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Forze di lavoro e frontalieri: numeri da record

da Alessandro Carli

Poco più di 60 imprese in più in 12 mesi e 415 lavoratori dipendenti in più del settore privato sono aumentati di 415 unità nell’ultimo anno. Ma soprattutto due dati “record”, quello legato alle forze di lavoro – per la prima volta sopra le 25 mila unità – e il numero dei frontalieri, che ha superato quota 8 mila.

Questi, in estrema sintesi, i dati salienti che emergono dal raffronto tra il “cruscotto” di metà 2024 e i dati di fine giugno dello scorso anno “firmato” dall’Ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica. 

IMPRESE

Le imprese presenti e operanti in Repubblica, al 30 giugno 2024, sono state 5.255, registrando, rispetto al 30 giugno 2023, come detto, un incremento di 61 aziende. I settori che hanno registrato i maggiori incrementi del numero di imprese sono stati: “Attività Professionali, Scientifiche e Tecniche” (+26 unità), “Attività Artistiche, Sportive, di Intrattenimento e Divertimento” (+18), “Attività Immobiliari” (+15) e “Attività Finanziarie e Assicurative” (+11) e le attività manifatturiere, che hanno messo a segno un +7 (da 478 a 485). Il “Commercio all’Ingrosso e al Dettaglio, Riparazione di Autoveicoli e Motocicli” ha registrato una diminuzione del di imprese di -32 unità.

A giugno 2024 la forma giuridica più diffusa è quella societaria con 3.039 unità, seguita dalle attività libero professionali con 765 unità, le imprese individuali sono 869. La maggior parte delle imprese presenti sul territorio della Repubblica ha piccole dimensioni, infatti il 92,9% del totale ha meno di 10 addetti.

OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE

Al 30 giugno 2024 le forze di lavoro complessive, come detto, sono state pari a 25.067 unità, rispetto al 30 giugno 2023 si evidenzia un incremento di 499 unità (+2%). I lavoratori dipendenti del settore privato sono risultati 18.861 e, insieme a quelli del settore pubblico, rappresentano il 90,7% della forza lavoro. I lavoratori indipendenti sono stati 1.568 (-14 unità), i disoccupati invece 756 (+79 unità), di cui 394 disoccupati in senso stretto. I lavoratori dipendenti del settore privato sono aumentati di 415 unità nell’ultimo anno, i settori che hanno registrato i maggiori incrementi sono: “Attività dei Servizi di Alloggio e di Ristorazione” (+95 lavoratori pari al +8,4%); “Noleggio, Agenzie di Viaggio, Servizi di Supporto alle Imprese” (+79 lavoratori), “Servizi di Informazione e Comunicazione” (+68 lavoratori pari al +6,6%) e “Attività Professionali, Scientifiche e Tecniche” (+68 lavoratori pari al +6,3%). I settori con un saldo negativo di lavoratori sono: “Attività Manifatturiere” (-69 lavoratori pari al -1%) e “Attività Finanziarie e Assicurative” (-11 lavoratori pari al -1,7%). I lavoratori del Settore Pubblico Allargato sono 3.882, sono aumentati di 19 unità nell’ultimo anno, pari al +0,5%.

Negli ultimi dodici mesi il numero di frontalieri è aumentato del 5,9% (+455 unità), raggiungendo il numero di 8.176 lavoratori, pari al 35,9% del totale dei lavoratori dipendenti (un anno fa la stessa proporzione si attestava sul 34,6%). Nella ripartizione per qualifica, i frontalieri sono principalmente “Operai” (55,3%) e “Impiegati” (42,5%), mentre solo l’1,9% rientra tra i dirigenti. Al 30 giugno 2024 i disoccupati totali ammontano a 756 unità, +79 rispetto all’anno precedente, pari al +11,7%. I disoccupati in senso stretto, ovvero coloro che si rendono immediatamente disponibili ad entrare nel mondo del lavoro, sono risultati essere 394, 38 in più rispetto allo stesso periodo 2023. Tra di essi, il titolo di studio prevalente è il diploma di maturità (37,3% del totale), mentre la percentuale di disoccupati con un titolo di studio universitario è pari al 24,1%.

TURISMO

Nel periodo che va da gennaio a giugno 2024 l’afflusso turistico è stato pari a 826.782 visitatori, registrando un aumento del +7,2% rispetto all’anno precedente. Il mese di giugno ha registrato il maggior numero di visitatori nel 2024, con un incremento del +6,6% rispetto al 2023, in generale i visitatori sono risultati maggiori dell’anno precedente per tutti i mesi tranne gennaio. La flessione del numero di visitatori registrata a maggio 2023 è imputabile alle avverse condizioni atmosferiche che in quel periodo, hanno coinvolto la Romagna e San Marino.

Per quanto riguarda il turismo di sosta invece, da gennaio a giugno 2024 si sono registrati 52.939 arrivi (+21,9% rispetto al 2023) per un totale di 89.539 pernottamenti (+21,4%), con una media di 1,7 notti trascorse per ogni persona arrivata. I turisti che hanno scelto di pernottare a San Marino provengono per l’87,3% dall’Europa, il 6,7% dall’America e il 4,9% dall’Asia. L’Italia è il paese di provenienza della maggior parte di turisti (54,6% sul totale), seguita dalla Germania (8,7%). Tra i paesi extra-europei, la maggior parte degli ospiti registrati nelle strutture, alberghiere e non, della Repubblica proviene dagli USA (3,8%).

TRASPORTI

Al 30 giugno 2024 risultano registrati 53.940, 438 veicoli in più rispetto allo scorso anno. Nel primo semestre sono stati immatricolati 1.719 veicoli di cui: 1.184 automobili (+ 49 rispetto al 2023), 375 mezzi a due ruote (+ 49 rispetto al 2023) e 160 mezzi di lavoro (+ 13 rispetto al 2023). Analizzando le immatricolazioni di autoveicoli per tipo di combustibile, si rileva che sono state immatricolate 428 a gasolio (-7 unità rispetto al 2023), 338 auto a benzina (+2 unità rispetto al 2023) e 393 auto elettriche o ibride (+63 unità rispetto al 2023).

CASSA INTEGRAZIONE

La cassa integrazione guadagni (CIG) liquidata nel periodo che va da gennaio a marzo 2024, ammonta a 1.157.882 euro, ne hanno fatto ricorso precisamente 188 aziende.

Rispetto allo stesso periodo del 2023, si registra un incremento dell’importo liquidato pari al +17,5%, mentre le aziende che ne hanno usufruito sono diminuite di 10 unità.

La causa per la quale è stato liquidato l’importo più alto è “Situazioni temporanee di mercato” che rappresenta l’89% del totale. L’Indennità Economica Speciale erogata nei primi sei mesi del 2024 ammonta a 952.192 euro, nello stesso periodo del 2023 ammontava a 1.096.054 euro.

PURCHASING MANAGERS’ INDEX

Il termometro della salute del settore manifatturiero è ancora “tiepido”, ma sembra provare a risalire. Del resto, dopo la lunga fase di crescita economica del biennio 2021-2022, già nel 2023 si erano notati i primi sintomi di rallentamento. Ma non di decrescita, anzi. I numeri statistici infatti sono estremamente positivi (occupazione in primis, sempre sui massimi storici) e continuano a sfornare record. Le previsioni, però, non sono esaltanti, anche perché il clima di incertezza che ammanta i mercati (e in particolare quelli occidentali) non permette grandi voli pindarici. La conferma arriva ancora una volta dall’indice PMI (Purchasing Managers’ Index) elaborato dall’UPECEDS: come noto si tratta di un indicatore macro-economico utilizzato nell’analisi del settore manifatturiero, dei servizi e delle costruzioni. Nel caso del manifatturiero sammarinese, ovviamente il campione di imprese intervistate è quello delle aziende associate ANIS, che collabora a tal proposito con l’UPECEDS. Tale indice, che si basa sulle interviste ai responsabili degli acquisti, è strutturato in modo da indicare, oltre i 50 punti, “crescita ed espansione”, al contrario sotto questo valore implica “contrazione e declino”. Ovviamente è un’indicazione previsionale, sulla direzione dei cambiamenti di ogni sottoindice (ordini, produzione, tempi di consegna dei fornitori, occupazione, scorte) in modo da fornire un segnale in anticipo sull’espansione o contrazione nelle attività manifatturiere.

Nel caso di San Marino, l’indice viaggia sotto ai 50 punti da quasi due anni, ma non costantemente sotto al valore di 42,7%, che per gli analisti significherebbe una contrazione dell’intera economia. Cosa che non è avvenuta e che non dovrebbe avvenire nemmeno nei prossimi mesi, visto che l’ultimo dato rilevato, riferito al II trimestre 2024, è 48,50, vicinissimo ai fatidici 50 e soprattutto in forte aumento rispetto al 34,85 di un anno fa. Segno che la manifattura, pur restando in prudente attesa, guarda con un po’ di ottimismo all’immediato futuro. Il condizionale è d’obbligo, stante le tante variabili in gioco, molte esogene, altre interne. Anche per questo tale espansione va sostenuta da interventi mirati allo sviluppo economico.    

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