Home Dal giornale Quando una giornata si sveglia “sbagliata”

Quando una giornata si sveglia “sbagliata”

da Simona Bisacchi

La “giornata storta” inizia con un incessante ronzio interiore diffuso. Come se il musicista di turno si fosse dimenticato a casa il basso e avesse deciso di suonare direttamente sui tuoi nervi “Another one bites the dust” dei Queen. A volte si scatena senza un motivo apparente. Altre volte basta un brutto sogno, un fastidio pregresso, una notizia innervosente avuta il giorno prima (lì per lì non ci avevi dato peso poi il livore è cresciuto ed esploso nel sonno), e lei arriva. Si presenta spiazzante, calcoli che le prossime 24 ore saranno tutte in salita e ti chiedi come affrontarla senza distruggere amicizie, vasi di vetro o te stesso. “Non sono proprio del tutto disperata, stamattina. Non posso mai esserlo a quest’ora, perché il mattino è un’altra cosa meravigliosa” confidava ottimista Anna dai capelli rossi, nel romanzo di Lucy Maud Montgomery. Così ti aggrappi a un cappuccino, pensando che basterà a risolvere tutto e ripartire con una rinnovata allegria. Poi, la bruciante scoperta: non era questione di due biscotti e un po’ di caffè, sei proprio caduto in pieno in una “giornata no”. E allora lo devi ammettere.  Non è colpa del vicino, della cocorita, del nonno. Non è proprio colpa di nessuno, stai solo vivendo una giornata storta, quindi – possibilmente – non prendertela con chi ti circonda. Puoi lasciarti scappare una risposta arrogante al tuo migliore amico, che ormai ti conosce e commenterà mentalmente “poveretto”. Ma non esagerare! Perché, quando fai perdere la pazienza a chi ti ama per davvero, poi vengono fuori parole che non sei pronto ad ascoltare. E poco importa che siano vere o dettate solo dal momento. Durante giornate come questa, tutto quello che accadrà ti darà fastidio. Anche situazioni di nessuna importanza, anche (e soprattutto) frasi pronunciate in modo carino. Vivrai come un oltraggio il sorriso di chi incontri. Sappi che sei in torto tu, non loro. O meglio, non sei in torto, sei semplicemente inavvicinabile, non coerente, insofferente. Ma non ti preoccupare, capita a tutti prima o poi. Gli altri dovranno sopportare te e domani tu sopporterai loro. Non ti abbattere e ricordati che la “giornata no” è destinata a finire, esattamente come tutte le altre. Segui il monito del filosofo Schopenhauer e “Considera ogni giornata come una vita a sé stante”. Quindi tieni duro e concentrati sul fare meno danni possibili. Cerca di non essere scortese. Trattieniti quel tanto da non sembrare posseduto da tutti i venti avversi che circolano per il mondo. Accetta di apparire giù di corda. Giustificati con un leggero mal di testa, che (forse) inibirà il prossimo ad avvicinarsi. E viviti appieno la tua giornata storta, come puoi. Cammina senza una meta, solo per fare muovere le gambe e i pensieri. Stappa la tua acqua tonica migliore. O una birra, se a te piace di più. Chiama la tua migliore amica e raccontale – in modo confuso e illogico – la sequela di dubbi e angosce di cui domani non ricorderai più nulla. E quando arriva la notte tira un sospiro di sollievo. “La felicità è il singhiozzo dopo che è passato”, suggerisce Charlie Brown. Magari non sei stato la persona più gradevole del circondario. Hai sicuramente perso la tua occasione per essere candidato al Nobel per la pace. Ma, tutto sommato, ti sei portato a casa questa giornata. Anche se era storta.

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