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Il torrone de La Serenissima a marchio CTSM

da Alessandro Carli

“La signora, le figlie, il sor Matteo si facevano attaccare il biroccio per andare a Canelli; una volta portarono a casa del torrone” è uno dei passaggi più “dolci” del libro “La luna e i falò” di Cesare Pavese. La stessa dolcezza riempie il naso e gli occhi appena si supera la porta di ingresso de La Serenissima, storica azienda del Monte Titano che quest’anno ha “perfezionato” uno dei prodotti più tipici di Natale. Dopo il “lancio” dello scorso anno, nel 2024 il “parallelepipedo” bianco avorio – realizzato in collaborazione con il Consorzio Terra di San Marino (tutte e tre le confezioni riportano il marchio CTSM) – è stato “migliorato”. Ne è sicuro Angelo Gabrielli, pasticcere che da 45 anni lavora per La Serenissima. “I torroni hanno come ingrediente numero uno il miele Millefiori di produzione locale e una importante quantità di mandorle o di nocciole, a seconda dei gusti” esordisce. Tre difatti sono i “cuori” dei torroni, ben distinguibili dalle confezioni scelte, di colori diversi, e molto accattivanti: “Quello alle nocciole, quello alle mandorle e quello alle mandorle ricoperto per metà dal cioccolato fondente al 60%” sottolinea Angelo. “Il formato non cambia: sono tutti ‘tagli’ da 200 grammi che poi, volendo, si possono anche personalizzare con qualche scritta” aggiunge. “Lavoriamo il torrone morbido e non quello duro perché per quello morbido basta la planetaria, una macchina che si utilizza anche in pasticceria. Per quello duro invece servono macchinari più specifici”. Il segreto di un ottimo torrone? Angelo non ha dubbi: “La qualità dei prodotti. Per farli, come detto, utilizziamo il miele Millefiori a marchio CTSM e altre materie prime selezionate”.

Un torrone artigianale quindi. Anzi, “manuale”, come precisa il pasticcere. Un torrone che richiede il suo tempo. “Una volta cotto il miele, viene aggiunto lo zucchero e poi mescoliamo tutto nella planetaria. A questo punto vengono immesse le mandorle o le nocciole, si stende l’impasto, lo si lascia raffreddare, lo si taglia a mano e lo si incarta sempre a mano. Dalla cottura del miele al prodotto finito passano circa sei ore”.

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