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Programma di governo, due anni per realizzarlo

da Daniele Bartolucci

Il “giro” di boa è avvenuto l’anno scorso ed ora mancano meno di due anni alla fine della legislatura: “Nessuno di noi vuole lasciare qualcosa di incompiuto”, arringano dal Congresso di Stato, riferendosi ovviamente ai tanti progetti del programma elettorale che, di fatto, sono ancora fermi sulla carta. Serve dunque un’accelerazione e il vertice convocato per il 21 gennaio a cui parteciperanno Governo e Maggioranza, servirà a delineare le priorità su cui concentrarsi, ma anche a “serrare le fila”, in qualche modo. La necessità, infatti, di “lavorare tutti assieme” è sentita da tutti i protagonisti. Del resto le sfide in arrivo sono tante e complesse: dall’urgenza energetica al rilancio dello sviluppo economico, passando per il completamento della riforma pensionistica a quella fiscale, che partirà come annunciato dalla revisione dell’IGR, ma che – come auspicato da ANIS e non solo – dovrà portare all’introduzione dell’IVA nell’ordinamento sammarinese. Uno strumento che, per applicazione e interoperabilità, porta la discussione anche sul piano internazionale, dove la priorità era e resta il negoziato per l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, che proprio nel 2023 dovrebbe concludersi, dopo oltre sette anni di gestazione.

Dopo i primi due anni di pandemia, vissuti “in emergenza”, come ha ricordato anche il Segretario alla Sanità, Roberto Ciavatta, in questi giorni, “in pratica abbiamo potuto lavorare sul programma solo nell’ultimo anno. Molte cose sono già partite, altre sono state già fatte e altre ne affronteremo, perché nessuno di noi vuole lasciare non conclusi progetti e riforme annunciati”. Compresa la sua, quella del sistema pensionistico, a cui ora serve una norma di raccordo con quella del mercato del lavoro appena varata, ma soprattutto manca della sostanziale riforma del FONDISS, che darà peso e corpo al nuovo impianto per garantire le pensioni del futuro.

Tanti temi su cui è facile ipotizzare una sintonia tra i vari alleati di governo, quindi, anche se qualche incrinatura non mancherà, come si è visto nel recente dibattito sul DES, che al di là delle parole in Consiglio Grande e Generale non sembra sia sostenuto da tutti così convintamente come si potrebbe pensare. Lo stesso dicasi per diversi interventi strategici, come e anche la questione energetica stessa, visto che si tratta di decidere anche di investimenti e impianti che, a San Marino, non tutti vedono di buon occhio. Insomma, il 21 gennaio sarà un giorno importante, non solo una prova di forza, ma anche un’occasione per fare chiarezza sulle aspettative che si possono avere su questo Governo (le elezioni anticipate non interessano a nessuno, ma a San Marino nessuna legislatura è durata cinque anni da tanto tempo) e quali progetti ci si potrà attendere nei prossimi due anni.

PDCS: “POCHI PUNTI PER UN PAESE PIÙ VIRTUOSO”

In vista dell’incontro di maggioranza, tutti i partiti si stanno organizzando per portare il proprio contributo, ma anche le proprie istanze e priorità. Il 13 gennaio si è tenuta la Direzione del PDCS, che è il partito di maggioranza relativa all’interno della maggioranza di governo e, anche per questo ruolo di primus inter pares ha l’onere di tracciare la rotta per tutti gli alleati. E in effetti è ciò che ne emerge dalla riunione, come sintetizzato nella nota finale uscita da via Delle Scalette: “Non servono per noi elenchi della spesa, ma pochi e concreti punti, conseguenti a quanto sottoscritto con la cittadinanza, che ci permettano finalmente di aprire a una nuova e virtuosa San Marino, capace di misurarsi con le regole del mondo circostante”. Quali siano queste priorità, invece, è il punto centrale del vertice. Per i democristiano una di queste è l’Accordo di Associazione all’UE: “Siamo consapevoli che questa via può essere intrapresa solo con una piena e reciproca integrazione nel mercato unico europeo, tenendo in debito conto la salvaguardia degli elementi peculiari della nostra realtà statuale ma coscienti che attraverso l’Accordo di Associazione all’Unione Europea di fine 2023 il popolo Sammarinese, le imprese, i lavoratori ed i giovani del nostro Stato, potranno agire ed operare in maniera più produttiva e proficua, contribuendo al maggior benessere possibile della cittadinanza e del sistema economico-sociale”. Altre priorità sono vincolate al “traghettare il nostro Paese verso una maggiore messa in sicurezza, grazie alle riforme IGR e ICEE, attraverso una corretta e chiara visione di territorio e investimenti in territorio (leggasi nuovo PRG, ndr), contribuendo fattivamente allo sviluppo delle imprese con un programma di sburocratizzazione e digitalizzazione”. Nel mentre “vitale per noi sarà cercare di intervenire concretamente sul caro vita e sull’aumento delle bollette, non solo con interventi sociali, ma soprattutto con l’avvio di quegli investimenti energetici non più rinviabili”. Insomma, “il nostro impegno per il bene comune non verrà mai meno”.

PSD: “EUROPA, ENERGIA E WELFARE STATE”

Prima del PDCS si era riunita anche la Direzione del PSD (l’11 gennaio) insieme ai “compagni di Movimento Democratico, per la prima volta presenti in via ufficiale ad un organismo del Partito”. La riunificazione delle forze socialiste è un obiettivo politico interno, ma nell’agenda del PSD resta ben chiaro anche l’obiettivo più generale e per questo “la Direzione ha chiesto una partecipazione attenta e propositiva del Partito alle questioni di maggior importanza presenti nell’agenda di Governo. Prima fra tutte”, mettono nero su bianco, “la firma all’Accordo di Associazione con l’UE che dovrebbe realizzarsi entro fine anno e in ragione del quale, su proposta del PSD, verrà costituita una Commissione Mista Affari Europei come da impegno approvato con la legge di bilancio. Si tratta di una grande sfida certamente non priva di difficoltà, ma ricca soprattutto di opportunità, così come dimostrato anche dai programmi di finanziamento dell’UE cui ha avuto recentemente accesso la Segreteria di Stato per il Turismo e dall’apertura del progetto ERASMUS avviata dalla Segreteria di Stato per l’istruzione”. 

Poi ci sono le “altre importanti questioni”, che ricalcano in parte quelle del PDCS (e anche degli altri alleati, in primis RETE), a partire “da quella energetica, per la quale sono state chieste soluzioni sia di tipo sistemico che di protezione sociale, che quella del debito estero, la quale dovrà essere improntata soprattutto alla sostenibilità del debito stesso e alla custodia del welfare state”.

LA PRIORITÀ: ENERGIA

“L’obiettivo del Governo è avviare i progetti riguardanti il fotovoltaico che sono emersi dalle campagne di monitoraggio dell’AASS, dal Gruppo di lavoro incaricato e dall’aggiornamento che abbiamo fatto, come Congresso di Stato, proprio a fine anno. Alcuni riguardano gli immobili e terreni pubblici, laddove sia possibile, altri invece riguardano le proprietà private: in molti casi si può già procedere, mentre in altri occorrono modifiche normative, come nel caso degli impianti a terra, che oggi non sono previsti. Nel mentre, per quanto riguarda gli opifici industriali, proporremo a breve ad ANIS un accordo affinché le imprese possano investire insieme in questi progetti”. Ad annunciarlo è il Segretario al Lavoro, Teodoro Lonfernini, impegnato da mesi sul fronte energetici e rientrato proprio in questi giorni dalla 13a Sessione dell’Assemblea dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) di cui la Repubblica di San Marino è divenuta membro nel 2021. Si trattava quindi della prima volta per San Marino e Lonfernini ha relazionato non solo sul passato, “ma soprattutto sui progetti futuri in chiave rinnovabile, su cui il nostro Paese sta investendo molto in questa fase di transizione energetica. Siamo fiduciosi che i progetti che andremo a mettere a terra nei prossimi mesi possano dare risultati importanti per tutto il sistema: del resto la tecnologia esiste già, le imprese che possono installarla anche, per cui nell’arco di 3-5 anni potremmo avere, solo dal fotovoltaico, una produzione in territorio del 20% circa del nostro fabbisogno. Ed è un obiettivo ambizioso, rispetto a tanti altri Paesi, ma realmente possibile per San Marino”. C’è dunque entusiasmo dalla trasferta ufficiale ad Abu Dhabi dove è stato spiegato come “la Repubblica di San Marino abbia da tempo iniziato il suo percorso, prioritario e non più rinviabile verso la transizione energetica, che va vista come un’opportunità. Non solo come un processo di riduzione dei combustibili fossili, ma come un processo di promozione di una “coscienza ecologica” che permetta di creare una società in grado di impegnarsi per contrastare il cambiamento climatico e tutelare l’ambiente. Anche San Marino ha colto questa opportunità, accelerando il passaggio a un sistema energetico più pulito, equo e resiliente, potenziando e implementando l’utilizzo dell’energie rinnovabili, l’adozione di tecniche di risparmio energetico e l’individuazione di uno sviluppo sostenibile”.

L’incontro a margine dei lavori dell’Assemblea con il Direttore Generale di IRENA Francesco La Camera, “ha inoltre suggellato il riconoscimento della Repubblica di San Marino quale paese membro dell’Agenzia Internazionale. Il colloquio bilaterale con il Direttore Generale è stato l’occasione per ringraziarlo e per congratularmi con lui per la sua rielezione per il prossimo quadriennio”. Ma soprattutto “abbiamo rafforzato e consolidato i nostri rapporti con l’Agenzia grazie al dialogo diretto con chi la governa al quale ho rivolto l’invito a organizzare a San Marino un prossimo evento dedicato alle strategie delle politiche energetiche”. Strategie che, al di là degli obiettivi raggiungibili con il fotovoltaico, non possono più prescindere da interventi più incisivi sull’auto-produzione in territorio: a iniziare dalla cogenerazione industriale (che, come ricorda sempre ANIS, è uno svantaggio competitivo doppio per le imprese sammarinesi, visto che in tutti gli altri Paesi le aziende industriali possono fruire di questa tecnologia da anni), fino agli impianti di smaltimento dei rifiuti con annessa possibilità di generare energia, come i termovalorizzatori di ultima generazione. Insieme a tanti altri interventi che San Marino deve, oggi, decidere di compiere. In territorio e, come sembra sia passato anche in maggioranza come concetto, anche fuori, con investimenti mirati, partnership e altre forme di investimento in e con Paesi dove l’impatto di questi impianti sia sostenibile.

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