Home Dal giornale Il Cattelan sammarinese con tre “T”

Il Cattelan sammarinese con tre “T”

da Alessandro Carli

Esattamente 6,2 milioni di dollari, pari a circa 6 milioni di euro: questo il prezzo della banana più costosa del mondo. Ad aggiudicarsi il “frutto esotico” firmato da Maurizio Cattelan è stato il miliardario cinese Justin Sun. Il fatto di cronaca – la notizia è datata 20 novembre – ci porta a “recuperare” un articolo che abbiamo pubblicato nel 2011, ovviamente aggiornandolo.

Maurizio Cattelan ha lasciato a San Marino una sua installazione, realizzata nel 1991 in occasione della manifestazione artistica “Provoc’Arte Artegiovane IV edizione” (la giuria selezionatrice era presieduta da Carlo Giulio Argan ed era composta da Lucio Dalla, Roberto Daolio, Sandro Pascucci, Gilberto Rossini). I 500 progetti pervenuti al comitato di selezione di Provoc’Arte Artegiovane IV edizione, compreso il lavoro di Cattelan, vennero pensati dagli artisti appositamente per alcuni luoghi specifici del nostro territorio, come la ex Galleria Ferroviaria Montale, Il Monastero Santa Chiara e lo scavo del parcheggio Multipiani: si parla quindi di interventi site specific, ovvero opere pensate e realizzate per un contesto e per una situazione specifica. Fu in tale occasione che per la prima volta venne aperta al pubblico, dopo il periodo della Seconda Guerra Mondiale, una delle ex Gallerie Ferroviarie presenti sul territorio. Cattelan la realizzò all’interno della ex Galleria Ferroviaria il Montale e raffigura la scritta del suo nome con tre – tTt,-, CatTtelan.

Come le tre croci o come le Tre Torri della Repubblica di San Marino.

Nel 2011 ne avevamo parlato assieme a Pier Paolo Coro, artista e promotore del network “Little Constellation”.  “Nel ’91 si tiene ‘Provocarte’ che parallelamente all’attività della Galleria d’Arte moderna, proponeva una serie di eventi legati al territorio attraverso le sperimentazioni di giovani artisti emergenti del periodo. La prima esposizione ed evento collettivo di carattere ‘site specific’. Opere appositamente pensate per determinati spazi sammarinesi. In quell’occasione fu aperta per la prima volta al pubblico dopo la guerra la Galleria ferroviaria ‘Il Montale’. Il curatore, il critico Roberto Daolio, sempre molto attento all’attività artistica di San Marino, invita Maurizio Cattelan, il più quotato artista italiano a livello internazionale: fece in quell’occasione, in molti lo sostengono, uno dei suoi lavori più belli e più poetici della sua produzione. Una semplice scritta, proprio nel mezzo della galleria, solitaria, nel buio, il suo cognome con tre t: la trinità, le tre torri, la salvezza. La galleria come rifugio durante i bombardamenti. Aveva colto a suo modo in maniera giocosa e ironica la profondità del luogo. Una scritta spray assolutamente non banale per tutto l’universo che mette in gioco, un ‘site specific’ furtivo, nascosto ma che appartiene fino in fondo al mondo di Cattelan. Anni dopo infatti la stessa scritta la realizzò su neon”. “Qualche tempo fa, insieme all’Ufficio Attività Sociali e Culturali abbiamo realizzato un opera-documentario per far vedere in quali condizioni versava la scritta. Sta scomparendo: si trova purtroppo in un punto poco areato e con infiltrazioni d’acqua. Tutti i tentativi per tutelarla, per conservarla, sono stati vani. E quando si parla dell’opera di Cattelan realizzata a San Marino, molti addetti ai lavori sostengono che sia il lavoro più bello che abbia fatto”. “Una delle critiche che viene fatta è questa: non è un’opera d’arte. Invece è paradossalmente l’opera d’arte per eccellenza. È la firma che fa l’opera stessa. E il fatto che sia stata fatta proprio per questo territorio la rende ancora più unica”.

Sull’opera è intervenuto anche lo storico dell’arte Alessandro Castiglioni che disse al nostro giornale: “Un’opera che rappresenta la sua firma stessa (che quindi inoltre non lascia dubbi sulla paternità) con tre le ‘T’ che ricordano solo ad un primo superficiale sguardo le tre torri di San Marino, perché rappresentano chiaramente una citazione formale del Monte Golgota. Un’inconfondibile testimonianza che l’artista ci ha lasciato, e che ci conduce simbolicamente, alla memoria storica che le ex Gallerie del trenino bianco e azzurro hanno rappresentato durante gli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale. Un luogo di calvario, di rifugio e salvezza”.

Nonostante il suo valore, scrisse Giulia Ceccoli (Assistente di Comunicazione A Natural Oasis – Summer School), “l’opera di Cattelan non è mai stata considerata patrimonio pubblico, né tanto meno comunicata e promossa al mondo dell’arte o al territorio sammarinese. L’iniziativa di progettare un Museo dell’ex Galleria Ferroviaria Il Montale ha riportato alla luce il caso Cattelan. È in questa occasione che ci si è posti il problema di come assicurare la salvaguardia e la conservazione di un’opera strettamente legata al luogo che la ospita, la cui stessa natura è costruire legami indissolubili tra opera stessa e contesto di riferimento. Ci si è inoltre chiesti come integrarla all’interno del nuovo museo, come proteggerla, segnalarla e permetterne la fruizione”.

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