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Lavoro, lo stress termico non è più un problema

da Alessandro Carli

Lavoratori nei settori dell’agricoltura, dei beni e servizi ambientali (gestione delle risorse naturali), dell’edilizia, della raccolta rifiuti, dei lavoratori di riparazione d’emergenza, dei trasporti, del turismo e dello sport. Questo solo alcuni dei “lavoratori a rischio” individuati dal rapporto ILO “Garantire la salute e la sicurezza sul lavoro nel contesto dei cambiamenti climatici 2023” che “aprono” nuovo opuscolo sulla “Valutazione e prevenzione del rischio da stress termico negli ambienti di lavoro”, realizzato dalla UOS Medicina e Igiene del Lavoro – Dipartimento di Prevenzione, dell’Istituto per la Sicurezza Sociale della Repubblica di San Marino.

Presentato alle Associazioni di Categoria e alle Organizzazioni Sindacali nel mese di giugno, l’opuscolo rappresenta uno strumento fondamentale per migliorare la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, soprattutto in un periodo in cui le condizioni climatiche stanno diventando sempre più estreme.

Realizzato internamente all’Istituto, tale pubblicazione copre una vasta gamma di argomenti tra cui leggi e regolamenti pertinenti, misure di prevenzione raccomandate, e procedure da seguire in caso di emergenze legate al calore. Include inoltre una guida su come le aziende possono creare ambienti di lavoro più sicuri per prevenire lo “stress termico”, che può avere conseguenze gravi per i lavoratori.

LE DICHIARAZIONI

“Questo opuscolo fornisce informazioni essenziali su come valutare e prevenire il rischio da stress termico, un tema di crescente importanza per i lavoratori esposti a temperature elevate – dichiara il Segretario di Stato per la Sanità e Sicurezza Sociale Mariella Mularoni -. La nostra missione è garantire che tutti i lavoratori abbiano accesso alle risorse necessarie per proteggere la loro salute e sicurezza sul lavoro”.

“L’aggiornamento di questo opuscolo ha richiesto un percorso attento e meticoloso, che ha visto la collaborazione tra diversi esperti dei settori afferenti al Dipartimento Prevenzione dell’Istituto, che ringrazio – afferma il Direttore Generale dell’ISS Francesco Bevere -. Questo documento continua ad essere uno strumento prezioso che contribuirà a ridurre i rischi da stress termico nel corso di attività lavorative”.

L’OPUSCOLO

Il documento è già disponibile sul sito internet dell’ISS (www.iss.sm), nella sezione dedicata a Medicina e Igiene del Lavoro del Dipartimento Prevenzione, dove può essere scaricato gratuitamente, in particolare da aziende e lavoratori. Ci soffermiamo su alcuni punti.

PATOLOGIE DA CALORE

È necessario strutturare un piano di emergenza in caso insorgano malori in seguito ad esposizione a calore attraverso il coinvolgimento dei lavoratori formati al Primo  Soccorso e sensibilizzando tutti i lavoratori al riconoscimento di sintomi significativi per patologie da calore quali disidratazione; cali improvvisi di pressione arteriosa; debolezza improvvisa; palpitazioni o tachicardia; irritabilità e sonnolenza, sete intensa; pelle e mucose asciutte; cute anelastica; occhi ipotonici; iperiflessia e scosse muscolari; riduzione della diuresi.

STRATEGIE GENERALI DI PREVENZIONE

Assunzione di liquidi ed alimenti: quando si lavora a temperature comprese fra i 25°C e i 35°C occorre assumere liquidi in quantità sufficiente, in modo da reintegrare quanto perso con la sudorazione, preferibilmente acqua. Al di sopra dei 35°C (o anche meno in presenza di afa) è bene assumere come minimo 3-5 decilitri (1-2 bicchieri abbondanti) di acqua 2-3 volte ogni ora. I liquidi devono essere assunti prima che si faccia sentire la sete. La somministrazione di acqua può essere accompagnata da sali minerali persi con la sudorazione laddove indicato dal medico del lavoro aziendale. Suggerire ed incentivare il lavoratore al consumo di cibi digeribili ricchi di fibre, frutta e verdura che contribuiscono al reintegro costante di liquidi. Il datore di lavoro deve vietare in modo esplicito il consumo di bevande alcoliche durante l’attività lavorativa.

Pause: assicurare la disponibilità di aree completamente ombreggiate o climatizzate per le pause. Creare aree all’ombra dove tenere disponibile acqua fresca per consentire una necessaria e regolare idratazione rispettando piccole e frequenti pause nell’intero turno lavorativo. Modificare gli orari di lavoro sfruttando le prime ore del mattino, può essere una soluzione per evitare l’esposizione ai raggi UV e al caldo eccessivo Conoscere il rischio da stress termico Ambienti severi caldi – Prevenzione e protezione (DPI) INAIL 2017. Pianificare le attività che richiedono un maggiore sforzo fisico durante i momenti più freschi della giornata e privilegiare i compiti in ambienti coperti, fissi o provvisionali, nelle ore più calde. Occorre inoltre prevedere una rotazione dei compiti lavorativi alternando, nel turno di lavoro, attività all’aperto e al chiuso, e attività al sole con attività all’ombra. Al di sopra dei 30°C è bene effettuare una pausa di almeno 5 minuti per ciascuna ora di lavoro in un luogo fresco ed ombreggiato.

Integrazioni per le lavorazioni svolte all’aperto: evitare di svolgere attività lavorative con parti del corpo interamente scoperte (testa compresa); usare crema solare ad alta protezione (Dispositivo di Protezione Individuale) su specifica indicazione del medico del lavoro aziendale.

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