Nel pomeriggio, prosegue la ‘maratona’ legata agli emendamenti del Decreto Delegato del 9 agosto 2024 n.106 “Modalità, limiti e requisiti tecnici di progettazione ed esecuzione degli impianti di cogenerazione in ambito industriale”.
Al vaglio c’è l’articolo 6 (Autorizzazione degli impianti CAR): sono presenti emendamenti del Governo, di Rete e RF. Il Governo annuncia il ritiro del suo emendamento a seguito della definizione di un testo condiviso che, come specificato dal consigliere Vladimiro Selva (Libera), “cogliendo le sollecitazioni del gruppo di RF, rende vincolanti ai fini dell’autorizzazione i pareri di Azienda dei Servizi, Commissione tutela ambientale e Servizio prevenzione incendi”. Il gruppo Rete annuncia di non essere intenzionato a votare il nuovo emendamento condiviso. Rf invece procede al ritiro dell’emendamento modificativo del comma 4. L’emendamento condiviso è approvato, mentre quelli di Rete rimasti in votazione sono respinti.
L’articolo 7 riguarda la richiesta di connessione alla rete elettrica ed alla rete del gas naturale e relativo Regolamento AASS. E’ presente un emendamento modificativo del Governo (approvato), mentre il gruppo Rete annuncia il ritiro di alcuni emendamenti, lasciando in votazione quello soppressivo del comma 2 (respinto).
Con l’articolo 8 si disciplina il Regolamento di Esercizio dell’impianto CAR. L’emendamento del Governo mira in particolar modo a fare piena chiarezza rispetto ai costi dell’impianto: gestione, connessione alla rete di gas naturale e manutenzione, precisa il Segretario di Stato Alessandro Bevitori, “saranno sempre e interamente a carico del richiedente”. Matteo Casali (RF) propone “l’adozione di una formula più onnicomprensiva, tenendo conto ad esempio la realizzazione di tratti di linea”. “Quando ci riferimento ai costi di connessione, li intendiamo nella maniera più ampia possibile, quindi ivi compresi eventuali costi di adattamento, realizzazione e costruzione di nuova linea” spiega il Segretario Bevitori. Rete reputa soddisfacente la stesura e decide di ritirare alcuni emendamenti, pur sollecitando il Segretario a mettere per iscritto “il fatto che sono comprese anche le tratte”. Viene però lasciato in votazione un emendamento con cui si domanda il “deposito da parte dell’esercente di apposita fideiussione, a copertura di eventuali oneri di salvaguardia del sistema elettrico nazionale, di tutela ambientale e di incolumità e salute pubblica, la cui entità viene indicata, in base al rischio e sentita AASS”. “Non succederà, ma se succede, allora chi paga? Signori, non si scherza qua” dice Emanuele Santi (Rete). Repubblica Futura propone che il “regolamento di esercizio dell’impianto redatto dall’AASS sia trasmesso per conoscenza all’Autorità di regolazione per i servizi pubblici e l’energia”. Risponde il Segretario di Stato Alessandro Bevitori: “Nel regolamento, si fa riferimento al fatto che un’azienda sia in possesso di idonea assicurazione bancaria per danni a conto terzi”. Conferma la disponibilità ad accogliere l’emendamento di Rf (approvato all’unanimità).
Prosegue il dibattito con l’articolo 9: Cessione in rete di energia elettrica prodotta da impianti CAR. E’ presente un emendamento modificativo concordato da tutti i gruppi consiliari. Esso stabilisce che: “1) L’energia elettrica prodotta da impianti CAR ed immessa in rete può essere ceduta esclusivamente ad A.A.S,S, e a titolo non oneroso; 2) L’energia elettrica prodotta da impianti CAR immessa in rete è contabilizzata secondo il regime di scambio sul posto di cui all’articolo 22 della Legge 3 aprile 2014 n-48 per la sola quota corrispondente alla differenza tra consumo previsionale medio mensile e consumo reale medio mensile dell’utenza presso cui è connesso l’impianto CAR, fermo restando il contestuale recupero dell’energia termica prodotta; 3) La quota di energia elettrica immessa in rete ogni mese e prodotta in eccesso rispetto al consumo previsionale medio mensile, non può essere in alcun modo riconosciuta”.
Da parte di Rete arriva la richiesta di ulteriori integrazioni. “Qui l’oggetto del contendere è l’articolo 9 comma 3. Per togliere ogni dubbio, proponiamo di mettere per iscritto che non sia consentita la cessione verso Stati esteri. Riteniamo possa essere maggiormente tutelante rispetto ad un uso improprio dell’energia” spiega Emanuele Santi (Rete), introducendo gli emendamenti del suo gruppo. “In merito ad un intento speculativo da parte dell’esercente – chiarisce il Segretario Bevitori – per quello che mi è stato riferito, non c’è la possibilità. Posso assicurare che questo impegno sarà pienamente rispettato”.
Rete annuncia il ritiro di tutti gli emendamenti. Viene posto in votazione l’emendamento modificativo concordato da tutti i gruppi consiliari, approvato all’unanimità con 36 voti favorevoli.
L’esame si chiude con gli emendamenti agli articoli 10 (“Rendicontazione annuale”), 11 (“Sanzioni”), 12 (“Norme finali”), 13 (“Abrogazioni”) con emendamenti del Governo, di Rete ed RF. All’articolo 12 è presentato un emendamento sottoscritto da tutti i gruppi consiliari, fatta eccezione per Rete, che prevede la predisposizione annuale “di una relazione sullo stato di attuazione del Decreto Delegato e su eventuali aggiornamenti sulle disposizioni normative dell’Unione europea in materia”. Respinto infine anche un emendamento aggiuntivo dell’articolo 14 proposto da Rete. “Con questo Decreto – sono le conclusioni del Segretario Bevitori – abbiamo regolamentato un macchinario che crea efficientamento energetico e tutela ambientale. Lo abbiamo fatto nei modi giusti, mettendo parametri e asticelle che consentono alle imprese di essere competitive, ma allo stesso tempo di rispettare i migliori standard internazionali con grande attenzione all’ambiente e all’inquinamento acustico”.
“Ho trovato non gradevole il fatto che si ragioni di cogenerazione guardando ad un’azienda: ci devono essere semplicemente ragionamenti astratti, come astratte devono essere le leggi e applicabili a qualunque operatore economico” osserva Gian Nicola Berti (Alleanza Riformista), evidenziando le difficoltà riscontrate da alcuni consiglieri nell’affrontare aspetti molto tecnici. Matteo Zeppa (Rete) rivendica il fatto che quella portata avanti dal suo gruppo consiliare sul Decreto è stata “una battaglia etica”. “Forse una convocazione di un gruppo di lavoro ristretto avrebbe potuto agevolare di molto i lavori in Aula” osserva Matteo Casali (RF). “Quelle portate dal nostro gruppo consiliare sono state proposte rispettose e tutt’altro che ostruzionistiche” aggiunge Nicola Renzi (RF). “Dispiace sentire sminuire l’attività che abbiamo portato avanti: questo Decreto è una prerogativa di quest’Aula” è il parere di Oscar Mina (PDCS). “Ci sono state una serie di proposte ragionevoli, con cui il Governo si è confrontato portando a casa un risultato importante” dice Vladimiro Selva (Libera). Mirko Dolcini (Domani – Motus Liberi): “E’ uno strumento a noi molto caro, ma restano dei punti interrogativi: vedremo nel tempo quali risposte saranno date”. “Abbiamo verificato una modalità di confronto che in quasi tutti gli articoli è stata di produzione di emendamenti condivisi” è l’analisi di Gerardo Giovagnoli (PSD). Per Manuel Ciavatta (PDCS) “va riconosciuto l’atteggiamento collaborativo della maggioranza che ha permesso di realizzare questo intervento di legge che ha trovato molta consonanza”. Aggiunge Emanuele Santi (Rete): “Non voteremo questo Decreto. Sicuramente si è messo un paletto importante alla possibile speculazione, ma resta il fatto che rimane comunque un Decreto vergognoso”:
Completato l’esame degli emendamenti, viene infine messo in votazione il Decreto Delegato del 9 agosto 2024 n.106 “Modalità, limiti e requisiti tecnici di progettazione ed esecuzione degli impianti di cogenerazione in ambito industriale”, approvato con 43 voti favorevoli e 4 contrari.
Askanews