Un mese prima che arrivi il nuovo anno, qualcosa meno perché si festeggi il Natale. Ma sotto l’albero il Governo cosa vuole mettere? Il via libera della Commissione alle cartolarizzazioni è un ulteriore passo verso la risoluzione dell’annosa questione dei NPL, ma va concretizzata entro l’anno e i tempi ora stringono davvero. Lo stesso vale per la fase negoziale con la Commissione Europea per l’Accordo di Associazione, su cui si sono ribadite le rispettive volontà di arrivare alla conclusione a breve, anche in questo caso entro l’anno. Se poi prendiamo le ultime Leggi di Bilancio, il 31 dicembre 2023 è – in teoria – la data di scadenza di una bella lista di riforme attese. In primis, c’è il “cantiere IVA”, ricordato anche da ANIS, per il quale è stato avviato formalmente il gruppo di lavoro, ma solo per la prima fase della riforma. Il secondo step, la normativa, va autorizzato. Entro l’anno, se non si vuole rimandare ancora l’intervento risolutivo. Ma anche la riforma del Fondiss e della governance dei Fondi Pensione sarebbe una riforma essenziale.
Nel frattempo, però, c’è appunto da costruire la finanziaria, che come anticipato già tiene conto degli aumenti per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. Sacrosanto dopo dieci anni, ma comunque sostanzioso per le casse dello Stato, ma anche in prospettiva elettorale avrà il suo peso. Così come lo avranno gli altri interventi. Da qui l’auspicio che si facciano tanti bei “regali” al Paese sottoforma di riforme e interventi per lo sviluppo. La lista è già stata consegnata al Governo, ma non è la letterina di Babbo Natale, dopo anni d’attesa è un appello forte e chiaro: fate le cose che servono.