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Editoriale: “L’energia per essere competitivi”

da Daniele Bartolucci

Dopo la sospensione delle nuove tariffe sul gas, siamo tutti in attesa delle decisioni sull’energia elettrica da parte del Governo, dopo gli annunci che si rincorrono da settimane e anche l’aumentato livello di discussione (e di pressione) da parte delle parti sociali. Un provvedimento arriverà quasi sicuramente, da definire il come e il quanto riuscirà a calmierare le nuove bollette. Ma il problema resta, come resta sul gas: esauriti i tre mesi di sospensione, cosa si farà? Si continuerà con proroghe su proroghe, magari all’ultimo giorno del mese? Le aziende non possono permettersi certamente aumenti fuori mercato, ma ancora di meno l’incertezza di non sapere effettivamente quanto costerà produrre qualcosa. E allora la traiettoria sammarinese, come continua a ribadire ANIS (ma anche Fitch e il FMI), deve per forza andare oltre l’emergenza attuale e puntare a quella strategia energetica a cui aspirano anche i Paesi che – al contrario di San Marino – già ne producevano in quantità. L’urgenza è questa, in fin dei conti: uscire dalla dipendenza dall’esterno e uscire anche da un immobilismo ultra ventennale di mancati investimenti infrastrutturali e impiantistica. In un settore che, se guardato dal punto di vista economico, è tra i più forti a livello globale e dove tutti i Paesi hanno investito come opportunità di business. A San Marino, al contrario, è solo un costo: si paga per avere energia, per avere gas, per avere acqua e anche per smaltire rifiuti all’estero, dove magari li usano per produrre energia che poi viene rivenduta ai sammarinesi a caro prezzo. Un affare, ma per gli altri.

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