In Italia, la sicurezza sul lavoro continua a rappresentare una sfida significativa. Nonostante i numerosi sforzi normativi e gli strumenti legislativi messi in atto, gli incidenti nei luoghi di lavoro restano un problema pressante. La normativa attuale, con il D.Lgs. 81/2008 a fare da pilastro, ha imposto standard chiari per la prevenzione dei rischi, ma sembra non essere sufficiente a garantire un’efficace riduzione del numero di infortuni. In questo contesto, si inserisce l’idea innovativa della “patente a crediti per la sicurezza sul lavoro”, un sistema che potrebbe rivoluzionare il modo in cui vengono gestiti e monitorati gli standard di sicurezza nelle aziende.
Già in vigore dal 1° ottobre 2024, la patente a crediti prevede un sistema di monitoraggio continuo e premiante per le aziende che investono nella prevenzione dei rischi. Con un meccanismo simile a quello dei punti patente stradale, le imprese virtuose, che implementano efficaci misure di sicurezza, accumulano crediti. Al contrario, le aziende che trascurano la sicurezza rischiano di perdere punti, con possibili sanzioni fino alla sospensione dell’attività.
Per approfondire questo nuovo strumento, abbiamo intervistato Gianluca Lucarelli, Auditor esperto in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro ISO 45001.
Come vede l’introduzione della patente a crediti per la sicurezza sul lavoro e quali vantaggi potrebbe offrire alle aziende?
“La patente a punti è un provvedimento che nasce con una ratio lodevole, vale a dire creare un sistema di qualifica delle imprese operanti nei cantieri mobili in grado di mantenere sul mercato soltanto le aziende dotate dei requisiti minimi legati alla sicurezza sul lavoro. In queste prime fasi preliminari, a causa di una certa difficoltà di applicazione del meccanismo sanzionatorio e della necessità di effettuare un monitoraggio a regime di quel che sarà nei prossimi mesi, sembra non aver ancora sortito i risultati attesi. Penso in tutta onestà che il punto migliore del quadro normativo è la previsione di punteggio supplementare. In buona sostanza, con attività supplementari rispetto a quelle minime richieste dalla legge, le aziende potranno accumulare punti che porterebbero la dotazione della patente fino a 100 punti, a fronte dei 30 garantiti dalla presenza dei requisiti standard. Il vantaggio, dunque, che può avere una committenza è legato alla possibilità – in virtù dei punti posseduti da un’organizzazione – di qualificare i fornitori in fasce di compliance volontaria ai più alti standard per la sicurezza sul lavoro”.
La norma ISO 45001 prevede già un quadro ben definito per la gestione della sicurezza. In che modo si integra la patente a crediti con questo standard?
“L’integrazione, in un certo senso, è prevista direttamente dalla normativa. Il Decreto Ministeriale 18 Settembre 2024, nel suo allegato, prevede infatti che il possesso di una certificazione ISO 45001 in regime di accreditamento permetta di ottenere 5 punti supplementari ed è dunque, per quanto dicevamo in precedenza, un importante mezzo per il miglioramento della propria qualifica. Personalmente, penso che un sistema di gestione ISO 45001 dovrebbe acquisire un ruolo ancora maggiore nella determinazione dei punti per la patente a crediti. La presenza di procedure di controllo operativo e la propensione al miglioramento continuo sono, infatti, una reale garanzia di efficacia dei sistemi messi in campo dalle organizzazioni nell’ambito della sicurezza. Secondo i dati diffusi dall’INAIL, le aziende certificate hanno un tasso di infortuni del 22% più basso rispetto a quello delle aziende prive di certificazione. Spero perciò che in fase di monitoraggio e di correttivo alla norma possa essere stabilito un peso molto maggiore, sia in termini quantitativi che qualitativi, alla certificazione ISO 45001”.
Pensa che le aziende italiane siano pronte a un cambiamento così strutturale e quali difficoltà potrebbero incontrare nell’adottare questo sistema?
“Devo ammettere che credo sia l’inizio di un percorso virtuoso il quale, però, incontrerà sicuramente parecchie resistenze. Ci saranno difficoltà tecniche ed operative e probabilmente durante i primi mesi saremo costretti ad assistere a continui tira e molla interpretativi. Prima delle aziende, però, credo che sia il sistema nel suo complesso a dover fare un salto di qualità per far funzionare la patente a punti. Credo che il sistema sanzionatorio e di decurtazione dei punti non sia abbastanza coraggioso e lineare e, purtroppo, questo potrebbe pregiudicare l’efficacia generale del provvedimento. Sono però certo del fatto che tutti gli attori in gioco conoscano l’importanza che riveste questo provvedimento e che siamo pronti a fare un salto di qualità grazie al quale tornerà al centro di ogni cosa la sicurezza dei lavoratori. Perché se non è sicuro allora non è lavoro”.