“Il debito sia utilizzato per lo sviluppo. Servono riforme strutturali per diventare più competitivi e attrattivi: l’IVA per integrarci davvero nel mercato unico; un mercato del lavoro più agile e con strumenti di flessibilità come gli altri Paesi; investimenti negli energetici; un sano piano di ottimizzazione delle spese correnti” il monito di ANIS, dopo l’operazione di roll over dei titoli di debito pubblico (340 milioni i precedenti, ora 350 milioni con interessi annuali del 6,5%) è forte e chiaro: “L’emissione di nuovi titoli di debito pubblico impone una seria riflessione su come utilizzare al meglio tali risorse e su cosa fare per permettersi di ripagarlo correttamente, meritando così la fiducia del mercato. A maggior ragione”, avvertono gli Industriali sammarinesi, “alla luce della buona occasione persa con l’emissione precedente, che non è stata sfruttata per dare corso a politiche di sviluppo coerenti con le esigenze e le necessità del sistema economico e sociale sammarinese.
Purtroppo, le riforme strutturali e gli investimenti che avrebbero dovuto proiettare San Marino verso una maggiore sostenibilità economica sono ancora perlopiù sulla carta. E dunque auspichiamo che si dia seguito all’indirizzo espresso trasversalmente in Consiglio Grande e Generale di utilizzare tale nuovo debito per attivare politiche di sviluppo, per agevolare le imprese nella loro operatività e nei loro investimenti, per diminuire il peso della spesa corrente e per avviare una reale pianificazione di investimenti pubblici. Sono tutti fattori”, spiegano, “che, insieme e in maniera coesa, potrebbero far guadagnare all’intero sistema punti di competitività, che è l’obiettivo più urgente che abbiamo, soprattutto rispetto ai nostri competitor europei che, al contrario, hanno già formalizzato questi passaggi e stanno attuando gli interventi necessari. Le imprese infatti continuano a creare valore e a rappresentare la colonna portante dell’economia sammarinese”, ribadiscono, “ma se messe in condizioni di competitività almeno pari a quelle dei loro concorrenti (cosa che oggi non è), potrebbero generare ancor più valore e risorse, proprio nella direzione di quella sostenibilità indispensabile per contribuire a ripagare i debiti dello Stato. Pertanto”, spiega ANIS, “ribadiamo con forza che serve maggiore coerenza sul fronte dello sviluppo, perché non si può parlare di sviluppo se vengono bocciati i progetti di espansione delle aziende, se viene negata la vendita dei terreni su cui costruire gli ampliamenti produttivi, se il mercato del lavoro irrigidisce le dinamiche operative delle imprese sammarinesi rispetto a quelle italiane, o se il costo degli energetici non è competitivo. Allo stesso modo”, si chiedono gli Industriali di San Marino, “se l’esigenza di una maggiore integrazione in Europa è fondamentale, che integrazione sarà se andremo sul mercato unico con la nostra monofase e non con un sistema IVA in grado di dialogare efficacemente con gli altri Paesi? Queste devono essere le direttrici su cui il Governo, la politica e tutte le parti sociali possono costruire il futuro di San Marino, utilizzando al meglio le risorse che abbiamo – come Paese – preso a prestito dall’esterno. Occorre coerenza, dunque”, chiosano da ANIS, “ma anche concretezza e coraggio”.
LA SODDISFAZIONE DI FINANZE ED ESTERI
L’appeal “economico” della Repubblica di San Marino, secondo il Governo, è nei numeri del rollover del debito: quasi un miliardo e mezzo di euro di richieste – oltre quattro volte l’emissione – da oltre 140 Paesi, quasi tutti dell’Eurozona. L’operazione si è chiusa con l’emissione di titoli per 350 milioni con scadenza a 3 anni e 8 mesi a un tasso del 6,5%. “Non un nuovo debito, ma un allungamento del debito già emesso, una ristrutturazione che chiude il debito esistente” hanno precisato i Segretari di Stato per le Finanze e il Bilancio Marco Gatti e per gli Affari Esteri Luca Beccari. “Riteniamo sia un’ottima operazione se considerato il complesso momento di mercato; il rischio di attendere sarebbe stato più alto, l’avvicinarci alla scadenza inoltre ci avrebbe indebolito, arrivare con ampio anticipo al rinnovo influirà in maniera positiva anche su un miglioramento del rating Fitch”.
Il Segretario di Stato Marco Gatti ha poi rimarcato che la tendenza è quella di “slegare un’operazione tecnica da un ragionamento complessivo che è quello del bilancio di previsione che è sostenibile, in pareggio ed equilibrio; nessun allarmismo quindi, la Repubblica di San Marino non deve fare debito per coprire un disavanzo di bilancio ma rinnova un debito esistente. La strategia e la sfida dell’esecutivo erano di razionalizzare il debito e rafforzare le entrate, guadagnando stabilità in termini di liquidità e della finanza pubblica e di capacità di azione per lo Stato, la salute di un Paese si misura su questo”.
Il tasso di interesse visto di per sé è molto più alto rispetto a quello dell’Eurobond 2021 ma se paragonato ai BTP italiani con la stessa scadenza, ha proseguito Gatti, “lo spread fra il tasso del nostro EuroBond e i BTP è rimasto sostanzialmente lo stesso, nonostante una condizione di mercato nettamente più sfavorevole. Nelle ultime settimane ci sono stati shock importantissimi, due crisi bancarie di rilevanza internazionale, una volatilità in continua crescita sui mercati e poche certezze. Abbiamo però deciso di uscire comunque con l’offerta di nuova emissione, partendo da un tasso attrattivo per riempire i book e poi cercare di stringere il più possibile sul tasso, guadagnando 50 punti base rispetto al tasso di partenza”.
Il Segretario alle Finanze si è poi soffermato sulla seconda sfida, quella di “procedere con la cartolarizzazione per la quale so che il sistema bancario sta lavorando in maniera seria e spedita. Contiamo alla fine dell’anno di poterci presentare alla prossima valutazione di Fitch con un Paese con meno rischi rispetto a gennaio”.
Per il Segretario agli Esteri Luca Beccari, il segnale che arriva dal rollover “è positivo perché conferma la fiducia dei mercati e degli investitori nella Repubblica. È un’emissione che avviene in un contesto economico e di mercato completamente diverso da quello di due anni fa, seppur altrettanto complesso. L’operazione si è conclusa con un grande apprezzamento da parte del mercato che ci ha permesso di correggere al ribasso il tasso rispetto a quello di uscita del primo lancio, soprattutto ci proietta verso una dimensione di gestione del debito più strutturata che ha benefici concreti ed evidenti per l’economia del Paese. Oggi ci sono le condizioni per gestire in maniera strutturata il fabbisogno finanziario dello Stato che, come il FMI ha più volte detto, rimane ampiamente dentro i limiti di sostenibilità previsti per il nostro Paese”.