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Editoriale: riforme, la lista è sempre più corta

da Daniele Bartolucci

Depennata anche la revisione dell’IGR dal programma di Governo, la lista delle riforme che nei prossimi mesi dobbiamo aspettarci si riduce ogni giorno di più. L’avvio del cantiere sull’IVA è una buona notizia, ma già nella predisposizione dello stesso il Governo ha messo le mani avanti: ci vorrà tempo e più di una legislatura per vederlo completato. Ma, comunque, meglio aprirlo adesso piuttosto attendere le elezioni per ripartire di nuovo da zero. Sul fronte fiscalità – tralasciando il dibattito sulle residenze non domiciliate – manca all’appello un altro tassello fondamentale: quell’ICEE che avrebbe sicuramente dato una bella sistemata alle dinamiche, poco eque, dei contributi e delle agevolazioni. Ma anche alle politiche dei redditi, che le parti sindacali oggi invocano come priorità e che, invece, per anni sono rimaste nei cassetti di tutti i Governi. Compreso questo, che in tre anni non ha chiuso il cantiere dell’ICEE, né pare lo chiuderà nei prossimi mesi. Il nuovo PRG è l’altro “depennato” eccellente, come noto, il primo a venire sacrificato perché non c’era più tempo, già prima dell’uscita di RETE dalla maggioranza. Cosa resta? La riforma del mercato del lavoro è un nodo cruciale e Lonfernini lo vuole sciogliere, ma serve condivisione e la proroga di luglio non è bastata per cui se ne discuterà fino alla ratifica.

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