Il Distretto Economico Speciale resta nell’agenda politica di Governo nonostante la sospensione della discussione in Commissione. Ma restano anche i dubbi in seno alla maggioranza e, ovviamente, alle opposizioni e ai sindacati (che erano scesi in piazza per protestare contro questo progetto). Dubbi che, secondo il Segretario alle Finanze, Marco Gatti, possono essere superati attraverso il confronto: “Proporrò al Congresso di Stato l’avvio tempestivo di un necessario e doveroso confronto diretto con la cittadinanza per smentire le informazioni distorte e rispondere alle domande dei sammarinesi e spiegare dove sono le opportunità”, ha annunciato.
GATTI (FINANZE): “PROGETTO DI SVILUPPO”
“Quello del Distretto Economico Speciale”, ha poi confermato Gatti, “è un progetto della maggioranza non di una singola Segreteria, è un progetto paese, un obiettivo di governo che necessita di condivisione totale. Quanti hanno provato a screditare il progetto, mi aspetto ora propongano soluzioni”. E ancora: “Il DES non è un progetto dai contorni etici, ma è un progetto di sviluppo economico e di crescita importante di un settore in crisi da tanti anni, quello del turismo, di un settore che non vede investimenti in territorio da troppo tempo. Le residenze fiscali non domiciliate di cui si è parlato, sono una realtà diffusa nel mondo che ha portato investimenti proprio in questi settori. In Europa, nel mondo, gli Stati stanno giocando la loro competitività sul differenziale fiscale grazie alle norme attuali sulla trasparenza che permettono una competizione leale e non dannosa. Rimanere fuori dalla partita della competitività fiscale significa perdere attrattività quando anche i paesi più conservativi hanno invece introdotto norme di incentivazione, innovative e più audaci rispetto al passato”. Insomma, “crediamo nella bontà del progetto e siamo disponibili a continuare il confronto, a cambiare l’impostazione laddove serve, ma non a prestarci ulteriormente a speculazioni politiche che non danneggiano i partiti ma vanno a scapito delle opportunità per il Paese. Non vogliamo pensare che il DES diventi una delle tante opportunità perse che si aggiungono a quelle passate quando il Paese è stato chiamato a scegliere proposte di investimento che hanno trovato invece risposte a pochi chilometri oltre i nostri confini”.
PSD: “COERENZA CON L’ACCORDO UE”
Anche il PSD rilancia sulla necessità di uno sviluppo economico, ma puntualizza, “che sia coerente con l’Accordo UE”. Dopo aver smentito che si sia creata “una frattura all’interno della maggioranza”, il PSD ammette che “sul DES le posizioni erano articolate ed anche distanti e il lungo confronto che si è generato ha avuto comunque il merito, soprattutto nella fase di elaborazione degli emendamenti al progetto di legge, di esplicitare condizioni ed obiettivi per permettere l’effettuazione di grossi investimenti in settori specifici, come quelli definiti nel DES”. Tra questi vincoli il PSD evidenzia in particolare “la convergenza di tutti i partiti rispetto all’esigenza di non fare passi indietro sul percorso della trasparenza e soprattutto quello dell’associazione all’Unione Europea” perché “è imprescindibile che qualsiasi scelta strategica, in questo caso relativa allo sviluppo economico ed alla creazione di ricchezza in un settore che ora ristagna come quello della ricettività di alto livello, sia compresa nella cornice di regole ed opportunità che l’appartenenza al mercato europeo e la presenza nei paesi white list comporta”. “Il DES è una architettura incentivante presente in molti paesi, compresi quelli UE”, ammettono dal PSD, “ma l’adattamento alla Repubblica di San Marino deve essere ben ponderato sia per gli effetti sull’economia esistente, sia nel rapporto con gli altri stati e la UE. Un supplemento di indagine è quindi utile”. Non solo: ricordando che “questo è l’anno del termine del negoziato dell’Accordo di Associazione e di preparazione al rinnovo del debito internazionale, dovrebbe anche essere quello in cui si definisce la strategia per rendersi maggiormente autonomi sulla energia e sull’acqua”. Per questo il PSD suggerisce “di redigere una agenda da qui al termine della legislatura che ponga al centro dell’attenzione il Programma e le proposte più utili e necessarie per la collettività, senza tralasciare gli aspetti relativi allo sviluppo economico, che deve essere coerente con gli obiettivi richiamati”.
RETE: “CI SONO RISCHI REPUTAZIONALI”
Chi si è defilato dal progetto DES per primo è stato il Movimento RETE e alla luce dello stop in Commissione, rimarca la propria posizione: “Preferiamo essere protagonisti che spettatori, anche di fronte a un progetto complesso e non di facile accettabilità, come il DES. Proprio per questo RETE si è seduta al tavolo e ha lavorato intensamente con l’obiettivo di tirarne fuori il meglio possibile, nell’interesse del Paese. In pochi l’hanno fatto. IL DES, come tutte le cose”, ammoniscono, “ha un dritto e un rovescio: può essere un’opportunità di sviluppo importante, ma ci espone a rischi reputazionali. Continuiamo a studiare e a lavorare per il nostro Paese, mettendo al centro dell’agire il bene e gli interessi della Repubblica, e nient’altro. Lo abbiamo fatto con il DES e continueremo a farlo. Quando il Consiglio Direttivo di RETE ha detto no, è stata marcata una netta differenza di metodo e di contenuto rispetto agli altri partiti. Per questo il PdL è stato sospeso. Qui è il dato politico”.
ALLEANZA RIFORMISTA: “MANCANO LE CONDIZIONI”
“I fatti di questi giorni”, avvertono da Alleanza Riformista, “certificano che non vi siano le condizioni per chiudere il cerchio attorno al progetto di legge relativo al DES. Così come è evidente che le ragioni non nascono dalle posizioni legittime, sia pur strumentali, delle minoranze. Il punto centrale, almeno per noi, non è stare oggi a cavillare a posteriori su quanto accaduto”. Il riferimento è agli alleati, ma anche alla tenuta del Governo nell’ultimo anno e mezzo di legislatura. Rischi a cui occorre metter mano, partendo dalla “necessità di ripristinare, non solo nella forma, un quadro di collaborazione all’insegna di un rinnovato metodo di lavoro tra le fila della maggioranza”.
LIBERA: “CONFRONTO? ANDAVA FATTO PRIMA”
Se dalla maggioranza ci sono critiche ma sostanzialmente il clima sembra tranquillo, dall’opposizione gli attacchi sono a tutti i livelli, sia nei confronti di Gatti, definito “bullo”, sia nei confronti del DES, che “porterà a un ritorno ad una economia opaca”. Questo il punto di vista di Libera: “Il ‘Nessun dietro front sul DES’ rappresenta un vero e proprio atto di disprezzo e menefreghismo intollerabile. Detto questo il confronto con la cittadinanza sarebbe dovuto cominciare mesi fa. Così come il coinvolgimento attivo e reale delle opposizioni e delle associazioni sindacali e datoriali. Questa pervicacia nell’inseguire i propri interessi si commenta da sola e non potrà che trovare un muro insormontabile da parte di Libera”. Ma al di là di questo, “siamo realmente preoccupati per la possibile perdita di sovranità del nostro Paese e dei problemi che il DES porterà alle nostre attività, così come difficilmente crediamo che gli organismi internazionali potranno accettare un ritorno ad una economia opaca. È chiaro che il nostro Paese quando fa le sue scelte non deve certo chiedere il permesso all’Italia. Ma è anche vero che i nostri vicini potrebbero prendere le proprie contromisure, con danni irreparabili per San Marino e nei rapporti politici, che comunque non sono poi così idilliaci come qualcuno vorrebbe raccontare”.
REPUBBLICA FUTURA: “TUTTA UNA FARSA”
“Il DES è l’ultimo capitolo di una farsa politica ormai precipitata nel grottesco”, commentano senza mezzi termini da Repubblica Futura. “Il tentativo di regalare il Paese ad un cavaliere – bianco o nero non si sa – è abortito alla vigilia della Commissione Finanze che avrebbe dovuto sancirne le tante pretese. Non certo un progetto trasparente di investimento estero, che sarebbe molto opportuno, ma ben altro. Abbiamo un Paese con un bilancio tecnicamente fallito, con un debito pubblico di oltre 40.000 euro per ogni sammarinese, senza uno straccio di idea su come ripagarlo”, partono all’attacco ricordando le grandi criticità del sistema e lamentando il fatto che “si è incapaci di mettere in campo una qualsiasi delle riforme necessarie per il futuro della Repubblica”. Una situazione aggravata dal fatto che “vi è un’assoluta incapacità di ascolto e di confronto da parte del Governo, come ormai periodicamente attestato dalle organizzazioni sindacali, di categoria e professionali. Quanto dovrà ancora continuare questa tragedia politica, con danni incalcolabili per la Repubblica di San Marino?”.