Home Dal giornale Editoriale: sfide da Governo “tecnico”

Editoriale: sfide da Governo “tecnico”

da Daniele Bartolucci

Il roll over del debito sui mercati internazionali, per quanto annunciato e prevedibile, impone comunque un cambio di strategia per il Governo, come del resto ha detto anche la maggioranza che lo sostiene (oltre all’opposizione, che lo chiede dall’insediamento). Manca infatti un anno e mezzo alla scadenza naturale della legislatura e l’agenda delle riforme e degli investimenti strutturali si sta compattando sempre di più, visto che l’esteso programma iniziale non ha seguito (anche a causa della pandemia, certo) l’andamento auspicato. Una scadenza “politicamente variabile”, visto che non è detto che si arrivi fino a dicembre 2024. Nel frattempo c’è da chiudere il negoziato per l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea entro la fine del 2023 (anche perché poi si vota, in Europa). Questa rimane l’unica tappa certa nell’agenda di governo e, a detta di molti, anche un indispensabile collante per la maggioranza, che più passa il tempo più palesa dei mal di pancia interni. E le riforme? Si va avanti con i tavoli (in questi giorni sul mercato del lavoro e su Fondiss, sul quale circola una prima bozza di riforma), ma è sempre più chiaro che gli obiettivi siano cambiati: l’ingente debito contratto e gli interessi milionari da pagare ogni anno, uniti al deficit strutturale del Bilancio dello Stato e ai conti non certo floridi dei Fondi Pensione, obbligano a ragionare in termini matematici. Fare le cose non basta, occorre farle con la certezza che contribuiscano a ripagare il debito o almeno gli interessi. Servono operazioni tecniche, che si possono fare in pochi mesi. Ma la politica non si nasconda dietro “l’arte del rimando” e le faccia.

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