Sbloccato l’impasse sull’assestamento di Bilancio, dopo mesi di discussioni dentro e fuori dall’Aula. Non tanto sui numeri, che comunque contano sempre perché in alcuni casi avevano bloccato attività e procedure interne all’amministrazione e non solo, bensì sul progetto delle Residenze Fiscali Non Domiciliate, su cui la maggioranza sembrava compatta nell’andare dritta fino alla fine, ma che ha compattato – invece – le opposizioni insieme ai sindacati (facendo emergere dei dubbi anche in seno alla stessa maggioranza). Da qui lo stallo e l’esigenza di trovare una mediazione tra le parti. Come è poi avvenuto nei giorni scorsi e come ci si poteva aspettare, riguarda proprio il progetto tanto criticato. La soluzione è un compromesso, di fatto, perché il progetto non è stato cassato come chiedevano i contrari, ma nemmeno partirà quest’anno e, forse, nemmeno in questa legislatura essendone stata rimandata l’operatività a marzo 2024. Il dato politico è abbastanza chiaro: prima si conclude l’Accordo di Associazione all’Unione Europea e si chiariscono tutti i dubbi su questa novità legislativa, poi, se non ci saranno ostacoli, si partirà con l’operatività. Ma con tutta probabilità, sarà onere del prossimo Governo, il quale potrebbe fuoriuscire appunto dalle nuove elezioni nella primavera dell’anno prossimo. Difficile che con numeri così risicati e un’opposizione che potrebbe sfruttare ogni pertugio per inserirsi – come fatto in questo caso – si vada oltre la Legge di Bilancio e appunto l’Accordo di Associazione.
LE REAZIONI POLITICHE
Il primo a felicitarsi dello sblocco è stato il Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio Marco Gatti, accusato dalle opposizioni (insieme al suo partito, il PDCS) di essersi incaponito con questa norma, che esprime in una nota “soddisfazione per il dialogo costruttivo tra maggioranza e opposizione che ha consentito, nel corso della seduta di ieri sera del Consiglio Grande e Generale, di accelerare e raggiungere l’accordo per chiudere l’esame dell’assestamento di bilancio”. “Il risultato”, ha aggiunto Gatti, “ci permetterà di affrontare e conseguire nei prossimi mesi l’obiettivo strategico per San Marino dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. Sono soddisfatto della mediazione che si è trovata”.
Dello stesso avviso gli esponenti della maggioranza, con qualche voce critica, come quella di Mirko Dolcini, capogruppo di Domani Motus Liberi, che ha espresso sì soddisfazione per l’accordo, ma rimarcando la “situazione imbarazzante” che si era venuta a creare con i continui rimandi dell’assestamento di Bilancio. La sensazione è che quello “stallo” e il necessario ricorso alla mediazione, non sia piaciuto a molti della coalizione.
Di certo l’opposizione, come detto, si è ricompattata, come dimostra anche il comunicato congiunto emesso da Libera, Rete, Repubblica Futura, Demos e Gruppo Misto. “La politica del Paese è stata bloccata per oltre due mesi, per una “inspiegabile” e “misteriosa” impunta-tura del Segretario Gatti -e di pochi altri- ma alla fine grazie alla nostra battaglia ed alla mediazione, gestita unicamente dalla DC, si è giunti ad una posizione di ragionevolezza e dialogo. Come opposizioni abbiamo strappato alcuni risultati importanti”, spiegano, ma “fatto ancora più importante, si è condivisa l’agenda politica del Consiglio Grande e Generale, posticipando vari temi inutili o addirittura dannosi”. Insomma, “il dato politico è che l’opposizione unita ha portato ad una dinamica politica che riteniamo positiva per il Paese. Infatti, il Governo e la maggioranza hanno recepito importanti emendamenti proposti dalle opposizioni come, ad esempio, l’aumento degli assegni famigliari. Il rimpianto nostro sta nel fatto che questo accordo si sarebbe potuto raggiungere da tempo, solo se ci fosse stata più buon senso da parte del Governo. Un Esecutivo serio, responsabile, dopo l’esito della trattativa ammetterebbe la sua conclamata difficoltà rivedrebbe i propri obiettivi e la propria agenda, anche in considerazione delle difficoltà del Paese, con-sapevole che la forza propulsiva della sua azione ha dimostrato tutta la propria debolezza. Temiamo che non sarà così”.
“D’altro canto”, aggiungono, “il solo concepire un progetto, quello delle residenze fiscali non domiciliate che apre le porte a persone che, pagando pochi spiccioli, potranno sfruttare un “generoso” sistema fiscale per fare i loro affari, non è certo benaugurante come visione politica per il Paese. Fortunatamente si è potuta trovare la sintesi sui contenuti molto diversa da quella realizzata con ricatti e poltrone, addirittura di nomine reggenziali come sembra accadere fra una parte della maggioranza al suo interno. Ci auguriamo che questo accordo possa essere propedeutico ad un cambio di metodo che riporti al centro del dibattito politico il Consiglio Grande e Generale, riducendo il ricorso alla Decretazione. Di certo questo Consiglio segna un altro duro colpo per una maggioranza ormai moribonda che, per paura delle elezioni e per spartire qualche ultima prebenda o incarico, anche prestigioso, resta incollata alle poltrone e tiene in vita un governo sempre più debole e sempre più lontano dalla realtà e dalle vere esigenze del paese e dei sammarinesi”.
GLI EMENDAMENTI
La mediazione politica con le opposizioni non ha riguardato solo il rinvio dell’operatività delle Residenze Fiscali Non Domiciliate, ma anche una ricognizione di tutti i tipi di residenze ad oggi esistenti e la conferma che questo tipo di nuova residenza possa insediarsi solo in strutture ricettive a 5 stelle o superiori. Inoltre, sono stati diversi gli emendamenti approvati seppure presentati dall’opposizione, tra cui spicca lo sblocco di un’altra annosa questione, che riguarda tanti sammarinesi: ovvero l’aumento degli assegni familiari, che vedranno un incremento di tutti gli importi del 10% a partire dal primo gennaio 2024. La proposta era di Repubblica Futura, che apprezza il via libera, rammaricandosi però che non è stata approvata né “l’erogazione degli assegni familiari anche ai disoccupati senza ammortizzatori sociali”, né che “gli assegni familiari vengano differenziati in base al reddito (o al livello di ICEE, quando ci sarà) dei richiedenti: non ha senso, infatti, che gli importi siano uguali per chi ha redditi alti e per chi magari fatica ad arrivare alla fine del mese. Su questi temi”, ha spiegato il partito di opposizione, “la maggioranza si è riservata di intervenire con una delle (tantissime) deleghe previste nell’assestamento di bilancio, ma vedendo quanto accaduto in passato (deleghe lasciate scadere, interventi non portati avanti, ecc.) non possiamo purtroppo essere ottimisti”.
È stato inoltre accolto in parte anche un altro emendamento di RF per aumentare la scontistica SMAC su una serie di beni di prima necessità (come i generi alimentari): “Il Governo dovrà emettere un Decreto entro il 31/3/2024 per attuare questo impegno, che da un lato favorirebbe ancor di più i consumi in territorio e dall’altro sosterrebbe i redditi in questa fase complessa”.
Infine, tra gli interventi concordati, è stato approvato anche l’emendamento proposto da Libera e poi modificato in accordo col Governo, che eleva da 130 a 170mila euro l’ammontare dei mutui per la prima casa, con contributo dello Stato.