Home Notizie del Giorno Visto per voi a teatro: “L’aragosta” con Francesca Airaudo

Visto per voi a teatro: “L’aragosta” con Francesca Airaudo

da Alessandro Carli

Quattro sgabelli ricoperti da quattro teli bianchi su cui sono state posizionate due scatole, un cesto e un crostaceo. Allestimento minimalista – giustamente – per il “primo studio” de “L’aragosta”, testo dialettale (romagnolo, anzi, riccionese) dell’inossidabile Francesco Gabellini e “dato in pasto” (del resto, si parla di cibo) a Francesca Airaudo (foto: Carlotta Manzi) il 25 marzo a Villa Torlonia Teatro di San Mauro Pascoli (FC).
Più che un “primo studio”, una vera lettura scenica con l’attrice che, libro in mano, legge e interpreta la storia “apparentemente drammatica” di una signora vedova, Gilda, che “parla” con il marito morto, “Setìmie”, la traduzione vernacolare dell’italianissimo Settimio. “Apparentemente drammatica”, appunto: il racconto lo è ma, com’è noto, la “parlata” del vulgo riesce sempre e miracolosamente ad alleggerire la tragedia, accompagnandola verso registri comici. Un giorno la signora riceve in regalo un’aragosta, un dono mai ricevuto prima. Il crostaceo apre la porta a un fiume di riflessioni e di considerazioni sulla vita di coppia, sulle ristrettezze economiche, sulla quotidianità coniugale, portando la platea verso quei “Giorni felici” di Samuel Beckett (anche qui una donna vera, fisica, che vive l’assenza del marito) e, in maniera più sfumata, ad alcune pagine di “Emma B. vedova Giocasta” di Alberto Savinio.  

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