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“Trasformazione digitale: cultura e progettazione”

da Daniele Bartolucci

Semplificare, monitorare e governare i processi aziendali con strumenti digitali, ideando e progettando soluzioni personalizzate, ma soprattutto “insieme al cliente”, sia che si tratti di una corporate o di una piccola media impresa, stimolando e favorendo l’innovazione: con questo spirito, Extera accompagna le imprese nella trasformazione digitale.

“Ci occupiamo di digital transformation da oltre vent’anni”, spiega Simon Marussi, fondatore e CEO di Extera, “interpretandola non come semplice trasformazione di ciò che si faceva prima, ma con la prospettiva di fare qualcosa di nuovo e di farlo meglio, ovvero innovare, per creare nuovi servizi digitali, ma anche nuovi prodotti o efficientarne la produzione. Vogliamo portare le imprese che si affidano a noi verso questa innovazione”, ribadisce Marussi, “consapevoli che la prima tappa di questo percorso sia fondamentalmente culturale, per comprendere anche cosa si può fare e cosa no, cosa può servire e cosa risulterebbe invece inutile. Solo successivamente vengono gli strumenti e la tecnologia”.

IL WORKSHOP CON LA STRUTTURA AZIENDALE

“Questo passaggio”, spiega il CEO di Extera, “comporta una serie di analisi che possono essere eseguite più o meno approfonditamente dall’esterno, dal classico check-up ai questionari, ma per esperienza sappiamo che è invece dall’interno che possono emergere le reali necessità, le eventuali criticità e anche le aspettative dell’imprenditore come dei responsabili dei vari settori. Per questo utilizziamo un approccio differente, organizzando un vero e proprio workshop dove allo stesso tavolo si trova sia parte della struttura aziendale, sia il nostro staff multidisciplinare. In questo modo si crea subito un clima molto collaborativo, dove i clienti sono coinvolti proattivamente e decidiamo insieme dove ci sono opportunità di ottimizzazione e di miglioramento, coinvolgendo fin da subito l’azienda nell’acquisizione della visione che dovranno tradurre in azioni. Quella visione che noi li aiuteremo a realizzare”.

“PROGETTAZIONE, MAI IMPROVVISAZIONE”

Definiti visione e obiettivi, si entra quindi nella fase più operativa: “A questo punto iniziamo la progettazione vera e propria”, spiega Marussi, “con la consapevolezza di ciò che serve, da una parte, e di ciò che possiamo fare, dall’altra. Abbiamo infatti a disposizione un team di trenta persone con diverse competenze che ci permettono di fornire servizi specializzati in vari ambiti, ma non possiamo arrivare ovunque, né tantomeno improvvisarci esperti in attività in cui non lo siamo affatto: per cui, nell’ideazione del percorso che dovrà fare il cliente forniamo anche la necessaria consulenza nella scelta di altri partner tecnologici, al fine di completare i vari progetti e arrivare all’ultima fase, quella dell’esecuzione e, in pratica, della trasformazione”. Al rilascio della piattaforma seguono poi le attività di supporto e formazione dello staff che nell’operatività si troverà ad usarla quotidianamente, “perché anche il progetto tecnologicamente più avanzato, non è utile se non viene compreso e sfruttato. Ma non finisce qui”, avverte ancora il CEO di Extera, “perché parallelamente viene avviata anche l’attività di test di tutto ciò che abbiamo realizzato, con la conseguente analisi dei problemi e dei miglioramenti possibili: in pratica, è l’inizio di una nuova fase di innovazione, in un circolo virtuoso che cerchiamo di attivare con ogni cliente”.

I SERVIZI: DAL PIM A WEB APP ED E-COMMERCE

“Abbiamo sei macro categorie di servizi che, di fatto, coprono un’ampia gamma e tipologie di imprese. Siamo specializzati in aziende corporate internazionali, a cui accedono diversi utenti da diversi Paesi e in differenti lingue, e in generale in aziende strutturate, le quali, oltre a migliorare servizi e presenza online, hanno oggi la necessità di sviluppare internamente sia PIM (Product Information Management) che DAM (Digital Asset Management) al fine di avere un sistema che permette di ingegnerizzare, ovvero gestire, organizzare e modificare in modo coerente e in un unico luogo tutte le informazioni di prodotto: tutti dati che è fondamentale riuscire a monitorare, sia per averne contezza una volta realizzato il prodotto (specifiche tecniche, materiali, immagini, manuali…), sia durante la fase della produzione per evitare tutti i rischi derivanti dall’inserimento manuale o dalla indisponibilità degli stessi perché detenuti in maniera disordinata o in luoghi differenti. Insieme a questi clienti”, conclude Marussi, “accompagniamo tante altre imprese, più o meno grandi, nell’implementazione dei propri siti web, dall’e-commerce al digital e al social media marketing, fino all’elaborazione di web app fatte su misura. Strumenti e servizi che rappresentano per molte aziende dei cambiamenti enormi, che permettiamo di realizzare senza subirne l’impatto tutto in una volta sola, ideando appunto una progettazione nel tempo”.

EXTERA È GOLD PARTNER DI PIMCORE

“Possiamo e vogliamo accompagnare le imprese nel loro processo di trasformazione digitale e rendere più efficiente la gestione delle loro informazioni di prodotto attraverso progetti di Product Information Management (PIM) e Digital Asset Management (DAM)”, spiega il CEO di Extera, Simon Marussi. “Per farlo abbiamo scelto Pimcore – di cui siamo gold partner – il software pluripremiato che facilita e ottimizza la gestione dei dati e delle informazioni, in una piattaforma all-in-one”.

Cosa sono PIM e DAM e perché sceglierli “In tanti anni di esperienza con le imprese, ci siamo imbattuti in diverse problematiche inerenti la gestione dei dati, dalla difficoltà a reperire il file giusto perché le informazioni erano sparse ovunque, nei file Excel o nel CMS del sito, alla complessità di avere schede prodotto coerenti dovendo operare con diverse classi merceologiche e centinaia di attributi e varianti. Per non parlare degli aggiornamenti delle stesse. Il PIM risponde a queste esigenze e a tante altre: una soluzione software per l’archiviazione e la gestione centralizzata e sicura delle informazioni di prodotto, che permette di gestire da un unico luogo i dati e aggiornarli con un’unica modifica in tutti i canali di output: cambiando la descrizione sul PIM, in pratica, si aggiornerà automaticamente il catalogo cartaceo, l’e-commerce, la app… Una semplificazione importante anche per quelle aziende che hanno una presenza in diversi Paesi e che devono fornire informazioni customizzate in base ad esigenze locali (traduzioni, prezzi, particolari requisiti, ecc). Se il PIM è dedicato alle informazioni di prodotto”, spiega Marussi, “il DAM è invece focalizzato sugli asset digitali. Nelle imprese vengono infatti prodotti, archiviati e modificati quotidianamente immagini, video e altri contenuti digitali. Spesso si ricorre a Google Drive o Dropbox, ma anche alle vecchie cartelle sul desktop. Esiste un modo più coordinato e più efficiente: il DAM. Attraverso questo sistema si possono salvare, organizzare, manipolare e distribuire gli asset digitali aziendali come immagini, documenti pdf, video e altri file, tutti in un unico luogo, aggiungendo metainformazioni e gestendo le politiche di accesso. Di fatto facilita il compito di creativi e marketer, portando vantaggi immediati in termini di risparmio di tempo ed efficacia del lavoro, senza considerare le possibili automazioni, dall’applicazione di un watermark al ritaglio richiesto da Facebook Ads. Ma tutta l’azienda può trarne benefici: ci sarà infatti un abbassamento dei costi e un miglioramento di tempi e modi di processamento dei digital asset all’interno della gestione dei progetti, in modo sicuro e garantendo sempre un elevato livello di qualità dell’output finale”.

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