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Teatro della Regina, la recensione de “La grande magia” di Eduardo

da Redazione

Giovedì 28 novembre al Teatro della Regina, in scena “La grande magia”, commedia di Eduardo De Filippo con Natalino Balasso e Michele Di Mauro.

Dal mio lato, rex-censore e spettatore lo sconcerto è triplo? quadruplo! Cosa ci fa Natalino Balasso, extraveneto in un mare napoletano? Immaginarlo poi parlare il partenopeo… xè dificile aaah! Come già scrissi, la domanda me la ero posta subito.

Entro e dalla prima fila già vedo tanto: tutta la messa in scena classica napoletana, il quadretto con la sposa “vampona” e il povero disgraziato di fianco, Calogero Di Spelta, astuto come un cervo. Astuto? Ancora non lo sappiamo ma fermamente convinto delle sue convinzioni. Eppure… già ‘trilla’ l’occhio… il piede… lo sguardo. Qualcosa lo infastidisce. Che sia la CompagniaTuttaQuantaMò? Che succede? Succede che in un quadretto classico di Eduardo completo di ammiccanti, femmine, picciridda, urla e lamenti ‘e mammà, stona una giacchetta carta da zucchero e quello che c’è dentro, che dentro ‘strilla’… Intanto, fuori la voce, da subito strillano le femmine in scena da brave napoletane e lui, il ‘mago’, l’affabulatore, l’imbroglione Otto Marvuglia Di Mauro si presenta detentore del terzo occhio! Che chi ce l’ha può e chi non ce l’ha non può capire… La trama si infittisce (se trama c’è) e, tra cambi di scena intelligenti e avvincenti, passa da Eduardo a Pirandello, dalla gabbia alle ombre passanti, dalla realtà alla confusione. E il teatro di maniera diventa un maniero, con il suo signore e i sudditi, e la principessa infedele e il mago e il mostro. Un mostro che da dentro il cervello di Calogero finisce nel nostro per non farci intendere chiaramente più nulla grazie alla memoria atavica, al terzo occhio, grazie al gioco del teatro che ha tirato dentro Napoli un veneto, al gioco che nasconde dietro una parete il mare. Per scoprire che neppure il mare esiste e il tempo è solo dentro noi stessi. E allora: il terzo occhio!

Luce! Fine!

PS: Bravissimi tutti. Natalino un intruso sorprendente! Qualcosa da ritoccare ma certamente due ore costruite e condotte alla grande!

Teresio Massimo Troll

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