Il tema dei marchi e brevetti è tornato in auge nei giorni scorsi in tutta Europa, con l’allarme lanciato dallo studio effettuato dall’Europol e dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) – “Uncovering the Ecosystem of Intellectual Property Crime: A Focus on Enablers” – che ha fatto luce sui sofisticati metodi utilizzati da truffatori e gruppi della criminalità organizzata per commettere reati contro la PI e sfruttare i comportamenti dei consumatori, con conseguenti danni sociali più ampi. Secondo il rapporto, solo nel 2022 sono stati sequestrati circa 86 milioni di articoli contraffatti nell’UE, per un valore stimato superiore a 2 miliardi di euro.
Anche a San Marino il tema della contraffazione è stato messo in agenda dal Governo, tanto che proprio in questi giorni il Segretario di Stato al Turismo, Federico Pedini Amati, ha annunciato una stretta sulle attività commerciali: “Questo è un altro vulnus che si è voluto affrontare poco e male negli scorsi anni”, ha spiegato a RTV, “ma su cui invece oggi, come Paese che si appresta all’Associazione con l’Unione Europea, deve essere una volta per tutte debellato. Non vogliamo prodotti falsi nella Repubblica di San Marino”.
Il tema si collega infatti al mercato unico, su cui San Marino sta costruendo la prospettiva futura in base all’Accordo di Associazione all’Unione Europea. Ed è in tale ottica che si stanno infittendo i contatti tra gli Uffici competenti, come ad esempio il recente incontro on-line fra l’Ufficio di Stato Brevetti e Marchi di San Marino (USBM) e i rappresentanti dell’Ufficio Marchi e Brevetti del Principato di Andorra (OMPA). Oggetto dell’incontro era principalmente l’illustrazione dell’esperienza dell’ufficio sammarinese nell’attività collegata ai brevetti europei convalidati sul territorio della Repubblica di San Marino. Infatti, l’Ufficio di Andorra ha iniziato la sua attività nel campo dei brevetti a partire dal 2017 e attualmente rilascia solo brevetti nazionali. Andorra non è infatti membro del PCT (Patent Cooperation Treaty), né della Convenzione sul Brevetto Europeo, ma ha intenzione di sottoscrivere e attuare queste due convenzioni nel prossimo futuro. E per questo ha incontrato gli omologhi sammarinesi, perché invece San Marino – che ha iniziato la sia attività nel campo dei brevetti a partire dall’anno 2000 – ha già sottoscritto sia il PCT (nel 2006), sia la Convenzione sul Brevetto Europeo (nel 2009, iniziando a ricevere convalide di brevetti europei a partire dal 2012).
Come noto, l’attuazione della Convenzione sul Brevetto Europeo ha comportato un aumento dei brevetti depositati a San Marino, con un notevole aumento delle tasse riscosse dall’USBM (che hanno superato il milione di euro nel 2017 e il milione e mezzo nel 2020).
Se questi dati sono positivi, però, dal confronto con Andorra emerge anche un potenziale enorme e non ancora sfruttato, perché il Principato non ha limitazioni alla sua attività nel campo dei marchi e dei brevetti derivanti da accordi con i paesi limitrofi, così come anche il Principato di Monaco, pertanto entrambi i paesi ricevono senza ostacoli depositi da Francia e Spagna.
San Marino invece, a causa delle disposizioni contenute nell’Accordo Italia- San Marino del 1939, non ha possibilità di ricevere depositi dall’Italia, salve rare eccezioni; ciò determina una riduzione nel numero di depositi di marchi e brevetti, con conseguente riduzione delle tasse che sarebbe teoricamente possibile riscuotere qualora la Convenzione dei 1939 fosse modificata. O “superata”, visto che dovrebbe essere questa la dinamica successiva all’entrata in vigore dell’Accordo di Associazione una volta firmato e ratificato.
Per capirne la portata, a titolo di esempio si può considerare che il Principato di Monaco riceve ogni mese circa 10.000 depositi di convalide di brevetti europei, mentre attualmente San Marino ne riceve ogni anno circa 400/500. Il Principato di Andorra riceve ogni mese circa 100 depositi di marchio nazionale, mentre San Marino ne riceve circa 200 ma nell’arco di un anno.