Home Dal giornale Sbloccato il contratto Edilizia: ecco aumenti e una tantum

Sbloccato il contratto Edilizia: ecco aumenti e una tantum

da Daniele Bartolucci

ANIS, UNAS e OSLA, hanno firmato l’accordo per il Contratto Edilizia Privata, valevole per il triennio in corso. Dopo l’approvazione dell’assemblea dei lavoratori, già avvenuta ad ampia maggioranza nei giorni scorsi, le tre organizzazioni datoriali si sono incontrate presso la sede ANIS con i sindacati per siglare il Testo Unico del Contratto di lavoro, il quale nella parte economica prevede: un aumento una tantum per gli anni 2018-2022 e aumenti annuali del 2% per il 2023, dell’1,5% per il 2024, e dell’1% per il 2025.

Oltre, ma anche a fronte di questi aumenti, l’intesa prevede altresì la sospensione del versamento del contributo al Fondo salario garantito da parte delle aziende dal 2023 al 2028 e la sua riduzione dal 3% all’1,75% dal 1° gennaio 2029.

A seguito della sottoscrizione sono state attivate le procedure previste dalla nuova legge sulla rappresentatività (Legge 59/2016), per cui lo stesso accordo verrà sottoposto a referendum tra tutti i lavoratori dell’edilizia privata, per l’approvazione definitiva entro marzo. Referendum non necessario per la parte datoriale in quanto le tre associazioni insieme rappresentano un numero di aziende che occupano circa l’80% degli addetti.

ANIS: TERZO CONTRATTO RINNOVATO IN POCHI MESI

“Il contratto Edilizia era fermo dal 2018”, spiegano da ANIS, “e il suo rinnovo, come annunciato nella nostra recente assemblea, rappresenta non solo un punto di valore per l’intero settore, ma anche e soprattutto un ulteriore passo verso il completamento dei rinnovi contrattuali, già iniziato l’anno scorso con quello del settore Industria, a cui è seguita anche l’approvazione del Testo Unico su cui sono in corso le assemblee nelle aziende per la votazione finale da parte dei lavoratori, e quello del settore Assicurazioni”. Il riferimento è ovviamente alla storia di ANIS, che non si è mai sottratta dalla sua responsabilità nella contrattazione collettiva, ma anche e soprattutto all’intervento della Presidente Neni Rossini proprio nell’Assemblea della settimana precedente: “L’attenzione è volutamente sul mondo del lavoro”, aveva spiegato davanti alla platea di imprenditori, rappresentanti delle istituzioni, dei partiti politici e delle parti sociali, “perché riteniamo sia fondamentale per tutta la società oltre che per le imprese e per il loro sviluppo. Il risultato raggiunto a fine 2022 con la firma del primo Testo Unico del settore Industria e la conferma degli aumenti per il biennio 2022-2023, ha messo in luce il valore sociale del nostro modo di fare impresa. Sappiamo bene che le aziende sono fatte delle persone che ci lavorano, e queste ne rappresentano la risorsa più preziosa. Questa consapevolezza ha fatto sì che – con una inflazione galoppante e un’incertezza spaventosa – sia stata subito avvertita, e accolta da imprenditori e sindacati, l’esigenza di affrontare insieme un contesto tanto difficile per tutti. Non era scontato raggiungere un accordo, e invece siamo riusciti, insieme alle organizzazioni sindacali, a dare un senso profondo ed eticamente virtuoso alla parola “compromesso”. Ecco perché l’accordo di quest’anno mi rende particolarmente orgogliosa. Ciascuno di noi per il bene comune, la pace sociale e la possibilità di lavorare senza altre tensioni, ha avuto il coraggio e l’abnegazione di sacrificare qualcosa: l’ANIS e le sue imprese facendosi carico di ulteriori costi oltre ai già pesantissimi incrementi di tutte le materie prime, e i sindacati rinunciando a una quota altrettanto significativa del potere di acquisto che si è perso. E tutto questo trovando una modalità di dialogo e di rispetto delle reciproche posizioni che – perdonate l’immodestia – dovrebbe essere d’esempio in tanti altri contesti. Ciò non significa che non ci saranno altre tensioni”, aveva premesso la Presidente Rossini, “ma con lo stesso senso di responsabilità stiamo affrontando anche il rinnovo degli altri contratti, a partire da quello siglato dalle Assicurazioni, a quello imminente dell’Edilizia (siglato meno di una settimana dopo, ndr), ai Servizi e agli altri ancora in discussione. Per questa esperienza, siamo convinti che, nel rispetto dei ruoli, si possa sviluppare una sempre più efficace collaborazione nell’ambito delle relazioni industriali, anche in prospettiva di altri tavoli di lavoro come quelli sulle importanti riforme di cui il Paese ha bisogno”. In tal senso, il riferimento va subito alle riforme e alle scelte di politica industriale e di politiche energetiche, su cui ANIS è convinta che si debba trovare un’ampia condivisione, ma anche “più coraggio”, come ha ammonito la stessa Presidente Neni Rossini.

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