Ci sono voluti più di 13 anni, ma alla fine ha prevalso – come detto dal Presidente ABS Federico Gianni – il senso di responsabilità e il buonsenso. Ora anche i bancari hanno il loro Testo unico, un contratto che rinnova però solo la parte economica, mentre per le norme interne si è già iniziato a ragionare in vista dei prossimi tavoli della trattativa (il contratto scadrà infatti già nel 2025). Del resto, come hanno ammesso tutti i protagonisti della vicenda – che negli ultimi mesi si è fatta veramente complicata e tesa, stante anche gli otto giorni di sciopero proclamati dai sindacati – il momento era tale da potersi concentrare solo su questa parte, che era anche quella più attesa dai lavoratori, ormai gli ultimi rimasti senza un rinnovo contrattuale da anni (arrivato, per la cronaca, dopo quello dei dipendenti pubblici, mentre ancora deve essere sistemato il caso di BCSM, unico ente che negli anni della crisi economica aveva attivato la clausola di riduzione degli stipendi, ma che ancora non ha visto rinnovare il suo contratto di lavoro).
La firma dei giorni scorsi nella sede ANIS (che ha agito, come noto, in qualità di consulente sindacale di ABS) assume quindi un’importanza assoluta, sia perché si chiude una lunga e difficile trattativa, sia perché si chiude di fatto anche per intero la “stagione dei rinnovi contrattuali” iniziata come sempre con quello del settore Industria (che è stato appena rinnovato e, quindi, di buon auspicio anche per tutti gli altri).
La firma del Testo unico chiude tecnicamente l’iter previsto, nel quale i dipendenti a giugno avevano già approvato il rinnovo dell’accordo in vigore fino al 31 dicembre 2025 e che prevede i seguenti aumenti: del 3% per il 2023, del 3% per il 2024 e dell’1,5% nel 2025, insieme a una tantum del 2% calcolata sul reddito del 2022.
Nessuna modifica è intervenuta dal punto di vista normativo, come detto, fatta salva una interpretazione condivisa (comunque fondamentale) del meccanismo di calcolo del premio di produzione per gli anni 2024 e 2025. “Il percorso che abbiamo affrontato è stato complesso e purtroppo è durato oltre un decennio”, spiega quindi il Presidente dell’Associazione Bancaria Sammarinese, Federico Gianni, “ma che oggi ci vede soddisfatti per aver portato a casa un risultato che è nell’interesse dell’intero sistema e anche di quello bancario e finanziario. Vorrei esprimere un ringraziamento a tutte le parti che sono state coinvolte da quelle datoriali a quelle sindacali perché è prevalso il senso di responsabilità alla fine di una trattativa che per certi versi è stata anche molto aspra”.