Dal “Governo balneare” all’assestamento di Bilancio “ferragostiano” è un attimo. Nel mentre, anche quello sviluppo di cui la nuova maggioranza ha infarcito per due mesi i propri comunicati si vedrà solo tra qualche settimana, visto che il Programma Economico per il 2024 è stato formalmente solo presentato in Commissione questa settimana e ancora non è ovviamente pronto ad essere raccontato e spiegato. Forse qualche atto concreto – che non siano sempre e solo le questioni del Tribunale – si poteva anche mettere a segno. L’insofferenza per questa lunga attesa non è infatti più palesata solo dall’opposizione (come è normale che sia), ma anche da alcune frange e gruppetti della variegata maggioranza che oggi sostiene il Governo. Passi per la bandierina delle residenze fiscali non domiciliate – guai a chiamarle un tassello del DES, pur essendone stata una costola importante al tempo – ma nell’assestamento di Bilancio che non si è nemmeno riusciti a completare nella sessione dedicata (da qui il rimando ad una nuova convocazione del Consiglio sotto Ferragosto) qualcosa di quello “sviluppo” annunciato urbi et orbi come fosse il vero collante della rinnovata coalizione, poteva essere appunto messo in campo. Dall’energia agli investimenti strategici, alle riforme per liberare il potenziale delle imprese l’elenco è lungo. Anzi, è sempre quello. Fa bene ANIS a ricordarlo ogni volta, ma forse farebbe bene la politica non solo ad ascoltare gli imprenditori, ma almeno a dar corso a ciò che agli imprenditori raccontano ogni volta: “Il nostro obiettivo è lo sviluppo”. L’han detto loro. Ora però lo facciano.
Editoriale: il Bilancio e lo sviluppo ferragostiani
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