Depennata anche la revisione dell’IGR dal programma di Governo, la lista delle riforme che nei prossimi mesi dobbiamo aspettarci si riduce ogni giorno di più. L’avvio del cantiere sull’IVA è una buona notizia, ma già nella predisposizione dello stesso il Governo ha messo le mani avanti: ci vorrà tempo e più di una legislatura per vederlo completato. Ma, comunque, meglio aprirlo adesso piuttosto attendere le elezioni per ripartire di nuovo da zero. Sul fronte fiscalità – tralasciando il dibattito sulle residenze non domiciliate – manca all’appello un altro tassello fondamentale: quell’ICEE che avrebbe sicuramente dato una bella sistemata alle dinamiche, poco eque, dei contributi e delle agevolazioni. Ma anche alle politiche dei redditi, che le parti sindacali oggi invocano come priorità e che, invece, per anni sono rimaste nei cassetti di tutti i Governi. Compreso questo, che in tre anni non ha chiuso il cantiere dell’ICEE, né pare lo chiuderà nei prossimi mesi. Il nuovo PRG è l’altro “depennato” eccellente, come noto, il primo a venire sacrificato perché non c’era più tempo, già prima dell’uscita di RETE dalla maggioranza. Cosa resta? La riforma del mercato del lavoro è un nodo cruciale e Lonfernini lo vuole sciogliere, ma serve condivisione e la proroga di luglio non è bastata per cui se ne discuterà fino alla ratifica.
Editoriale: riforme, la lista è sempre più corta
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