Home Dal giornale Tariffe, stop aumenti del gas. Sull’energia elettrica si discute

Tariffe, stop aumenti del gas. Sull’energia elettrica si discute

da Daniele Bartolucci

Trovata la soluzione temporanea per calmierare i costi sul gas, mentre sull’energia elettrica si stanno facendo le opportune verifiche su quali interventi apportare. L’attesa notizia è dunque arrivata, con la decisione del Congresso di Stato di sospendere “in via straordinaria” l’applicazione degli “aumenti tariffari per il servizio di fornitura e distribuzione di gas naturale di cui alla delibera in materia tariffaria dell’Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici e l’Energia n.9/2022 dell’11 novembre 2022, mantenendo l’applicazione delle tariffe in vigore prima di tali aumenti” per tutto il periodo che intercorre tra il 1° gennaio e il 31 marzo 2023. Il Decreto Legge 6 febbraio 2023 n.16, di fatto, conferma l’indicazione espressa per conto dello stesso Governo dal Segretario alle Finanze, Marco Gatti, durante i lavori dell’Assemblea ANIS di qualche settimana fa. Una sede scelta non a caso, in quanto le aziende industriali sono quelle più esposte a queste dinamiche di costi in aumento, ma soprattutto anche quelle che maggiormente operano sui mercati internazionali, per cui anche gli energetici sono di fatto una questione di competitività. Sono queste le leve su cui in questi mesi hanno spinto i referenti di ANIS in un serrato confronto con il Governo, l’AASS e l’Autorità stessa, al fine non solo di calmierare l’impatto delle tariffe, bensì anche e soprattutto per mettere in sicurezza il prossimo futuro, portando l’intero sistema verso una maggiore autonomia energetica.

ELETTRICITÀ: SI RAGIONA SU TARIFFE E NORME

Se per il gas gli aumenti previsti sono stati congelati, come detto sull’energia elettrica la situazione non è stata risolta, anche perché un reale confronto con l’Italia non è così semplice. Da una parte c’è sicuramente l’aspetto tariffario, ma anche – e questo vale anche per il gas – la differenza sostanziale tra un mercato gestito in regime di monopolio (San Marino) e uno totalmente libero (Italia), con le conseguenti economie possibili date dalla normale competizione tra i diversi operatori. Oltre a questo, ancora più impattante risulta il differenziale fiscale, nel senso delle agevolazioni e incentivazioni che vengono sfruttate dalle imprese italiane per ridurre i costi energetici e che invece quelle sammarinesi non possono avere. Tra queste c’è anche il credito d’imposta, su cui è in corso un ragionamento in seno al Governo per un eventuale intervento in tal senso, an-che se il meccanismo appare abbastanza complesso per il momento. Diverso è il caso, invece, delle tecnologie: in Italia, come in Europa e oramai in tutto il mondo, le imprese energivore possono pianificare una riduzione importante dei costi energetici investendo in impianti di cogenerazione industriale. A San Marino, nonostante sia paradossalmente prevista anche l’incentivazione di questi investimenti, non è ancora stata normata la possibilità di realizzare detti impianti. Senza contare che, per sua natura, questa tecnologia è a pieno titolo inserita nell’ambito della sostenibilità.

Lo stesso dicasi degli altri impianti tecnologici, che a San Marino non esistono ad eccezione come noto della produzione da fotovoltaico (su cui si sta intervenendo anche a livello normativo): anche su questo, come detto pocanzi, ANIS sta pressando da tempo il Governo per avviare un piano strategico nazionale per l’energia, che porti il sistema fuori dalla pressoché totale dipendenza dall’esterno in cui si trova ora.

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