A distanza di 10 anni – era il 2015 quando la Repubblica rese omaggio ad Aldo Volpini con una mostra ospitata nel ridotto del Teatro Titano e a Palazzo Graziani –, San Marino torna a “scolpire” il nome e l’arte del grande scalpellino: il 15 febbraio difatti aprirà “L’arte rediviva. In principio fu carta”, la mostra a cura di Valentina Garavini e promossa dalla Società Unione Mutuo Soccorso sammarinese S.U.M.S. in sinergia con la Segreteria di Stato per l’Istruzione e Cultura, gli Istituti Culturali e con la condivisione degli eredi Volpini.
L’esposizione, allestita negli spazi di Palazzo Graziani e visitabile sino al 30 maggio 2025, riunisce gli schizzi preparatori dei lavori magistrali compiuti dal Maestro esposti in uno sguardo speculare a fianco alle opere poi realizzate in pietra, ceramica o come dipinti su tela e ripercorre, partendo dalla carta come anima dell’opera, i progetti principali eseguiti su committenza pubblica e privata che, silenziosi, abitano, non solo gli scorci più suggestivi del centro storico, ma anche i luoghi più rappresentativi delle massime Istituzioni dello Stato e al di fuori della Repubblica stessa.
Focus dell’evento espositivo è l’ampio patrimonio artistico, in parte inedito, di opere su carta di dimensioni plurime, anche enormi e i bozzetti di temi oggetto di studio del Maestro e di alcune delle grandi utopie incompiute rimaste solo nella forma di disegno. L’esposizione e il catalogo della mostra, parte della Collana editoriale “I Quaderni S.U.M.S.”, che sarà presentato pubblicamente il giorno dell’inaugurazione, racchiudono scatti del fotografo Paolo Crocenzi e narrano la visione lungimirante di un protagonista e interprete della scena artistica sammarinese, nato in Repubblica nel 1920 e scomparso nel 1976, attraverso un viaggio immersivo che svela l’inedito, fonde tradizione e simboli della sammarinesità oltre la straordinaria creatività di un genio artistico.
“Scalpellino magistrale, interprete di un’arte antica e quasi primitiva caratteristica del nostro territorio, sarebbe ingeneroso relegarlo esclusivamente in questo ambito lavorativo, nel quale si è espresso comunque egregiamente – scrive Teodoro Lonfernini, Segretario di Stato Istruzione e Cultura -. Autodidatta, alla pari di illustri artisti passati alla storia come Leonardo da Vinci, Salvador Dalì, Vincent Van Gogh o lo stesso Michelangelo Buonarroti, per restare nell’abito scultoreo, Volpini è stato scultore, pittore, scenografo, ritrattista, caricaturista; un artista a tutto tondo, anche se la pietra ha rappresentato la materia prediletta da cui sapeva trarre originali interpretazioni”.
“Un patrimonio artistico documentale completamente inedito di dimensioni plurime, anche enormi, di assoluto significato composto dai disegni preparatori e dagli schizzi dei principali progetti compiuti dall’artista per le Istituzioni sammarinesi e dalle bozze dei progetti rimasti incompiuti – racconta nelle prime pagine del libro il Presidente della SUMS, Marino Albani -. Una collezione esclusiva che è stata dispiegata, suddivisa e fotografata attraverso un immenso lavoro di ricostruzione che merita la massima valorizzazione e divulgazione”.
“Tutto ciò è cominciato ‘scoprendo’ l’archivio privato di Aldo Volpini che ha abitato il tempo in una soffitta”: così la curatrice, la dottoressa Valentina Garavini. “Abbiamo visionato un flusso continuo di immagini. Gli innumerevoli schizzi su carta, anche giganti, erano gli embrioni delle principali opere da lui realizzate. Ne erano l’anima e chiedevano luce. Erano rimasti arrotolati su loro stessi negli anni e attendevano le generazioni successive a dispiegarle, interiorizzarle, risolverle. È stato un lavoro che ha richiesto un tempo infinito. Il potere visivo e il significato di quel materiale emerso ai nostri occhi erano degni di un senso narrativo. Un patrimonio documentale immenso che rifletteva il suo ostinato e caparbio desiderio di dare alla luce, alle ombre, al colore, alla materia, una forma. Con l’esasperata forza espressiva, Aldo Volpini ha plasmato lo spazio. Lo considerava materia, la migliore materia possibile. È stato un genio irregolare, di un’espressione artistica refrattaria a ogni incasellamento, tanto lontana dalle accademie quanto ribelle a mode e tendenze”.