Le politiche energetiche di un Paese come San Marino, che non ha né risorse naturali proprie né l’autonomia data da impianti di produzione in territorio (eccezion fatta per una piccola quota di fabbisogno coperta dal fotovoltaico), non possono prescindere dalla possibilità data alle imprese di essere più efficienti. Se questo dato di fatto dovrebbe guidare le scelte politiche verso l’apertura alle nuove tecnologie (che tra le altre cose sono anche investimenti, per cui il “guadagno” è doppio per il sistema), purtroppo anche su strumenti ormai considerati tradizionali in altri Paesi, come la cogenerazione industriale, non accade proprio così. Un dato su tutti, nell’Unione Europea, l’11% dell’elettricità e il 15% del calore provengono da impianti di cogenerazione. La conferma è nella discussione sul Decreto Delegato del 9 agosto 2024 n.106 “Modalità, limiti e requisiti tecnici di progettazione ed esecuzione degli impianti di cogenerazione in ambito industriale”, che con 74 emendamenti presentati da Rete, 6 da RF e 9 dal Governo ha tenuto bloccati i lavori del Consiglio Grande e Generale per diversi giorni.
Le motivazioni politiche, in questo caso, hanno di gran lunga superato quelle tecniche, come si è visto e come si può ricordare nel recente passato. Ma proprio perché il Decreto era già stato reiterato più volte, questa volta occorreva un salto di qualità nella discussione e pare che da una parte e dall’altra questo stimolo sia arrivato, con la proposta di un emendamento bipartisan (ad eccezione di RETE, che non ha cambiato opinione né posizione su questo genere di impianti) che sostanzialmente “salva capra e cavoli” allineando le norme tecniche a quelle dell’Italia e dell’Unione Europea. Questo al di là del fatto che, come giustamente ha ricordato nella relazione introduttiva del Segretario di Stato Alessandro Bevitori, il Decreto “ha l’obiettivo di stabilire le modalità, i limiti e i requisiti di progettazione ed esecuzione degli impianti di cogenerazione ad alto rendimento di calore ed energia in ambito industriale, alimentati esclusivamente a gas naturale di rete, al fine di favorire il risparmio energetico, il contenimento delle emissioni e degli inquinanti, l’uso efficiente dell’energia”.
REGOLE ALLINEATE AGLI STANDARD EUROPEI
Da qui la discussione avviata in Aula: “Crediamo che l’attuale stesura sia nettamente migliorativa rispetto alla precedente”, ha spiegato infatti Bevitori. “In particolare, siamo andati a chiarire alcuni dubbi che dovevano essere sciolti: che i costi di realizzazione fossero tutti in capo al richiedente, che non ci fosse una speculazione nella sovraproduzione di energia, che non ci fosse un problema ambientale e acustico; sotto questo aspetto siamo stati incisivi sui controlli e sulle condizioni per disincentivare comportamenti non corretti”. Di fatto, gli standard della macchina di cogenerazione dovranno essere rispondenti a quelli indicati nel regolamento dell’UE 2104/2023 “che sono i più elevati in materia”, ha sottolineato Bevitori. Nello specifico “il rendimento delle produzioni separate alternative di calore e di elettricità che il processo di cogenerazione è destinato a sostituire” sia calcolato “in base alla metodologia riportata nel Regolamento Delegato UE 2023/2104 della Commissione del 4 luglio 2023 che modifica il Regolamento Delegato UE 2015/2402 per quanto riguarda il riesame dei valori di rendimento di riferimento armonizzati per la produzione separata di energia elettrica e di calore in applicazione della Direttiva 2012/27/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio”. “In questo modo – spiega il Segretario Bevitori – riusciremo a chiedere le migliori tecnologie e il rispetto dei parametri a tutela dei cittadini”. Inoltre all’articolo 9 si stabilisce che “la quota di energia elettrica immessa in rete ogni mese e prodotta in eccesso rispetto al consumo previsionale medio mensile, non può essere in alcun modo remunerata”.
Altro giorno di discussione e mercoledì si arriva all’altro tema caldo, quello della definizione di cogenerazione ad alto rendimento. “Abbiamo predisposto un emendamento condiviso che va a recepire i suggerimenti che sono arrivati anche dalle opposizioni” annuncia il Segretario di Stato Alessandro Bevitori. I lavori vengono dunque sospesi per consentire il deposito dell’emendamento. Alla ripresa dei lavori, Vladimiro Selva (Libera) espone l’emendamento, condiviso da tutti i gruppi meno che dal gruppo Rete, che si dice comunque d’accordo a porlo in votazione: “L’emendamento copia e incolla le norme vigenti in Italia ed Europa che definiscono cosa vuol dire cogenerazione ad alto rendimento. Mette dei limiti al 75% per tutti gli impianti di cogenerazione fatta eccezione per le sezioni con turbina a gas a ciclo combinato con recupero di calore e per le sezioni con turbina di condensazione a estrazione di vapore, per le quali è 80%. Si riconosca il fatto che San Marino nel 2024 adegua la propria normativa a quella europea”.
CONTROLLI INQUINAMENTO IN ATMOSFERA E ACUSTICI
All’articolo 5 (Limiti alle emissioni degli inquinanti in atmosfera e limiti differenziali di immissione di rumore per l’ottenimento della qualifica CAR degli impianti di cogenerazione ad alto rendimento), sono presenti emendamenti di Rete e RF. Come evidenziato da tutte le forze politiche, è fondamentale “dare una risposta alle legittime preoccupazioni dei cittadini che abitano a ridosso delle aree di insediamento degli impianti”, a cominciare da quelli di Gualdicciolo. Ecco perché l’articolo assume “un’importanza cruciale”. Il Segretario Bevitori spiega quindi che il principio è fatto salvo nell’articolo 5, il quale “definisce, nel rispetto della normativa richiamata, tutti i parametri che devono essere rispettati. Sono verifiche che devono essere fatte prima ma anche costantemente e che rientrano nelle prerogative dell’UPAV. Ci sarà anche un regolamento che andrà a richiamare questo tipo di attività. Abbiamo uffici competenti, che stanno facendo il loro lavoro in maniera corretta e siamo certi continueranno a farlo”. I Segretari Canti e Bevitori danno poi conto del fatto che è stata autorizzata e sarà installata a Gualdicciolo “una centralina per il monitoraggio dei parametri ambientali” e c’è l’impegno del Governo a “velocizzare l’iter”. Controlli e regole europee, dunque, ma la cogenerazione si potrà fare.
Un’opportunità per tante aziende private, ma anche per quelle pubbliche, in primis l’Ospedale.