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Il costo del lavoro resta competitivo rispetto a Italia ed Europa

da Daniele Bartolucci

Costi in aumento, ma pur sempre competitivi – per diversi motivi – rispetto all’Italie e soprattutto all’Europa. Questo è ciò che emerge dall’analisi effettuata dall’Ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica nella Relazione Economico Statistica allegata alla Legge di Bilancio per il 2025, aggiornando valori e casistica di quella che è la “mappa” dei vari settori, sia pubblico che privato dunque.

Il tema è del resto attualissimo, stante gli aumenti contrattuali che in tutti i Paesi si sono concordati negli ultimi anni per far fronte alle fiammate inflazionistiche e per compensare in qualche modo la perdita di potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti. Ma lo è anche in funzione della capacità del sistema di attrarre e sviluppare attività imprenditoriali, perché “di fatto”, scrivono gli esperti dell’Ufficio, “gli investitori esteri riservano molta attenzione al tema dei costi produttivi e all’aumento o alla diminuzione della competitività internazionale in relazione alla struttura dei costi con cui le imprese operano sui mercati. Un costo del lavoro troppo alto può indebolirne la competitività, di conseguenza conoscere gli elementi che compongono la retribuzione ed il costo del lavoro, diventa fondamentale per lo sviluppo stesso delle imprese. Avere a disposizione informazioni adeguate, per poter valutare correttamente il grado di competitività dei concorrenti, le dinamiche ed i livelli di produttività, è un requisito imprescindibile per ogni imprenditore.  Riferito al contesto in cui operano le imprese sammarinesi, ancora oggi, l’elemento caratterizzante è rappresentato da una minore incidenza degli oneri sociali sul fattore lavoro e complessivamente dal minor peso di tale costo sulla struttura aziendale”.

L’ANALISI EFFETTUATA SULL’ULTIMO QUINQUENNIO

“Per seguire l’evoluzione nel tempo del costo del lavoro”, si spiega quindi nella Relazione, “viene effettuato un calcolo dato dall’elaborazione analitica del costo del lavoro sammarinese, sia pubblico che privato, che evidenzia le variazioni dovute sia ai rinnovi contrattuali che alle modifiche legislative, comprendendo i valori dei settori più rilevanti.  Le componenti standard per la determinazione del costo del lavoro sono: la retribuzione diretta, gli oneri contrattuali e gli oneri sociali. La retribuzione diretta è quella che viene mensilmente corrisposta al lavoratore ed è composta dal minimo contrattuale, dagli scatti di anzianità e dall’eventuale lavoro straordinario.  Gli oneri contrattuali comprendono invece: la gratifica natalizia (tredicesima) e quella pasquale (quattordicesima) ove prevista, il trattamento di fine rapporto e le eventuali indennità considerate nel contratto. Gli oneri sociali, infine, comprendono i contributi a carico dei datori di lavoro.  Nello specifico, nel settore pubblico sono stati sviluppati tutti i livelli retributivi del personale amministrativo, le principali e più diffuse qualifiche per l’Istituto per la Sicurezza Sociale e per l’Azienda Autonoma di Produzione (salariati), alcune qualifiche del Contratto Privatistico ed infine le qualifiche del personale docente.

Per quanto riguarda il Settore Privato, sono state considerate esclusivamente le tabelle retributive dei contratti collettivi di lavoro del settore Industria, del settore Artigianato e del settore Commercio”.

Nello specifico, “utilizzando come base l’anno 2019, sono state confrontate le retribuzioni per mansioni equivalenti del settore pubblico e di alcuni settori del privato, in particolare si mettono a confronto le retribuzioni di un impiegato 6° livello del settore pubblico, di un impiegato 2° livello del settore bancario, di un dipendente in 3° categoria del settore Servizi e del settore Industria – Meccanica di precisione. La retribuzione comprende 4 scatti di anzianità, quindi il valore raggiunto dopo 8 anni di impiego presso lo stesso datore di lavoro. Come si può notare dall’indicizzazione, tutte le retribuzioni hanno subito adeguamenti annuali (i contratti del settore bancario e del settore servizi sono stato rinnovati tra i mesi di settembre 2023 e giugno 2024)”.

LE DIFFERENZE TRA SETTORE PRIVATO E PUBBLICO

Ma emergono anche delle differenze sostanziali: il settore Industria, che ha potuto giovarsi dei rinnovi biennali (puntualmente siglati da ANIS e i sindacati, compreso l’ultimo che coprirà il quinquennio 2023-2027), ha visto aumentare il costo del lavoro di quasi il 10% in cinque anni, mentre nei Servizi (l’altro settore indagato in questo modo) solo del 3%. Da rilevare, invece, che nel pubblico l’aumento è di quasi il 6% e nelle banche di quasi il 3%, dovuti in buona sostanza dal rinnovo contrattuale arrivato successivamente. L’effetto, però, come si vede dal costo medio mensile di un impiegato/operaio inquadrato a livelli confrontabili, è che nonostante un aumento più sostanzioso, la “meccanica di precisione”, che è il settore trainante a San Marino, sia ancora indietro rispetto ai valori del settore pubblico e soprattutto delle banche.

Allo stesso modo il costo medio orario mette ancora più in evidenza questo divario: nel privato, infatti, si va dai 21,94 euro l’ora della III categoria livello B del settore Commercio ai 24,60 euro l’ora della III categoria del settore Industria-Meccanica di Precisione. Il calcolo “non tiene conto della voce Premio annuale/Retribuzione variabile in quanto mancano i dati per rilevarne l’incidenza”. Mentre nel pubblico si va dai 27,02 euro l’ora del 6° livello della Pubblica Amministrazione ai 48,85 euro l’ora per gli Insegnanti della Scuola dell’Infanzia (il calcolo è effettuato in questo caso su dipendenti con 10 anni di anzianità).

SETTORE PRIVATO MOLTO COMPETITIVO IN EUROPA

Al di là del confronto interno (tenuto conto anche della disparità di tempistiche dei rinnovi contrattuali), ai fini della competitività del sistema risulta interessante comparare i valori calcolati dall’Ufficio informatica, Tecnologia, Dati e Statistica con quelli del mercato unico europeo. In tal caso, è il costo medio orario ad essere preso a unità di misura. A San Marino, nel settore privato, si va infatti dai 22,05 euro l’ora per la I categoria ai 44,09 euro dell’VIII categoria della Meccanica di Precisione (contratto Industria) ai 20,11 euro l’ora per la I categoria ai 32,45 euro dell’VIII categoria del Commercio.  In Europa – l’ultimo dato disponibile di Eurostat è riferito all’anno 2023, quindi non ancora aumentato dai tantissimi rinnovi contrattuali entrati in vigore nel 2024 – il costo medio orario è stato stimato a 31,8 euro nell’Ue e a 35,6 euro nell’area dell’euro

Il costo orario del lavoro nell’industria, per fare un paragone con San Marino, è stato in media di 32,2 euro nell’Ue e di 38,0 euro nell’area dell’euro. Si tratta di livelli quindi più alti che nella piccola Repubblica. Anche il settore dei servizi è in genere più alto a livello di costi per le aziende, tanto che il costo orario del lavoro in questo settore nel 2023 è variato tra 31,8 euro nell’Ue e 34,8 euro nell’area dell’euro. Nell’economia non imprenditoriale (esclusa la pubblica amministrazione), infine, il costo orario del lavoro è stato rispettivamente di 32,4 e 35,7 euro.

Interessante, come confronto diretto, anche il fatto che nel 2023 rispetto al 2022, il costo orario del lavoro a livello di intera economia espresso in euro è aumentato del 5,3% nell’Ue e del 4,8% nell’area dell’euro.

I costi medi orari del lavoro nascondono notevoli divari tra i Paesi dell’Ue: i più bassi sono stati registrati in Bulgaria (9,3 euro), Romania (11,0 euro) e Ungheria (12,8 euro), mentre i più alti in Lussemburgo (53,9 euro), Danimarca (48,1 euro) e Belgio (47,1 euro).

In Italia è a 29,8 euro l’ora, nella fascia bassa, ma comunque mediamente più “costosa” che San Marino. A questo, però, si aggiunge l’altro vantaggio competitivo del sistema economico della piccola Repubblica, ovvero il fatto che oltre a costare meno all’impresa, i lavoratori possono contare su un’imposizione fiscale più bassa e quindi garantirsi una busta paga più consistente. Questo si traduce in una capacità di attrazione maggiore sul mercato del lavoro, come del resto dimostrano anche i dati dell’occupazione sammarinese: la disoccupazione interna è ai minimi storici e a livelli record a livello globale e dall’altro lato c’è stata una crescita costante delle assunzioni di lavoratori frontalieri, arrivati alla quota record di 8.200 in totale.

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