Home Dal giornale Editoriale: Un anno di riforme, poi le elezioni

Editoriale: Un anno di riforme, poi le elezioni

da Daniele Bartolucci

Al di là dei tecnicismi sulla legge elettorale, la maggioranza ha preso una decisione chiara: si va avanti. Tradotto: se in Consiglio Grande i provvedimenti verranno votati, non c’è cavillo che tenga. I numeri, del resto, anche se risicati, ci sono. Ora però bisogna decidere cosa e come portarlo in votazione, perché “non si potrà fare tutto quello che c’è nel programma, ma il programma non cambia”. Così vanno ripetendo da due settimane i partiti politici e i Segretari di Stato (per ora restano 8, ma non è detto che ci sarà bisogno di un rimpasto a breve, anche per “dare dignità” e peso ai singoli gruppi, perché gli equilibri trovati al tempo con RETE ora vanno ricalibrati). Di certo c’è la conclusione del negoziato per l’Associazione all’Unione Europea, ma anche tutte le riforme che ne discendono (l’auspicio di ANIS è che siano allineate al contesto europeo e non vengano invece impostate in retroguardia inseguendo i desiderata di chi vuole entrare nel mercato unico ma non del tutto) e, soprattutto, gli interventi che “sono già quasi pronti” e che finora non si sono potuti nemmeno presentare sui tavoli. Anche questo un tema ricorrente nelle dichiarazioni della nuova maggioranza, quasi a scaricare la colpa su RETE: ora però devono dimostrarlo che erano i “cattivi ragazzi” a non volere certe norme. C’è un anno di tempo, perché si andrà a votare l’estate prossima, presumibilmente, per evitare le complicazioni inerenti la prima finanziaria (che gli ultimi tre Governi han fatto in dieci, quindici giorni). Un anno di scelte, quindi, che da tempo il Paese attende. Poi si andrà al voto. Con le cose fatte o non fatte.

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