Il click (che poi non era un click ma un auspicio, un punctum, per dirla alla Roland Barthes) si era palesato esattamente due anni fa, a giugno del 2021 quando Savignano sul Rubicone decise di allestire “Undergroud (Revisited), il magnifico viaggio di Marco Pesaresi nella pancia della terra, nelle ombre, “dentro e sotto” le luci delle metropolitane, un universo popoloso e popolato da persone e personaggi unici. Un click che era, intimamente, speranza. Un click che – finalmente – è diventato “continuità”: a distanza di oltre 20 anni dalle ultime esposizioni ospitate nella sua città (“Rimini” nel 2002 e “Underground” nel 2003) l’arte unica del Maestro torna a diventare visibile grazie alla sinergia – e all’amicizia – di due amministrazioni di due province limitrofe e diverse, Savignano (FC) e Rimini (RN): “Rimini Revisited – oltre il mare. Marco Pesaresi”, un viaggio nel lato buio della luna, nell’inquietudine della vita piuttosto corposo (173 fotografie in tutto, curate dallo “stenopeico” Mario Beltrambini e da Jana Liskova) e “spalmato” in due sedi espositive, una nell’Ala di Isotta di Castel Sismondo a Rimini e l’altra all’interno della Sala Allende di Savignano (che nel 2024 aprirà la “Casa della Fotografia”, un “museo” con 500 mila immagini). Tempo per vederle ce n’è in abbondanza: il taglio del nastro è previsto per il 24 giugno, la chiusura è stata programmata per il 24 settembre e l’ingresso è gratuito. Le scuse quindi non ci sono. Anche perché il materiale è di assoluto spessore: la Riviera del divertimentificio e del rumore delle discoteche, la Riviera del mare silenzioso, la Romagna delle sagre di paese, dei bambini vestiti da carnevale. Una discesa verticale negli Inferi, quindi, con un santino in tasca e uno vicino al petto. Un’avemaria apocrifa recitata attraverso gli occhi, da seguire senza pause. Una foto, poi un’altra, poi un’altra ancora. Bastano 173 gradini per scendere nel vero Paradiso.
Attimi fermati quando la macchina fotografica era merce quasi proibita, da tenere cioè sotto al giubbotto. Quando i filtri della privacy non esistevano. Quando la fotografia era arte materica e non file e pixel da caricare sui social.
LE PAROLE DEGLI ORGANIZZATORI
“Rimini e Savignano sono le due case di Marco” ha ricordato durante la presentazione il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad. Il primo cittadino della città di Fellini (e di Pesaresi) si è detto curioso di vedere “la reazione dei ragazzi e del pubblico verso immagini che risalgono a 30 anni fa”, foto che raccontano “una Rimini che non c’è più”.
Per il Sindaco di Savignano sul Rubicone Filippo Giovannini “la Riviera e la Romagna prendono forma, concreta e poetica allo stesso tempo, negli scatti di Marco Pesaresi che, come le opere di Tondelli, fotografano un luogo e un tempo fortemente caratterizzati, senza rimanerne imprigionati”.
Mario Beltrambini e da Jana Liskova hanno selezionato da più di 25 mila negativi: “Fotografie che non solo rappresentano la vita quotidiana e l’atmosfera unica della zona ma anche il genio creativo di Marco, la sua sensibilità e la bravura tecnica” hanno spiegato.
Isa Perazzini, mamma di Marco e “instancabile custode della sua eredità artistica” (come l’ha definita Jamil Sadegholvaad), si è soffermata sull’immagine che “lancia” la “bi-mostra”, quella due giovani abbracciati che ballano, fatta a Rio Grande, un locale a Igea Marina. “Lo scatto vinse il primo premio a una mostra dedicata al ballo e organizzata a Milano sui 100 fotografi più importanti del Novecento: fu apprezzato l’attimo ‘fermato’, un attimo in cui nessuno guardava l’obiettivo”.
