Il 7 dicembre nella Sala degli Arazzi del Museo di Rimini, la schiuma del cappuccino ha portato in superficie, quale icona per la presentazione, Stefano Baldazzi, autore di un singolare racconto.
It’s a joke, ovvio… perché “La schiuma del cappuccino” altro non è che il titolo del suo ultimo romanzo. Il gioco è motivato dal fatto che il libro stesso è un gioco che fa da sponda ai due personaggi principali del racconto: da un bar all’altro, da una donna all’altra da un capitolo dispari ad un capitolo pari. È una storia dal sapore ‘riminese’ (Marco Ferreri diceva che Fellini aveva avuto la fortuna di disporre di un vivaio d’eccellenza); già da ‘sta cosa di tenere i posti per gente che immancabilmente non si presenta… Il professor Dalmazio Rossi, insieme a Stefano a presentare Stefano il quale è già terrorizzato, non solo di essere interrogato, ma soprattutto all’idea che il prof sveli le vicende della storia! Ci prova più volte, è una lotta, ma alla fine il segreto dei due esodati, Gualtiero e Black, i protagonisti del romanzo, è salvo. Sappiamo che Gualtiero è il cappuccino e che Black è la schiuma e che le parti si possono invertire. In fondo è la menzogna che guida tutto il romanzo. Come diceva il grande Faber a proposito di ‘Storia di un impiegato’: da tantissime verità è creato un racconto dove la menzogna regna assoluta… Riconoscere cosa c’è di vero e di riminese? Leggere il libro!
Teresio Massimo Troll
