Ieri (1985) era “L’amore ai tempi del colera” (Gabriel García Márquez), oggi invece (14 febbraio 2024, Giuliano Scarpinato) lo stesso sentimento si confronta con l’attualità dei social e con le voragini che crea: “A+A. Storia di una prima volta” – che ha visto i due giovani e capaci danzattori Beatrice Casiroli ed Emanuele Del Castillo esibirsi sul palco creato ad hoc sotto la piramide rosa del Cocoricò di Riccione all’interno della tre giorni dedicata alla nuova drammaturgia italiana (la rassegna è stata giustamente chiamata “Scritture in scena”) – è un lavoro che non lascia indifferenti e che riporta alla memoria una riflessione di Stefano Benni: “I telefonini combattono l’isolamento ma non la solitudine”. Telefonini che sono, in questo lavoro di poco meno di un’ora, inizialmente oggetti scenici (ma anche oggetti attori) e poi strumenti che veicolano la “comunicazione” – non nell’accezione più nobile del termine – tra i giovani.
Al centro dell’analisi (e dell’indagine) dell’autore troviamo due adolescenti, due rappresentanti di una generazione che attinge alle ultime lettere dell’alfabeto: due giovani come tanti, come quelli che si sentono parlare fuoricampo, sollecitati da una manciata di domande solo apparentemente frivole che toccano i macrotemi dell’esistenza 4.0, come ad esempio il sesso, (s)oggetto che crea ansie, timori, aspettative e performance “mitizzate” dai video a luci rosse (e quindi dalle forme fisiche spesso ritoccate chirurgicamente) che riempiono la Rete. Chirurgia – nel senso degli strumenti utilizzati dall’autore, quindi bisturi e punti di sutura – che troviamo ampiamente in questo lavoro a due fresco, asciutto, piacevole, a tratti comico, ma che sottende enormi ulcere e altrettante ferite.
Il ragazzo, un nerd di oggi, attraverso un amico che gli dice che ha una conoscente che cerca un libro di fisica usato, incontra la ragazza: la “scusa” apre lo sguardo verso due mo(n)di inizialmente antitetici che, piano piano, si scoprono complementari fino al momento dell’unione, del contatto: dopo essersi cercati, immaginati, sfiorati, alla fine fanno l’amore, ma a modo loro, quindi vestiti, in una perfezione di danza e gesti che sublima l’atto stesso.
Sipario (anche se non c’era).