nome e il numero di codice industriale. ‘Rosso Gilera 60 1232 – Rosso Guzzi 60 1305’ è l’unico dittico di questa serie di dipinti quasi pronti all’uso. Ogni colore si riferisce a due dei più famosi produttori di motociclette italiani, gli acerrimi rivali nelle corse Gilera e Guzzi. Negli anni ‘50 e nei primi anni ‘60, Gilera e Guzzi avevano ciascuna il proprio seguito devoto di fan italiani ed è questa rivalità che Boetti rappresenta giocosamente e celebra con umorismo nella forma gemellata e dittico di quest’opera. Qui, la storia intensa e rumorosa e la rivalità tra queste due grandi istituzioni italiane vengono silenziosamente catturate attraverso la semplicità e la simmetria di questi due pannelli rettangolari rossi molto simili ma leggermente diversi. La mimesi intrinseca di quest’opera, con ogni pannello che mostra apertamente ciò che è mentre riflette anche la sua natura quasi gemella nell’altro, tradisce gli inizi di una nuova importante tendenza nell’opera di Boetti e che alla fine avrebbe trasceso i suoi inizi di Arte Povera. Mentre la simmetria e la differenza simultanee all’interno dei due rettangoli anticipano le origini del principio di Ordine e Disordine che Boetti esplorò ulteriormente in altre opere rettangolari di questo periodo come la sua Dama e Quadrati, la sua infusione del concetto di identità ha anche spinto l’integrazione più personale con la sua opera che Boetti ha espresso nelle due targhe in ottone 11 Luglio 2023 – 16 Dicembre 2040, i suoi Gemelli del 1968 e forse il suo ultimo atto mimetico, la separazione di se stesso nella persona gemella di Alighiero e Boetti”.

Entrambe le pubblicazioni – “Le mille e una volta” e “Titanica” – sono tutt’ora in vendita nel bookshop sito all’entrata della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Sono anche disponibili alla consultazione nello stesso Museo, presso l’Archivio Performativo. Si tratta del nuovo Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di San Marino che ha sede da otto anni nelle Logge dei Volontari, ove proprio queste due mostre ebbero luogo.

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