Difesa e parità di trattamento dei diritti sociali e previdenziali degli oltre settemila frontalieri e potenziamento dei servizi fiscali per lavoratori, studenti e famiglie: sono stati i temi su cui si è soffermato il segretario della CDLS Gianluca Montanari in occasione dei lavori dell’attivo quadri della Confederazione Democratica nella Sala Montelupo di Domagnano, nei giorni scorsi, alla presenza, anche, del segretario nazionale CISL, Luigi Sbarra.
“Negli anni post-Covid si è registrato un picco di aumento pari al 10% dei lavoratori frontalieri: su 32.000 residenti, nel terzo trimestre di quest’anno i lavoratori dipendenti totali sono 21.418, di cui 7.249 sono frontalieri”, ha sottolineato Montanari. “Sono numeri importanti per la nostra e per le Regioni vicine, che segnano emblematicamente l’impegno comune di CISL e CDLS. Un impegno che si concretizza nel Consiglio Sindacale Interregionale San Marino, Emilia Romagna, Marche. Il cui attuale presidente Massimo Fossati, qui presente, è impegnato ad avviare tra Italia e San Marino un confronto finalizzato a garantire ai lavoratori frontalieri uguale trattamento in ambito fiscale, sociale e previdenziale”.
Da tempo il Consiglio Sindacale Interregionale “insiste per la parificazione di trattamento degli ammortizzatori sociali, tra i quali l’annoso problema del mancato riconoscimento delle tutele legislative previste per i lavoratori con figli e familiari disabili, sia per lavoratori italiani occupati a San Marino, sia per sammarinesi in Italia”.
Nel mirino del segretario CDLS c’è poi lo “stallo” e la disparità di trattamento fiscale delle pensioni degli ex frontalieri: “Nonostante la firma della Convenzione bilaterale del 2013, che ha lo scopo di evitare le doppie imposizioni fiscali, per controversie interpretative gli oltre 2.300 i pensionati italiani che hanno lavorato a San Marino sono assoggettati a doppia tassazione da parte dei due Stati. Una situazione assurda che si trascina da troppo tempo e che va risolta al più presto possibile”.
L’uscita da questo stallo, “diventa poi ancora più urgente dopo l’approvazione, lo scorso mese di dicembre, di un emendamento nella Finanziaria italiana che ha previsto di equiparare il trattamento fiscale dei pensionati ex lavoratori frontalieri del Principato di Monaco con quello delle pensioni transfrontaliere della Svizzera, fissando la tassazione al 5%”.
Quello delle riforme strutturali, è l’altro “stallo” che preoccupa il segretario CDLS: “Da tempo incalziamo il governo a fare concreti passi avanti verso la realizzazione di un piano di investimenti capace di delineare una prospettiva di sviluppo economico, che trovi investitori legati sull’economia reale piuttosto dei soliti noti interessati solo a vantaggi fiscali. Ma soprattutto insistiamo sull’apertura di un concreto percorso riformatore, per questo abbiamo lanciato assieme alle altre sigle sindacali una piattaforma per affrontare anche gli aspetti delle riforme strutturali. Riforme come quella del fisco, con il tema dell’introduzione del regime Iva a San Marino, e quella della previdenza complementare, con un concreto piano di rilancio del secondo pilastro”.
“La collaborazione che va avanti da lungo tempo tra la CISL italiana e la CDLS di San Marino si concentra su come rafforzare le tutele dei lavoratori frontalieri. Noi abbiamo notizie di circa 7.200 lavoratori che entrano per esercitare attività lavorativa San Marino, sono persone che hanno necessità di vedersi riconosciuti pari dignità nei diritti, nel trattamento fiscale e nella stabilità lavorativa. Penso al tema della previdenza e delle pensioni, a quello dell’assistenza sanitaria e di come assicuriamo una tassazione fiscale in linea anche con questa grande emergenza del carovita che abbiamo davanti”. Lo ha detto il leader CISL Luigi Sbarra.
“C’è poi la necessità – ha continuato il segretario nazionale CISL- di ragionare per arrivare in prospettiva a uno Statuto dei lavoratori transfrontalieri, che assicuri maggiori protezioni sociali, dignità, stabilità occupazionale per loro per le rispettive famiglie. Sono temi che stiamo costantemente tenendo in evidenza anche nel rapporto con il governo nazionale. Questioni che stiamo ponendo all’attenzione del sindacato europeo, perché siamo convinti che sulla tutela dei salari l’Europa deve fare di più”.