I lavori del Consiglio Grande e Generale ripartono dal comma 23 che riguarda la ratifica dei Decreti Delegati.
In apertura, il Segretario di Stato Andrea Belluzzi annuncia il ritiro dei Decreti Delegati 29 agosto 2024 n.137 – Misure di sostegno per la riqualificazione delle strutture ricettive alberghiere e 11 settembre 2024 n.150 – Riforma dell’Istituto Musicale Sammarinese.
Da parte di Emanuele Santi (Rete) critiche “al ritiro di Decreti che sono da oltre un anno in attesa di ratifica: questa è una presa in giro per l’opposizione. Quello sugli alberghi è stato bocciato e riemesso quattro volte. Sta producendo effetti da quasi quattro anni. Lo sappiamo benissimo che è un provvedimento clientelare. Gli interessi sul debito pregresso li paga lo Stato: è una cosa che non si può sentire. Prendetevi la responsabilità di ratificare questa schifezza”. Incalza Nicola Renzi (RF): “Anche io devo dire qualcosa su questo modo di fare. Il Decreto continua a produrre effetti, state elargendo soldi pubblici esclusivamente per volontà del Consiglio di Stato. La storia di questo Decreto ce la ricordiamo: ci fu la bagarre, fu bocciato un articolo”. Risponde il Segretario di Stato Belluzzi: “E’ facoltà del Governo decidere quando portare i Decreti in ratifica, quando portarli, se riemetterli e prendere delle decisioni sulla loro decadenza. Se il Decreto non viene riemesso, il Governo deve pronunciarsi sugli effetti e l’Aula ha la possibilità di pronunciarsi sugli effetti”. Aggiunge Michela Pelliccioni (D-ML): “E’ evidente che c’è una parte della maggioranza che non è d’accordo sulla ratifica di un Decreto in particolare. E’ una vergogna: parliamo di forme indegne, antidemocratiche. E’ l’ennesima forma di prevaricazione che impedisce al Parlamento di svolgere le proprie funzioni”. Attacca Enrico Carattoni (RF): “La vergogna di questo Congresso di Stato in questa legislatura è una cosa che non ha precedenti. La serietà è pressoché vicina allo zero”. Dice Massimo Andrea Ugolini (PDCS): “Sono gli ultimi decreti che provengono da una fase di transizione dei due Governi. Le deleghe sono aperte fino al 31 dicembre di quest’anno, è chiaro che possono esserci delle visioni politiche di carattere diverso, il Governo ha tutti gli strumenti per fare le valutazioni di sua competenza. Chiediamo un po’ di corresponsabilità nel comprendere che ci trovavamo di fronte a tantissimi decreti: cerchiamo di avere buon senso nei confronti dell’Aula che sta affrontando una situazione complessa”. Per Matteo Zeppa (Rete): “I lavori del Consiglio cominciano sistematicamente quasi un’ora dopo. Ci dobbiamo mettere d’accordo: l’aula deve avere il rispetto istituzionale. In passato, quando i Governi ritiravano i Decreti, spiegavano le motivazioni”. Prende la parola il Segretario di Stato Federico Pedini Amati: “Effettivamente ci sono delle stranezze nell’apprendere dai capigruppo di maggioranza del ritiro di questo decreto. Qual è la ratio? Durante il Covid l’impatto più grosso lo ebbero gli alberghi. Ci eravamo occupati di due cose: ricercare nuove strutture/aiutare gli hotel di San Marino ad investire e riqualificare. Siccome ci fu un danno economico importante, si disse: dal giorno dopo, introduciamo la tassa di soggiorno, creiamo un capitolo di entrata nuovo a favore del turismo. La ratio era quella. Cosa c’entrano i mutui pregressi? C’era una discrasia sulla quota interessi dei mutui. Questo lo voglio dire chiaro. Questo Decreto non è stato fatto per qualcuno, ma dalla prima all’ultima stella. Chiaro se ora viene gestito in questa maniera, e gli effetti sono validi sono validi solo per qualcuno, era l’unica cosa che non doveva essere. Non ci sto a passare da schizofrenico su una decisione presa tutti insieme”. Per Fabio Righi (D-ML) “la maggioranza in carica può azzerare serenamente tutto quello che è stato fatto prima. Questo non è un problema. Qui si pone il tema della democrazia e di come vengono gestiti i lavori. Si chiama Consiglio Grande e Generale, ma siamo in Parlamento. Si stanno piegando le norme e le istituzioni affinché nel Parlamento non si possa parlare”. Prende la parola Denise Bronzetti (AR): “Questo Decreto ha avuto una genesi molto lunga nel tempo. Pur nato da buoni propositi, nella sua stesura aveva riscontrato diverse questioni che nel tempo non sono state approfondite a dovere. Una genesi lunga che ha portato ad una prima bocciatura poi ad una riemissione. C’è necessità di confrontarsi ancora politicamente sui contenuti del decreto stesso se e quando dovremo affrontare la sua eventuale decadenza e gli eventuali diritti già usufruiti. Il ritiro è stato chiesto dai gruppi di maggioranza, chiarite però alcune questioni. Cioè bisogna capire come finisce la questione del ‘fatto salvo gli effetti della breve durata del decreto in essere’. Noi ad oggi questa risposta non ce l’abbiamo. Mi auguro che possa arrivare nei tempi utili e nei tempi tecnici per evitare problemi che potrebbero ricadere sul bilancio dello Stato”. Dice Matteo Rossi (PSD): “Siamo consapevoli del fatto che il comparto turistico è un settore fondamentale. C’è ancora qualcosa di ereditato dalla scorsa legislatura che a volte crea dei cortocircuiti nei gruppi di maggioranza. Noi come gruppo politico chiediamo un intervento più organico e armonico, forse ci siamo presentati in una maniera poco organica. Dai banchi dell’opposizione si sta scatenando una tempesta da un bicchiere d’acqua. Abbiamo ben chiara la situazione, quali possono essere gli effetti e la gestione”. Interviene il Segretario di Stato Alessandro Bevitori: “Quando si emette un decreto e questo viene ritirato, non è una cosa che si può fare a cuor leggero. I convenzionamenti ai sensi di questo Decreto ad oggi sono zero. Quindi le chiacchiere stanno a zero. Se poi vogliamo ricamarci e fare i soliti giochini, facciamolo pure, ma gli effetti giuridici ad oggi sono zero”. In replica Nicola Renzi (RF): “C’è un altro tema fondamentale. Quello di come vengono fatte le deleghe. Il discorso è molto complesso: come vengono fatte le deleghe? Ci sono deleghe inaccettabili che sono troppo vaste e spogliano il Consiglio. Questo è il tema fondamentale e qua credo sia successa la stessa cosa”. Incalza Emanuele Santi (Rete): “Alla luce della bocciatura in Aula, nonostante il Consiglio si fosse espresso, ha pensato bene di riproporre il Decreto dopo un anno e mezzo con le stesse modalità”. Poi Fabio Righi (D-ML): “Per quale motivo non si è trovata la quadra? Che cosa lo ha impedito? Se questo non viene chiarito, il dato politico è il totale scollamento tra esecutivo e maggioranza”.
Terminato il dibattito generale, vengono posti in ratifica il Decreto Delegato 5 settembre 2024 n.147 – Emissione di due serie postali denominate “150° anniversario dell’UPU” e “Eccellenze Sammarinesi: 40° anniversario di LCS” e il Decreto Delegato 5 settembre 2024 n.148 – Emissione di quattro serie postali denominate “Eccellenze Sammarinesi: 80° anniversario di Colorificio Sammarinese”, “50° anniversario dell’adesione di San Marino all’Unesco”, “Natale” e “Architettura a San Marino”: entrambi sono ratificati con 29 voti favorevoli.
Si passa quindi al Decreto Delegato del 2 settembre 2024 n.146 Istituzione e modifica di Profili di Ruolo, variazioni al Secondo Fabbisogno Generale del Settore Pubblico Allargato ed all’Allegato A della Legge 5 dicembre 2011 n.188 e successive modifiche e semplificazione dei procedimenti di reclutamento del personale pubblico. Spiega il Segretario di Stato Andrea Belluzzi: “il presente decreto delegato, in attuazione dell’articolo 26 dell’Accordo Governo – Organizzazioni Sindacali per il rinnovo del Contratto Collettivo di Lavoro del Pubblico Impiego per il triennio 2022/2024, ratificato dal Consiglio Grande e Generale il 16 gennaio 2024 con delibera n.8, istituisce e disciplina e modifica, all’articolo 2, i “Titoli e requisiti” per l’accesso al PDR di Tecnologo Universitario (TECUNI) già regolato di cui all’Allegato B al Decreto Delegato 30 novembre 2023 n. 169. L’articolo 3 del decreto delegato aggiorna ulteriormente le previsioni del Secondo Fabbisogno Generale del Settore Pubblico Allargato con riferimento al Dipartimento Affari Esteri, all’Unità Organizzativa (UO) Ufficio Segreteria Istituzionale, all’UO Ufficio Tributario, all’UO Ufficio Pianificazione Territoriale e per l’Edilizia (UPTE), al Dipartimento Istruzione ed all’UO Ufficio Gestione Personale (UGP). Gli articoli 4 e 5, comma 1 del decreto delegato riformano la vigente disposizione del procedimento concorsuale comparativo allineandone i termini alle precedenti modifiche occorse alla disciplina dettata dalla Legge 31 luglio 2009 n.107 e successive modifiche e dal Decreto Delegato 2 agosto 2012 n. 106 e successive modifiche. L’articolo 6, comma 2 del decreto delegato rivede, infine, le Fasce in cui risultano aggregati i PDR ed in relazione alle quali verranno impostati i bandi di concorso pubblici nonché sarà gestita l’attivazione dei concorsi interni. Questi ultimi saranno, in particolare, valorizzati quali procedimento prioritario per il passaggio dal PD inferiore a quello superiore appartenenti alla medesima Fascia. Concludo anticipando già che gli emendamenti posti dalla mia Segreteria riguardano il reinserimento di articoli presenti nel provvedimento originario del marzo 2024”.
Interviene Enrico Carattoni (RF): “Mi sembra che siamo qui in Aula per discutere i nodi del PSD. Le prime promesse sono state smentite. Si era detto che non ci sarebbero state nuove assunzioni. Si è dato corpo ai nuovi Dipartimenti e ora li si va a riempire con nuove assunzioni. Questo dà la misura di come viene vista la pubblica amministrazione da questo Governo: come una terra di conquista. Si porta avanti una visione assolutamente di parte che non tiene conto dell’interesse generale. Si fa un bando, si dice che ci sono tre o quattro posti, poi da quella graduatoria si vanno a riprendere delle persone da collocare nell’Amministrazione. Vorrei capire la ratio di questa variazione e magari avere anche dei numeri in termini di costi”. Spiega Carlotta Andruccioli (D-ML): “La domanda è: o si continua a fare queste operazioni senza una vera emergenza, allora non va bene. O se c’è un’emergenza, bisogna pensare ad una riorganizzazione serie. Ogni due o tre mesi si arriva in Aula con questi provvedimenti. E’ una prassi che va avanti da tempo. Qui vediamo che vengono inseriti dei profili di ruolo, due domande risulta spontaneo farsele. Questo aumento di numeri vi smentisce”. Giovanni Zonzini (Rete) puntualizza: “Ma quando fate le nomine dei Cda dell’Azienda dei servizi, potete avere la decenza di leggere quali sono i requisiti previsti dalla legge? Così si denota l’incompetenza. Non avete voglia nemmeno di leggere quelle quattro righe quando dovete fare le nomine nei Cda”.
Askanews