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Consiglio Grande e Generale, lunedì 4 novembre mattina

da Redazione

In apertura di seduta, viene riunito l’Ufficio di Presidenza per proporre, su richiesta del Segretario di Stato Luca Beccari, l’inserimento di un Comma 7-bis per la ratifica della “Risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo Monetario Internazionale sulla sedicesima revisione generale delle quote”. L’Aula approva all’unanimità l’inserimento del Comma 7-bis che sarà trattato dopo il Decreto Delegato 119.

I lavori riprendono quindi dal Comma 7, la ratifica dei Decreti – Delegati. La seduta precedente si era chiusa con l’esposizione, da parte del Segretario di Stato Mariella Mularoni, dei contenuti del Decreto Delegato 119 “Atto organizzativo e secondo Fabbisogno dell’Istituto Sicurezza Sociale (ISS)”. In Aula ha quindi inizio il dibattito.

Per il Segretario di Stato Mularoni, l’atto organizzativo è “una priorità volta a garantire i servizi, potenziare quelli esistenti, rassicurare il personale sanitario mettendo in sicurezza gli organici, risolvendo alcune criticità. A distanza di 14 anni, c’era l’esigenza di rivedere l’atto organizzativo a seguito delle mutate esigenze sociali e di salute della cittadinanza. Abbiamo apportato alcuni correttivi per migliorare le prestazioni, nel rispetto dei principi di universalità delle cure, di economicità e razionalizzazione. Abbiamo utilizzato le risorse di cui disponiamo senza cercare di aumentare i costi. E’ stato un lavoro delicato per dare un assetto più funzionale all’Istituto per la Sicurezza Sociale”.

Giuseppe Maria Morganti (Libera) rivendica un orientamento delle politiche sanitarie ispirate da “valori di universalità, sostenibilità delle cure, efficacia ed efficienza della sanità” e non solo “da un’impronta economicistica”. “La responsabilità della frammentarietà normativa – evidenzia – va ricercata fra chi gestisce in sufficiente autonomia il sistema socio sanitario, e cioè nel Comitato esecutivo e negli altri organi di gestione”. Come Libera, “riteniamo vadano valorizzate almeno tre aree. La priorità assoluta spetta alla medicina di base, identificata come medicina territoriale. Va rigenerato un forte legame tra utenti e personale sanitario. Importante è la riorganizzazione dell’intero settore socio-sanitario che da questo Decreto viene in parte depotenziato aggregando strutture e servizi non compatibili sempre con la funzione sociale. Inoltre, occorre che gli utenti abbiano risposte adeguate nei tempi delle cure”.

Matteo Rossi (PSD) ricorda che l’atto organizzativo non “è unicamente il frutto della sintesi politica dei partiti di questa maggioranza, ma è un lavoro che ha un respiro più profondo, essendo nato nella scorsa maggioranza sotto la Segreteria a guida Rete”. “Tra gli obiettivi che dobbiamo darci- aggiunge – c’è quello di fare in modo che l’ISS entri nella rete di strutture che possono ricevere specializzandi italiani. Dobbiamo pensare al nuovo ospedale come una struttura integrata con una facoltà di medicina”. Propone quindi “un ordine del giorno che impegni il Governo a lavorare su un modello di sanità pubblica, universalistica e gratuita e tenga conto delle considerazioni del dibattito odierno”.

“Non si fa riferimento – osserva Miriam Farinelli (RF) – alla libera professione di tutto il corpo sanitario utile per aumentare le casistiche di una buona medicina”. Reputa “necessario il mantenimento degli alti standard qualitativi e l’adeguamento tecnologico che serve per curare gli utenti in modo adeguato”. Ricorda poi che “il nostro ospedale è stato inaugurato nel 1981 e ha fatto il suo tempo”.

Da Luca Lazzari (PSD) arriva la proposta che l’ODG “preveda la costituzione di una Commissione interdisciplinare per la riforma dell’ISS, includendo anche professionisti sanitari e associazioni di cittadini”.

“Si è resa necessaria a livello universale l’aziendalizzazione dei sistemi sanitari. Per la specificità del nostro Paese, è bene ritornare su dei giusti binari senza dimenticare che il controllo e gli asset organizzativi sono fondamentali – è la riflessione di Andrea Ugolini (PDCS) -. Nell’atto organizzativo emerge che viene contemplata la maggiore integrazione tra il territorio e i servizi specialistici. Vi è un forte richiamo all’umanizzazione delle cure. Si sta rientrando nella vera mission dell’ISS attraverso questa iniziativa”.

“Questo Decreto dal sapore pre e post elettorale ha un significativo elemento di gratificazione del consenso, è una mappatura delle clientele all’interno dell’ISS” dice Giovanni Zonzini (Rete). Offre la disponibilità di Rete a “lavorare alla stesura di un ordine del giorno per il superamento del presente provvedimento”.

Francesco Mussoni (PDCS) delinea i temi che la sanità sarà chiamata ad affrontare nel prossimo futuro. “C’è un tema di popolazione e rapporto con la spesa sanitaria. C’è un tema di rendicontazione della gestione dei servizi. Un tema di entrate della sanità, il farmaceutico, la libera professione medica e non medica. C’è il fenomeno delle liste di attesa. C’è un tema di ospedale che il sabato non funziona se non per alcuni settori”.

Denise Bronzetti (Alleanza Riformista) non risparmia alcune critiche. “Gli indicatori che sarebbero serviti per creare e disegnare questo atto organizzativo, non ci sono noti. Numeri, dati. Lo abbiamo fatto presente. La sensazione che abbiamo avuto è che questo atto organizzativo fosse più funzionale a sistemare una parte dell’esistente, soprattutto negli allegati. Noi avremmo voluto parlare di che sanità vogliamo per i nostri cittadini. Invece ci troviamo a dover avallare un decreto che è stato riemesso con una errata corrige”. Poi aggiunge: “Siamo molto preoccupati dalla parte socio – sanitaria. Lo smantellamento di alcuni servizi a favore di altri non tiene conto né delle esigenze dell’utenza né degli operatori che in quei settori lavorano. Stiamo trattando un tema che è molto sensibile e che avrebbe avuto la necessità di essere vagliato a lungo e nel merito e con i dati alla mano”.

“Occorre – sottolinea Matteo Casali (RF) – avviare un’indagine di mercato nell’ottica del completamento di un’offerta sanitaria territoriale di area sufficientemente vasta nella quale la nostra struttura possa collocarsi come punto di eccellenza ad integrazione di servizi carenti nelle aree limitrofe”.

“Non condividiamo l’impostazione che viene data a questo atto organizzativo” premette Carlotta Andruccioli (D-ML) ricordando che il documento “nel periodo elettorale è stato utilizzato come strumento di voto. Ci sono molti personalismi e poca visione. Chiediamo di capire quali siano i servizi che devono essere potenziati alla luce dei cambiamenti che sono richiesti dalla popolazione”. Esprime quindi alcune preoccupazioni “sull’unione della degenza dei reparti di maternità e pediatria. Sono state espresse delle preoccupazioni su questo possibile accorpamento”.

“Dal punto di vista politico – è l’analisi di Massimo Andrea Ugolini (PDCS) – c’è l’aspetto del potenziamento della Medicina di base. Si va a riequilibrare il numero dei pazienti nelle singole condotte. Viene potenziato il supporto alla genitorialità, alle famiglie, alla disabilità, con un’Unità operativa complessa per valorizzare il lavoro che viene fatto su queste aree”.

“L’ISS è un asset: la politica non deve infilarsi nei meandri per fare battaglie elettorali – rimarca Matteo Zeppa (Rete) -. Venerdì è uscito un comunicato congiunto della maggioranza dove sembrava che andasse tutto bene. Invece non mi sembra che vada tutto bene”. Quindi rivolge alcune domande al Segretario di Stato chiedendo di sapere “perché le modifiche effettuate con errata corrige siano state considerate materiali e non sostanziali; quali sono i motivi dello svuotamento della Tutela minori e del trasferimento di profili di ruolo; quali saranno i servizi erogati dalla Tutela Minori e dalla Disabilità, dove verrà collocato il Servizio sociale adulto, quali profili di ruolo ne faranno parte?; una proiezione dei costi; quante assunzioni sono state fatte nella Disabilità; quanti pensionamenti ci sono stati”. Secondo Enrico Carattoni (RF), “si vuole tornare indietro di 30 anni attribuendo al settore della Disabilità tutte le competenze che riguardano i casi di disabilità, inclusi quelli che riguardano i minori. Abbiamo contato 171 nuovi profili di ruolo, con un aumento della spesa da noi stimato all’incirca di 10 milioni di euro”.

Askanews

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