Home Notizie del Giorno Visto per voi a teatro: “Dove sono le donne?” con Michela Murgia

Visto per voi a teatro: “Dove sono le donne?” con Michela Murgia

da Redazione

Sabato 25 marzo all’Auditorium della Fiera di Morciano la scrittrice è andati in scena. Per noi sono andati a vederla Teresio Massimo Troll e Aurora Castro, che l’hanno recensita. 

LO SPRITZ È MASCHILE O FEMMINILE?

Arrivando all’ingresso dell’Auditorium Morciano noto subito due cose. Una positiva che è il grande afflusso di pubblico. Aficionados o no qua son venuti per lo spettacolo. L’altra cosa è la presenza, fuori del teatro, di ragazzine e ragazzotti con uno stereo portatile, telefonini etc. e non capisco cosa c’entrino con il teatro; lo scopriremo poi.

Entriamo: presenza femminile evidentemente di maggioranza. L’inizio è cosa già vista mille volte, da Koreani a Nani etc. etc. Applausi dei fan ad ogni scritta, un po’ come al ‘qualsiasi cosa si dica’ dell’Achmatova la sera prima a Misano Adriatico.

853 scritte però sono un po’ troppe… ma le fans non si stancano di applaudire. Sembra un po’ di essere al Meeting o a Zelig (vi prego, fermate i due badili di quella seduta dietro me…). A questo punto non si sa perché arriva un idraulico che sistema un mixerconsolle e gesticola precedendo o accompagnando il rumore, non saprei… Finito lo scarabocchio finalmente ecco! Arriva lei! Mani in tasca e passo deciso (terrà questo passo per tutta la serata senza alcun tentennamento). Si va avanti sul percorso che parla del ruolo quasi mai riconosciuto alla donna di partecipare come protagonista, si cita, ahimè, anche la parola ‘femminicidio’ quasi ‘omicidio’ fosse ‘virale’. Mi chiedo ancora 853 volte a cosa serve questo rumore (poi mi istruiscono… “è per fare show”) e mi chiedo cosa tenga nella tasca destra dove infila continuamente la mano destra ma sempre per pochissimi secondi (poi mi istruisco: è perché con la sinistra tiene il testo).

In Feltrinelli, dice lei, tengono un settore di letteratura femminile… Non mi risulta. Almeno nelle Feltrinelli che frequento da 853 anni. Non sarebbe nemmeno nel loro stile. Non escludendo eccezioni, tornando allo spettacolo trovo che i settori video e dj non abbiano senso alcuno con il racconto già perfettamente ritmato della Murgia. Ma ora scusate, sono costretto ad uscire perché è l’unico locale dove si ride (ben venga), si strilla con video e rumori ma non servono un drink…

Teresio Massimo Troll

VOI DONNE DOVRESTE CAPIRE CHE…

La sera del 25 marzo, all’Auditorium Teatro di Morciano, Michela Murgia ci parla di femminismo e con la mente siamo già trasposti altrove, in una sera qualunque della seconda metà dell’800 per strade illuminate di lanterne accese, alla sorgente nascente dei romanzi di Virginia Woolf o del giallo firmato Christie, oppure oltrepassando il secolo, nella Ville Lumière Anni Venti in compagnia di Gertrude Stein o in America, più avanti nel tempo, immaginando la nascita della poesia confessionale di Anne Sexton e Sylvia Plath, fino al movimento politico inglese di Emmeline Pankhurst.

“Parliamo d’arte, di società e soprattutto di donne ma contate – afferma Murgia -. Se arrivassero gli alieni domattina e cercassero di farsi un’idea del genere umano guardando ai luoghi della rappresentazione pubblica e culturale, probabilmente penserebbero che le femmine umane non siano abbastanza alfabetizzate”.

Oggi come quarant’anni fa il genere femmine deve combattere ancora per il diritto di partecipare alla dimensione pubblica. I dibattiti televisivi e le prime pagine dei quotidiani traboccano di interventi maschili, continua la scrittrice, che procede con un ritmo postfuturista, serrato dalla musica elettronica di Francesco Medda Arrogalla. Eppure le donne non sono una sottocategoria socioculturale, ma più della metà del genere umano.  Che l’immagine delle suffragette britanniche non sia poi così lontana?

Qui nell’Europa anni ’20 si entra ancora in librerie con scaffali nominati ‘letteratura femminile’ o si dibatte in nome del ‘rosa da edicola’. L’epicentro di questa battaglia ha avuto inizio nel momento in cui la donna ha rifiutato il ruolo di matriarcato, secondo Murgia.

“Bisogna andare al centro del Mansplaining, ovvero della cosiddetta spiegazione virile, con cui il maschio può rendersi superiore alla donna durante un dibattito. ‘Lascia che ti spieghi…’, ‘forse non sai che…’ oppure il più generico ‘voi donne dovreste capire che…’ a cui segue ovviamente un lungo monologo”.

“Non è difficile – riprende – ritrovarsi nei panni di Rebecca Solnit in Gli uomini mi spiegano le cose. Il mansplainer seriale scredita sia le parole che le competenze femminili, con atteggiamenti più che paternalisti”.

E allora nell’Europa ancora zampillante di femminicidi, tra gli omega e gli alpha delle femmine contro i maschi, a noi non resta che un giro alieno fra i secoli del futuro e l’attesa forse di una pace fatta.

Aurora Castro

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