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Editoriale: “Riforme al ritmo delle Olimpiadi”

da Daniele Bartolucci

Ci sono migliaia di immagini che arrivano da Parigi in questi giorni che potrebbero essere prese a modello ed esempio per tutti. Le Olimpiadi sono la massima celebrazione dello sport e della sportività, del resto. C’è chi vince e c’è chi perde, perché vittoria e sconfitta fanno parte dello sport. Ma è come ci si arriva e quali percorsi obbligati si devono affrontare che fa la differenza. Il talento nello sport è come la fortuna nella vita e nel business, magari serve, ma non basta. La Repubblica di San Marino, se presa come insieme di “fortune”, appare ancora una delle comunità più ricche e tutelate (a livello di lavoro e di welfare state) del mondo, ma da tempo ci si crogiola al sole di questa situazione, pensando che la statistica sia la realtà e, soprattutto, che sia così per sempre. Le Olimpiadi ci sono ogni 4 anni, e ci sono atleti che si preparano davvero per 4 anni, magari per una gara che dura qualche secondo. Ogni giorno, ogni settimana, ogni mese… allenamenti, dieta, mental coach, fisioterapisti e chi più ne ha più ne metta. Altro che pochi secondi di gara! Anni di lavoro, con la consapevolezza che il lavoro e i sacrifici paghino. San Marino, se vuole “gareggiare” davvero, deve fare allo stesso modo con le riforme: solo facendole si raggiungono i risultati auspicati. Non c’è scappatoia.

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