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Consiglio Grande e Generale, mercoledì 21 dicembre mattina (report SMNA)

da Redazione

Il Consiglio Grande e Generale conclude in mattinata l’esame degli emendamenti aggiuntivi all’Articolo 1 del Bilancio previsionale 2023 presentati da Repubblica futura, un pacchetto di circa una trentina di proposte, la maggior parte discusse ieri e di cui solo una è stata condivisa dall’Aula, quella relativa a sgravi alle rette di asili nido. Mentre nessuno dei 5 emendamenti di Rf aggiuntivi all’articolo 1 esaminati oggi è stato approvato.

Nel corso della mattinata viene poi approvato, dopo un lungo dibattito, uno degli articoli più rilevanti del Bilancio, l’Articolo 2 relativo all’emissione di Titoli di debito pubblico.   

I lavori consiliari ripartono quindi dall’Articolo 1 Vicies Aggiuntivo “Figura di sistema nella scuola secondaria superiore” si proponeva la previsione di 45 ore settimanali di distacco per la realizzazione delle figure di sistema nella scuola secondaria superiore. Il Segretario di Stato per gli Affari interni, Elena Tonnini, interviene al posto del Sds all’Istruzione Belluzzi, spiegando che l’emendamento “merita attenzione in un contesto di riorganizzazione della docenza non solo nelle superiori”, ma non è accoglibile al momento. Dunque viene respinto.

L’emendamento successivo, Articolo 1 vicies semel “Ristrutturazione Centro di formazione Professionale”, viene illustrato da Andrea Zafferani, Rf. “Il Cfp deve iniziare a svolgere un ruolo a tutti gli effetti di scuola per il triennio del diploma di qualifica- motiva- come luogo di alta formazione professionale strettamente legato al mondo del lavoro”.  Il centro “può crescere a livello formativo- prosegue- non vedo male l’ipotesi che diventi un istituto tecnico a tutti gli effetti. E’ un approfondimento su cui dovremo tornare”.  Il Segretario di Stato per il Lavoro, Teodoro Lonfernini, spiega che il Cfp rappresenti già “una realtà professionale formativa ben condotta, il percorso offerto ai ragazzi è più che soddisfacente”. Inoltre, il Segretario chiarisce che su quanto è previsto dall’emendamento è già impegnato un gruppo di lavoro, chiamato a presentare una relazione sul futuro del Cfp entro settembre prossimo.  “Ritengo quindi l’emendamento sia da rigettare- conclude- perché  l’attività è tuttora già in corso”.  E così la proposta viene respinta. Stessa sorte per  l’Articolo vicies bis “Commissione speciale sull’andamento demografico” che propone l’istituzione di un organismo chiamato a “esplicitare i numeri e anche scenari futuri che devono essere conosciuti da tutti- spiega il consigliere Zafferani- non è un ente con dei costi, lo pensiamo come organismo consultivo e non istituzionale, ma serve a creare rapporto tra varie realtà del paese su un argomento così decisivo”. Per Nicola Renzi, Rf, la proposta è tanto più importante perché “un paese con natalità ridotta del 30% rischia di morire”. Ma “questo tema in quest’Aula a volte viene trattato con fiammate di interesse- prosegue- ci si straccia le vesti, poi ricade nel nulla e non ci sono azioni sviluppate”. Il Sds Tonnini fa notare che l’emendamento propone l’istituzione di una commissione con oltre 20 membri e quindi con probabili difficoltà operative.  Inoltre, “le tematiche poste sono tutti temi su cui ci si è in parte attivati”, il Segretario cita la recente legge a sostegno della famiglia  e i provvedimenti in essa contenuti a favore della natalità. E ancora: “sul sistema pensionistico- prosegue- è stata appena approvata la riforma in cui all’articolo 43 è previsto un tavolo di monitoraggio con forze politiche, sindacati e categorie, con valore consultivo”.  Per Sara Conti, Rf, la risposta del Segretario, per cui i temi sollevati sono già valutati separatamente, “non è una giustificazione valida per non ragionare sull’adozione di una commissione unica che valuti e proponga soluzioni in grado di rispondere all’andamento demografico in tutte le sue sfaccettature”.

Pollice verso anche sull’emendamento Articolo vicies ter “Consiglio per la previdenza”, finalizzato a “innestare competenze professionali e di esperienza all’interno del Cdp- spiega Andrea Zafferani- non è possibile si trovino a gestire fondi pensioni persone senza minima esperienza su queste materie, soprattutto se gli si vuole dare un rendimento”. Inoltre, come richiesto dall’emendamento, “noi saremmo per l’introduzione di un vero e proprio ente per la Gestione dei fondi pensionistici che si occupi professionalmente della gestione delle risorse del primo e del secondo pilastro”.  L’emendamento non convince però Guerrino Zanotti di Libera che esprime perplessità per come viene formulato l’emendamento. “Si interviene su un ambito complesso e organico con un emendamento- chiarisce- ho preoccupazioni in ordine al fatto che i membri del Cdp oltre a occuparsi – cosa che è diventata centrale- di investimenti di Fondi pensione, si occupano anche di altre materie, come i ricorsi contro provvedimenti amministrativi, non credo inoltre che senza una revisione delle norme generali si possa intervenire con un emendamento specifico su compiti e attribuzioni del Cdp”.

Anche Riccardo Stefanelli, Pdcs, esprime dubbi sulla possibilità di intervenire con un emendamento sulla materia. Piuttosto,  “occorre che dietro ci sia tutta una normativa che stabilisca come siano investiti i fondi pensione e con quali garanzie- spiega- allora all’interno di questo quadro normativo ha senso rivedere formazione e competenze dei membri del Cdp”. 

Per Matteo Ciacci, Libera, il punto fondamentale è garantire i fondi e il loro rendimento: “Qualsiasi provvedimenti che l riguardino devono approdare in Consiglio- ammonisce- non azzardatevi a procedere con interventi-stralcio, ci deve essere garanzia sulla gestioni dei fondi che deve avvenire mantenendo la supervisione politica e delle forze sociali ed economiche”

Per Francesco Mussoni, Pdcs, l’emendamento è “riduttivo”  perché per garantire il rendimento dei fondi pensionistici “non ci si improvvisa esperti, tecnici o organismi, semplicemente bisogna gestire questi fondi con chi li sa gestire”. In sintesi: “Non siamo favorevoli all’emendamento- puntualizza- ma siamo favorevoli a una revisione forte dell’impostazione di gestione dei fondi da parte del governo e dei suoi tecnici”.  Interviene quindi il Sds per le Finanze, Marco Gatti per dare orientamento contrario all’emendamento. “È infatti aperto un tavolo di confronto con la segreteria per la Sanità sul Fondiss, per rivedere la normativa sulla base delle nostre deleghe- spiega- per superare vincoli e incongruenze che la normativa dà, siamo partiti dal secondo pilastro, una volta dovesse funzionare, possiamo ragionare su come portare vantaggi al primo. Per cui “questo discorso di valutazioni sul Cdp lo rimanderei in momento successivo”.

Respinto infine anche l’ultimo emendamento aggiuntivo di Rf  Articolo 1 vicies quater “Sgravi per investimenti insicurezza”, una proposta, spiegano i consiglieri proponenti, che può rafforzare la partnership pubblico-privato per la sicurezza del territorio. “Abbiamo visto che c’è stata un’ondata di furti sul territorio- spiega Renzi- è necessario, anche da parte dei cittadini, un piccolo cambio di paradigma, non dico passare ad uno stato di polizia, ma dare la possibilità, a chi voglia rafforzare i presidi di sicurezza per le proprie abitazioni di poterlo fare”. I contributi attuali per le spese per la sicurezza-  per l’acquisto di allarmi, telecamere, porte blindate, inferriate- sono ritenuti da Rf non sufficienti. Con l’emendamento “proponiamo che tali spese siano detraibili dall’Igr fino a un massimo del 50% della spesa sostenuta, fino a mille euro l’anno per un massimo di 10 anni”. Il Sds Gatti fa sapere invece che preferirebbe trattare le detrazioni e deduzioni in ambito della riforma Igr che “sarà trattata a breve”. 

Terminato l’esame degli emendamenti all’Articolo 1, questo viene approvato e si procede all’esame dell’Articolo 2, che presenta un emendamento del governo e una quarantina di emendamenti di Libera; questi ultimi, dato l’accordo raggiunto con la maggioranza, sono ritirati.

L’articolo 2 “Acquisizione di risorse mediante finanziamenti nazionali o internazionali o emissione di Titoli del debito pubblico” è relativo al rollover dei titoli di debito pubblico, per prevedere soluzioni, entro il 31 dicembre 2023, con l’emissione di Titoli del debito pubblico da collocarsi sul mercato nazionale o internazionale fino a 450 mln di euro.

Su questo articolo, considerato punto centrale del bilancio, si apre un dibattito partecipato.

Per Nicola Renzi, Rf, l’Art. 2 è “il cuore della Finanziaria”. Infatti, “in questa legislatura il centro di finanziamento delle attività dello Stato- spiega- è diventata la creazione e la gestione del debito estero”. Ma “salta agli occhi- osserva-che a fronte della prima emissione di debito estero, qua ci troviamo a una cifra aumentata di più di 60 mln di euro”. Luca Boschi, Libera, punta il dito contro la mancanza in Finanziaria di tagli alla spesa e misure per lo sviluppo: “La scelta è solo quella di andare sui mercati internazionali a chiedere un prestito, ed è una scelta molto deludente”.

Guerrino Zanotti, Libera, sottolinea la preoccupazione di fronte “all’impegno del governo a poter emettere titoli per una somma di 60 mln, oltre ai 390 mln che servono per il roll over, perché dobbiamo onorare a fine 2023 i debiti emessi”. E’ chiaro, secondo il consigliere, che “andiamo verso una stagione di indebitamento, senza mettere in campo azioni efficaci che possano aiutare i conti pubblici a sostenere questo debito”.  Matteo Ciacci, Libera, chiede “trasparenza su come questi soldi siano spesi” e di “iniziare a lavorare tutti insieme per capire come spenderli”. “Una revisione della spesa la dovete fare- manda a dire Fernando Bindi, Rf- dimenticando il consenso e dimostrando di essere statisti che guardano un po più il la dal proprio naso”.

Per Stefano Giulianelli, Pdcs, guardando all’impiego della liquidità derivante dall’immissione dei titoli di debito pubblico- 340 mln come roll over, 50 mln come rimborso prestiti interni e 60 mln come riserva prudenziale- “si può dire che la situazione del debito rimane sotto controllo”. A chi chiede di tagliare la spesa corrente chiede: “Vogliamo davvero ridurre il debito per ridurre le spese in sanità , istruzione etc, o vogliamo efficentare tutti i servizi legati alla pubblica amministrazione?”.  Per Sara Conti, Rf, non si può banalizzare il problema:  “Se i soldi presi a prestito li usiamo solo per la spesa corrente, senza investirli in progetti-paese di medio e lungo termine, continueremo all’infinito a tappare i buchi, rimanendo in questa condizione stagnante”. 

“La questione dello sviluppo del prossimo anno ha a che fare con il contesto dell’Unione europea- chiarisce Gerardo Giovagnoli, Npr- unica vera cornice in cui fare stare la maggior parte delle azioni dello sviluppo economico del Paese”. Iro Belluzzi, Libera, seguendo il filo del discorso, invita ad accettare la cornice Ue e quindi i cambiamenti conseguenti per il sistema bancario. L’obiettivo, spiega, deve essere arrivare al finanziamento da parte della Bce. “Credo che maggioranza e governo abbiano messo le basi per la stabilizzazione- puntualizza Francesco Mussoni, Pdcs- che deve andare avanti sui binari di ristrutturazione e riorganizzazione e deciso sviluppo economico”.

A conclusione del dibattito, il Sds Gatti chiarisce come nel bilancio siano state sottostimate le entrate e sovrastimate le uscite. Invita a chi parla di debito crescente ad andare a leggere il report del Fmi. “Il debito ha curva discendente, non sta salendo e il Fondo ci  dice ‘cercate di anticipare il più possibile la riforma Igr per far scendere il debito più velocemente’”. Quindi “ora dobbiamo rinforzare, quindi largo a nuovi progetti di sviluppo ma anche qui siete incoerenti- manda a dire all’opposizione- avete fatto spostare in avanti la discussione sul prossimo comma”, relativo al progetto del Des.  L’Articolo 2 viene infine  approvato.

Segue la presentazione di due emendamenti aggiuntivi di un articolo 2-bis da parte di Repubblica futura, “Querele contro giornalisti”, di cui uno in subordine, per vietare all’Ecc.ma Camera di costituirsi parte civile contro i giornalisti. In subordine si chiede che la rappresentanza legale dello Stato possa essere solo in capo all’Avvocatura di Stato e non data ad avvocati del foro. 

“Purtroppo mai come in questa legislatura- spiega Nicola Renzi, Rf- abbiamo assistito ad un vero e proprio accanimento, perpetrato dal governo, tanto nei confronti di singoli cittadini- ricorderete il caso La Serenissima- quanto nei confronti di giornalisti processati, e tutt’oggi a processo”. E non solo  lo Stato ha sporto denuncia “addirittura- prosegue il consigliere di Rf- si è poi costituito parte civile in procedimenti contro testate giornalistiche, editori e giornalisti ed è inaccettabile una cosa di questo genere, tanto più se viene fatta utilizzando soldi dello Stato”.

Marco Nicolini, Rete, replica duramente: “Con questo emendamento Renzi vuole sdoganare, rendere legale la diffamazione e l’insulto, da parte di un giornale già foriero di falsità”.  Per Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete, si tratta di emendamenti “totalmente inopportuni da presentare e anticostituzionali”. Massimo Andrea Ugolini, Segretario di Stato per la Giustizia chiarisce: “Se si vanno a rilevare fattispecie che portino a processi, l’Ecc.ma Camera deve avere tutto il diritto di costituirsi parte civile”. Anche per Mussoni, Pdcs, la proposta di Rf riduce fortemente le difese dello stato ed è inaccettabile.

Per il Sds con delega all’Informazione Teodoro Lonfernini, chi propone questi emendamenti “ha motivazioni  e giustificazioni di natura politica”. E rigetta le accuse di pressioni o ingerenze nei confronti della stampa. “Voglio considerare l’emendamento come provocazione- commenta Matteo Rossi, Npr- è del tutto anticostituzionale che a una professione venga consegnata un parziale immunità”. Per Giuseppe Maria Morganti, Libera, gli emendamenti derivano, da una “forte preoccupazione, a seguito di 9 casi- spiega- in cui il congresso, piuttosto che difendersi da una critica politica, ha agito attraverso il tribunale e non era mai successo con tale frequenza”.  Per Giovanni Zonzini, Rete gli emendamenti sono invece surreali e “ad personam”.

SMNA

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