“Nessun ostacolo all’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. Quella lettera alla Commissione rappresenta il nulla”. Non ha usato mezzi termini il Segretario di Stato agli Affari Esteri, Luca Beccari, nel difendere San Marino dalle pesanti accuse mossegli dai presidenti delle tre autorità di regolamentazione dell’UE, che controllano le banche, i mercati finanziari e i settori assicurativo e pensionistico europei, messe nero su bianco in una lettera resa nota a fine agosto, ma di cui, a quanto pare, la Commissione europea era già a conoscenza tanto che ne aveva già preso atto. Ma senza corrispondervi azione alcuna. Anzi, il portavoce della Commissione Europea Balazs Ujvari, nel confermare di aver preso nota delle opinioni espresse nella lettera, ha confermato altresì l’obiettivo di concludere i negoziati entro il 2023. Come a dire: andiamo avanti.
Ma il problema va comunque risolto (e non solo internamente, dove l’opposizione ha chiesto con urgenza la convocazione della Commissione Esteri per confrontarsi sul tema) e Beccari è pronto a metterlo sul tavolo anche del prossimo round negoziale, previsto a Bruxelles il 18 settembre.
Nel frattempo, proprio Beccari ha chiarito la posizione della Repubblica: “Le dichiarazioni della Commissione Europea, per il tramite del portavoce, riconducono ai principi e alle volontà già ampiamente espresse dalle parti nell’ambito del negoziato per l’Associazione e confermano due importanti aspetti: la volontà di concludere quanto prima l’accordo e, soprattutto, la necessità che questo comprenda anche i servizi finanziari”. Di più: “La lettera dei tre enti regolatori europei di cui si sta parlando e scrivendo negli ultimi giorni non esprime una posizione della Commissione Europea rispetto a Repubblica di San Marino, Monaco e Andorra e non è un punto di criticità nel rapporto con la stessa. Sono sorpreso, le considerazioni, i dubbi e i timori espressi sono distanti dai contenuti delle interlocuzioni che la Repubblica di San Marino ha avuto e sta avendo con la Commissione Europea, chi li ha espressi ignora probabilmente la realtà dei fatti”.
La Segreteria di Stato per gli Affari Esteri “condivide inoltre le argomentazioni del Primo Ministro di Andorra, in modo particolare il fatto che, se esistessero criticità così evidenti, i negoziati non avrebbero potuto raggiungere lo stato attuale. Appare evidente che con l’integrazione si potrà solo migliorare la qualità delle relazioni economiche e si ridurranno invece i rischi di distorsioni.
San Marino, è impegnato da molti nel recepimento dei principali standard di cooperazione fiscale e finanziaria oltre che di quelli relativi al contrasto del riciclaggio. E’ inaccettabile essere etichettati sulla base di timori collegati a fenomeni che forse risiedono più nel passato mettendo in discussione la reputazione del nostro Paese. San Marino è inoltre già pienamente integrato per molti aspetti nel sistema dell’Unione Europea, giochiamo alle stesse regole degli altri Paesi. Ce ne deve essere dato atto”.
San Marino, del resto, ha dato ampiamente prova di avere un’attenzione particolare a questi temi e il recente allineamento alle sanzioni UE ne è un esempio: “Proprio alla luce di questi sforzi, riteniamo antistorico il dibattito sui rischi di arbitraggio quando invece lo sforzo di allineamento di San Marino agli standard internazionali ed europei, che continua da oltre un decennio, ha evidentemente comportato costi rilevanti non bilanciati da equivalenti opportunità. L’accordo di associazione, fra i suoi tanti obiettivi, si prefigura anche di sanare questo disallineamento e di ricondurre la conformità alla piena integrazione economica e quindi di ripristinare un corretto bilanciamento nelle relazioni con l’Unione Europea”.
L’ASSIST DI FISCOOGGI
“Per l’Ocse la Repubblica è conforme agli standard internazionali in materia di scambio di informazioni e trasparenza fiscale”. Questo il titolo della ‘scheda Paese’ realizzata da FiscoOggi.it, la rivista online dell’Agenzia delle Entrate. Se è vero che tale giudizio dell’OCSE è inserito nel “Peer Review, redatto dal Global Forum on Transparency and Exchange of Information for Tax Purposes e pubblicato dall’Ocse nel luglio 2018, a seguito della verifica della conformità dell’ordinamento sammarinese agli standard in materia di scambio a richiesta”, il quale “ha assegnato alla Repubblica del Titano un rating ‘largely compliant’”, è sintomatico che proprio la rivista online dell’Agenzia delle Entrate abbia pubblicato questa ‘scheda Paese’ proprio il 23 agosto, nei giorni quindi dell’eco mediatico riversatosi sulla Repubblica di San Marino a seguito della pubblicazione dell’ormai famosa lettera delle autorità finanziarie europee. Un messaggio chiaro, quindi, che palesa anche – nei fatti – una certa volontà altrettanto chiara di emancipare San Marino in un contesto di allineamento agli standard e alle best practices a livello fiscale e finanziario. Una volontà che viene poi espressa anche nel commento inserito nella ‘scheda’ suddetta, che non lascia dubbi: “San Marino ha effettuato rilevanti progressi sul versante della lotta all’evasione fiscale”, si legge sul sito di FiscoOggi.it. “Gli impegni di trasparenza assunti a livello internazionale hanno trovato attuazione attraverso l’adozione a livello interno di provvedimenti legislativi che disciplinano gli obblighi di cooperazione”. Un assist importante, quindi, un riconoscimento ufficiale come del resto se ne sono visti diversi nell’ultimo periodo (non ultima la normativa che regola gli scambi di beni attraverso la fatturazione elettronica, ndr) e che fanno pensare all’Italia e alle sue Istituzioni, come un “alleato” anche contro certi pregiudizi.