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Consiglio Grande e Generale, martedì 17 settembre pomeriggio (report Askanews)

da Redazione

Nel pomeriggio, i lavori del Consiglio Grande e Generale ripartono dal comma 23: “Progetto di legge Variazione al Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2024 e modifiche alla Legge 22 dicembre 2023 n.194” in seconda lettura.

In apertura, la relazione del Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti. “Abbiamo registrato una crescita delle entrate legate all’IGR, mentre c’è stato un rallentamento dell’imposta monofase, che poi però a settembre ha visto una ripresa. Per quanto riguarda le entrate correnti, stimiamo 669 milioni. Uscite correnti a 627 milioni. C’è un avanzo di 42 milioni. Ci sono degli aumenti nelle spese correnti legati alle spese del personale come nel settore della scuola che ha registrato il maggior intervento in aumento. Per le uscite in conto capitale: 61 milioni circa”. “Chiaramente – aggiunge Gatti – in questo caso la differenza tra le entrate non correnti e le uscite non correnti è di meno 80 milioni. Questo porta a un disavanzo di circa 37 milioni e 700mila euro. Questo Governo dovrà cercare di realizzare delle economie che possono migliorare il risultato”.

Il Segretario passa ad illustrare le proposte contenute negli emendamenti. La priorità, per il Governo, è risolvere due problematiche: quella dei titoli di Stato riconosciuti agli ex correnti banca Cis e quella degli immobili infruttiferi in pancia alle banche. L’esecutivo, aggiunge Gatti, ha individuato “soluzioni per favorire la circolarità dei titoli emessi a favore dei depositanti ex banca Cis. L’operazione di cartolarizzazione ha notevolmente migliorato il rapporto dei crediti deteriorati, ma c’è ancora del percorso da fare. Gli immobili costituiscono un problema per le banche stesse. Abbiamo presentato emendamenti per creare delle condizioni favorevoli per fare in modo che chi ha dei titoli possa valutare di acquistare immobili”.

Infine, “abbiamo voluto portare all’attenzione dell’aula questo indirizzo, che è quello di far sì che ogni Segreteria abbia un dipartimento di riferimento che sia strutturato quantomeno con un legale per seguire anche l’aspetto della predisposizione delle norme, dei decreti, dei progetti di legge per una maggiore uniformità formale”.

Spazio quindi al dibattito.

“Il sistema di entrate sta tenendo. Sul discorso monofase, abbiamo visto che sembrava esserci una curva discendente, poi c’è stato un ritorno alla crescita, questo è importante – è l’analisi di Luca Boschi (Libera) -. C’è un sistema delle uscite che sostanzialmente tiene, anche se in maniera minimale c’è una lieve riduzione del debito pubblico”.

Silvia Cecchetti (PSD) giudica positivamente l’aumento “dei fondi per il credito agevolato. Se dobbiamo destinare maggiori fondi per il credito alle imprese significa che le imprese investono”. “Altro elemento importante – aggiunge – è un primo intervento in relazione al sostegno alle crisi di impresa: è urgentissimo che questo Governo intervenga con una normativa”. 

Enrico Carattoni (RF) esprime perplessità sulla riorganizzazione dei Dipartimenti. Forse, osserva, “serviva un disegno di legge complessivo. Ci potete dire quante persone andranno a comporre i singoli Dipartimenti?” “Siamo a settembre – aggiunge – e ci si dovrà dire come vogliamo coprire questi milioni di euro di disavanzo. Stiamo parlando di risorse importanti”. Chiede quindi delucidazioni sul credito agevolato e sul fatto che è stato previsto “un aumento delle convenzioni, passate da 12 a 22 milioni di euro”.

Interviene Gaetano Troina (D-ML): “La legislatura nasce con l’obiettivo delle riforme istituzionali. Ci si aspetta che un intervento come questo rientri nell’ambito di un progetto più ampio che vada a disciplinare nel dettaglio funzioni e personale dei Dipartimenti. Non è che le riforme istituzionali si intendono affrontare con emendamenti perché si ha il timore di non trovare la sintesi?”

“Ci sentiamo traditi rispetto alla disponibilità che abbiamo dato” dice Emanuele Santi (Rete), soffermandosi in primis sulla questione dei Dipartimenti: “Portare un articolino per creare tre nuovi Dipartimenti, senza chiarire quanto costeranno, quali e quante saranno le figure impiegate: io credo che una spiegazione sia dovuta”. Dubbi anche su un’altra partita. “Se gli immobili sono quelli messi nell’operazione di cartolarizzazione, e quindi noi abbiamo messo la garanzia, dobbiamo stare molto attenti. C’è stata la decisione di salvare i correntisti di Banca Cis: se però questi titoli rientrano in pancia allo stato come pagamento di immobili, noi qualche riserva ce l’abbiamo”.

“Abbiamo emendamenti asciutti e in linea con le richieste dell’opposizione che non venisse portata la qualunque. E’ presente una sola delega” osserva Sandra Stacchini (PDCS). Quanto ai titoli a lunga scadenza, “sfatiamo il mito che si tratta di carta straccia: questi titoli non lo sono. Interessante la possibilità di dare i titoli in datio in solutum”.

Il Segretario di Stato Mariella Mularoni analizza l’andamento dei conti in ambito sanitario. “La gestione dei costi e dei ricavi ha permesso di assorbire i costi di parte delle rivalutazioni contrattuali, dell’aumento dei costi del personale dovuto alle stabilizzazioni, dell’aumento della pianta organica del personale medico e infermieristico, dei rimborsi a forfait. L’anno in corso conferma un alto livello inflazionistico e un aumento del costo del lavoro sebbene solo parziale. Pertanto per l’ambito sanitario l’evoluzione dei costi richiede un adeguamento”.

Per il Segretario di Stato Andrea Belluzzi la variazione si pone “in linea con lo sforzo che nella legislatura ci siamo dati: dare centralità al Consiglio Grande e Generale, ridurre il più possibile i decreti delegati”. Sulla riorganizzazione dei Dipartimenti: “non è una riforma istituzionale, è una scelta: la legge qualificata lo prevedeva fin dalla sua nascita. Non è un tabù. E’ un provvedimento da fare in avvio di legislatura perché risponde ad un’esigenza di operatività. Il tema della riforma istituzionale delle Segreterie di Stato va comunque portato in discussione secondo le tappe ordinarie”.

“Una volta i debiti li facevamo davvero per le spese in conto capitale. Come per l’ospedale. Di ospedale nuovo non si parla più. Nel frattempo continuiamo a spendere centinaia di migliaia di euro in manutenzioni – rileva Antonella Mularoni (RF) -. Apprendiamo che la fantasmagorica operazione dell’estate scorsa, a costo zero per lo Stato sull’Alluminio Sammarinese, in realtà necessita dell’aiuto dello Stato”.

Sulla questione del nuovo ospedale, arriva la replica del Segretario di Stato Matteo Ciacci: “Ci costa di manutenzione quasi 8 milioni di euro all’anno, una riflessione va fatta. Però prima chiariamoci su quale sanità vogliamo”.  “Abbiamo – aggiunge – una serie di progetti infrastrutturali che non sono mai partiti. Diamo finanziamenti a livello preliminare a professionisti e consulenti e quei progetti rimangono nei cassetti. Questa Segreteria ha detto: vogliamo cambiare? Utilizziamo i progetti, li approfondiamo, ne battezziamo un paio, e poi facciamo partire i cantieri”.

“Fintanto che questo Governo non prenderà di petto il tema dell’evasione fiscale e il tema di una riforma dell’IGR, continueremo ogni anno ad approvare ogni anno un deficit sempre più significativo” osserva Giovanni Zonzini (Rete). “Lo spazio di bilancio per politiche espansive ce lo siamo mangiati perché il Governo precedente, specialmente la parte della DC, non ha voluto fare le riforme necessarie ad allineare le entrate”.

Paolo Crescentini (PSD) bacchetta RF: “Mi trovo emendamenti che parlano addirittura di togliere il contributo agli studenti che frequentano istituti fuori territorio. La reputo una cattiveria incredibile questa cosa: facciamo cittadini di serie A e serie B”.

Sugli interventi in materia finanziaria, interviene Michela Pelliccioni (D-ML): “perché vengono portati in un assestamento? Perché c’è tanta fretta? Questi interventi mi fanno credere che non ci sia una direttrice organica ma una corsa a chiudere dei buchi in attesa di cosa? La certezza che abbiamo è quella di un nuovo rollover”.

Secondo Maria Luisa Berti (AR), “tutto il nostro intervento normativo deve essere teso a ridurre il più possibile il debito pubblico”. Sulla questione dei Dipartimenti: “ci saranno conseguenze sotto il profilo economico: ma almeno una condizione la dobbiamo dare. Fare in modo che non ci sia il ricorso continuo a consulenze o politiche di appalto. Quindi un’attenzione alla politica di spesa del Congresso di Stato”.

Da Gerardo Giovagnoli (PSD) un’analisi a trecentosessanta gradi del contesto macroeconomico: “Andando verso il mercato unico, un investitore potrà riconoscere un Paese integrato che ha una connotazione più definita e simile a quella degli altri Paesi europei. Questo dovrebbe aumentare il nostro standing e consentire un rating migliore”. Ma ci sono anche, aggiunge Giovagnoli, “aspetti di preoccupazione a livello internazionale. Il mercato europeo ha dei punti deboli sull’aspetto dell’innovazione. Questo può arrivare fino a San Marino soprattutto se la locomotiva tedesca si inceppa. Credo sia bene da qui al prossimo bilancio, quello di dicembre, cercare di valutare questi fattori e fare emergere gli elementi di competitività che il sistema dovrà incorporare”.

William Casali (PDCS) valuta positivamente gli “interventi che consentono lo smobilizzo di questi titoli ad esempio attraverso la cessione di immobili dentro la pancia delle banche. Si stanno facendo interventi in modo attento e misurato per riportare in positivo gli indicatori del nostro bilancio”.

Per Guerrino Zanotti (Libera) “è necessario puntare il nostro focus” sul disavanzo di 37 milioni “e fare attenzione. Su questo tema è necessario un approfondimento, sentirsi coinvolti, approcciarlo in modo costruttivo”.

Netto il giudizio di Matteo Casali (RF): “In questo provvedimento non vediamo interventi strutturali per calmierare la spesa corrente e ridurre il debito. Nemmeno una visione di Paese con possibili aperture verso investimenti in conto capitale per rilanciare la spesa buona”.

Askanews

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